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REFERENDUM CACCIA: che fine ha fatto?

Creato il 15 maggio 2012 da Palotto

Il 3 Giugno, dopo 23 anni di peripezie, il popolo Piemontese si sarebbe dovuto esprimere sulla questione della caccia attraverso un referendum regionale, in caso di vittoria dei “si” ( come noi GC cosigliavamo di votare) si avrebbe avuto:
_ riduzine delle secie cacciabili a 4: fagiani, cinghiali, lepri e minilepri; mentre 25 specie sarebbero divenute protette ( molte delle quali in via di estinzione)
_ divieto di cacciare la domenica, eliminando cosi il rischio di incidenti
_ divieto di caccia su terreno coperto da neve
_ introduzione del limite del numero di animali da cacciare anche nelle aziende faunistico venatorie.
Il presidende della regione l’11 maggio ha firmato un decreto in cui abolisce il referendum sulla caccia utilizzando come motivazione il costo di questa consultazione popolare.
Questa motivazione ci sembra solo una scusa per nascondere la paura che questo referendum potesse concludersi con l’ennesima sconfitta elettorale per il partito del presidente della Regione Piemonte (lega nord, schierata per il no) dopo la batosta alle recenti elezioni amministrative.
Crediamo quindi, essendo il voto popolare il momento più alto di espressione di una democrazia e
di una società civile, che il popolo piemontese debba esprimere la sua volontà (attraverso l’istituto referendario) sulla questione della caccia.

Diego Mazzucco - Coordinatore e responsabile ambiente GC Asti



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