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Reduci, su Sky il 3/11 - Bongiorno: «tv generalista non l'ha voluto»

Creato il 30 ottobre 2013 da Digitalsat

Reduci, su Sky il 3/11 - Bongiorno: «tv generalista non l'ha voluto»14 luglio 2009: un ordigno esplode al passaggio di un convoglio del Contingente ISAF, nei pressi del villaggio di Ganjabad, a 40 km da Farah. Il caporal maggiore scelto Andrea Di Lisio muore sul campo e a casa tornano solo i suoi colleghi Andrea Cammarata e Simone Careddu. 17 settembre 2009, a Kabul un'auto suicida fa saltare in aria due veicoli del contingente italiano: sei vittime. Tra i feriti, il caporal maggiore scelto Rocco Di Leo. È il 9 ottobre 2010 quando a 200 km da Herat un ordigno compie un'altra strage, alla quale sopravvive il caporal maggiore capo Luca Cornacchia. Ancora vittime il 24 marzo 2012, quando colpi di mortaio attaccano la Forward Operatine Base nella valle del Gulistan. Gravemente feriti, si salvano il maresciallo ordinario Carmine Pedata e il caporal maggiore scelto Monica Contrafatto.
Chi con gli occhi lucidi, chi sull'attenti con le medaglie appuntate al petto, sono loro i protagonisti di 'Reduci', il docufilm, in onda domenica 3 novembre alle 21 su Sky Cinema Cult Hd ed entro l'anno disponibile anche in dvd, dove per la prima volta in Italia i soldati sopravvissuti alle missioni in Afghanistan raccontano la loro personale battaglia per vivere, una volta rientrati in patria dopo un evento traumatico. Un film, prodotto dalla Good Day Film di Michele Bongiorno con History e realizzato con il supporto dell'Esercito Italiano, che tra racconti personali dei soldati e delle loro famiglie e immagini inedite girate amatorialmente durante le missioni, ricostruisce una guerra ben più dura, dai segni indelebili sul corpo come nell'anima, regalando forse anche un nuovo volto al mestiere del soldato.
«È un film apolitico, fatto di storie umane e senza alcuna valenza sull'Afghanistan», spiega il regista Andrea Bettinetti, che però, aggiunge il Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano, generale Claudio Graziano, «ci permette di onorare i nostri soldati e le famiglie che li sostengono. In missione si va imbracciando il fucile - dice - ma per aiutare gli altri. Dall'82 a oggi abbiamo impiegato 125 mila uomini in zone di guerra, 35 mila solo in Afghanistan, con 100 caduti in missioni di pace e 650 feriti. Numeri importanti, ma che hanno consentito un progresso sociale, un futuro a questi paesi. I nostri caduti e feriti sono per noi un valore aggiunto, un aiuto e un esempio continuo».
Loro, i reduci, non hanno dubbi: «Quando sei soldato, lo sei sempre, anche se non combatti». «Io tornerei subito in missione - aggiunge il Caporal Maggiore Contrafatto - anche dovessi perdere l'altra gamba. Speriamo che ora capiscano la nostra professionalità». Eppure, prosegue Andrea Scrosati, Executive Vice President Sky per Cinema, «mentre in altri paesi si presta molta attenzione ai reduci, in Italia si racconta poco quello che accade loro una volta a casa». Quasi «un tabù - commenta il produttore Bongiorno -. L'esercito, pur con i suoi tempi, ha accettato subito - spiega -. Nessuna tv generalista invece ha creduto nel progetto. Per due volte abbiamo provato a concorrere anche al bando del ministero dei Beni Culturali come opera di interesse nazionale. E per due volte non solo ci hanno negato il finanziamento, ma anche il patrocinio gratuito»


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