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Recensioni - “Segreti della città vecchia” di Federica Maccioni

Creato il 24 settembre 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Wednesday, 24 September 2014 10:00

Recensioni - “Segreti della città vecchia” di Federica Maccioni“Segreti della città vecchia” di Federica Maccioni è il nuovo noir Nero Press Edizioni recensito da LetteraturaHorror.it. Clicca e leggi trama e note sull'autore
È con una narrazione romantica e un ritmo ben cadenzato che Federica Maccioni ci culla in questa storia, alla scoperta dei Segreti della città vecchia, nella Genova dei tempi nostri e in quella degli anni ’40 in piena guerra, tra bombardamenti e lotte partigiane, fino ai ‘carugi’: la fitta rete di vicoli in cui è racchiusa la vera anima genovese.

Quel mondo multiculturale, cantato da De Andrè, che qui ritorna, rievocata, quasi tangibile.
La Maccioni descrive con minuzia e consapevolezza nostalgica la vita, la gente e i luoghi che si muovono tra la contemporaneità e il passato. Una rievocazione che si snoda con lucidità e trasporto emotivo, nel raccontare gli orrori della guerra, ma anche la rivalsa di un popolo brutalizzato, sfruttato e lasciato morire dalla spietata prevaricazione fascista.
Saveria si muove nei vicoli del centro storico di Genova, alla ricerca di indizi che la portino a comprendere gli ultimi voleri di una riservata e misteriosa zia, orami morta. Ciò che le ha lasciato è un’eredità, ma nel ricostruire i tasselli di una vita vissuta nell’ombra giungerà alla consapevolezza che il lascito concessole va ben oltre un vecchio e fatiscente appartamento. Sarà qualcosa di ben più importante e dai più nobili e fatidici risvolti.
La progressiva ricostruzione di un’identità lascerà emergere segreti inconfessati, che si imprimeranno con la forza di una rivalsa sociale, una vendetta che parte proprio dal cuore di quei vicoli, in cui si respira l’aria pura, autentica di Genova.
Il racconto si apre e chiude significativamente con le parole di De Andrè, il cantastorie di marinai, puttane, nani e assassini. E la voce della Maccioni giunge puntuale, valida continuatrice ideale di quel nudo realismo alla Faber.

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