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Referendum del 12 e 13 giugno 2011

Creato il 18 aprile 2011 da Ireland_lover @IrelandLoverSaoirse
So che questo è un intervento diverso dai miei soliti, ma non posso più rimanere con le mani in mano guardando lo schifo che mi gira attorno; schifo che si traduce in disinformazione e soprattutto disinteresse.
Il 12 e il 13 giugno prossimi ci sarà in Italia un referendum abrogativo. Vi dirò tutto ciò che c'è da sapere, in quanto il Governo non lo sta pubblicizzando giacché spera che non si raggiunga il quorum del 50%+1 e l'abrograzione pertanto non avvenga.
In questo referendum ci verranno posti quattro quesiti che rimandano all'abrograzione di tre norme giudiriche: il legittimo impedimento, il decreto Ronchi (= privatizzazione dell'acqua) e il ritorno al nucleare. Cercherò di spiegarli uno per uno nel modo più chiaro possibile.
Per definizione, il legittimo impedimento è l'istituto che permette all'imputato, in alcuni casi, di giustificare la propria assenza in aula. Nel caso che ci interessa, l'imputato è Berlusconi, il quale, prima col Lodo Alfano, ora col legittimo impedimento, sta cercando in tutti i modi di sfuggire ai processi in cui è coinvolto (uno, il processo Mills, è già andato a puttane perché il ddl del processo breve fra non molto sarà legge e a maggio scatterà la prescrizione, ovvero il processo verrà cancellato senza che sia emessa alcuna sentenza). Quindi, se tale legittimo impedimento venisse approvato, Berlusconi potrebbe non presenziare ai processi in cui è imputato con la scusante di "impegni istituzionali" e cazzate varie. Detto in forma semplificata, Berlusconi si sottrarrebbe alla giustizia e verrebbe meno il principio sacrosanto dell'uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge.
Il decreto Ronchi afferma quanto segue: «In ambito di servizi idrici, il decreto recepisce i principi comunitari di "economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento" per l'affidamento ai privati dei servizi pubblici locali o la scelta del partner privato nelle aziende miste. Il decreto stabilisce inoltre che nelle società già quotate in borsa che si occupano della gestione di servizi idrici la quota di capitale in mano pubblica non sia superiore al 30%, lasciando la maggioranza ai privati.» (fonte: Wikipedia)Questo significa che l'acqua non sarà più un bene pubblico, ossia gestito dallo Stato e garantito a tutti i cittadini in forme e modalità uguali, tenendo anche conto del reddito disponibile degli stessi, ma sarà un bene privato, cioè gestito da imprenditori e aziende che su tale bene e sul bisogno di esso faranno il possibile per guadagnarci. Essi quindi approfitteranno della nostra sete per ottenere un alto profitto. Morale: i costi dell'acqua s'innalzeranno a livelli stratosferici.Il ritorno al nucleare consiste nel tornare ad utilizzare l'energia nucleare, abbracciando tutti i rischi che quest'ultima porta con sé (il Giappone è un esempio fin troppo esplicativo). Rischi che in Italia sono ben maggiori perché:1) l'Italia, come il Giappone, è un paese ad alto rischio sismico;2) in Italia la mafia ha un grandissimo raggio d'azione nell'edilizia. Pensate che la mafia non riuscirà ad ottenere gli appalti per la costruzione delle centrali nucleari? E pensate che la mafia farà tutto in regola, rispetterà tutte le norme di sicurezza (che sono tantissime) e, per dirne una, non utilizzerà calce invece di cemento per risparmiare?
Il referendum del 12 e 13 giugno 2011 chiede di abrograre definitivamente queste norme. Per farlo, bisogna rispondere a tutti e quattro i quesiti con un . In questo modo, il legittimo impedimento non verrà approvato, il decreto Ronchi non verrà approvato, non si tornerà all'uso dell'energia nucleare. Affinché ciò sia possibile, bisogna raggiungere il quorum del 50%+1, ovvero devono votare "sì" almeno la metà più uno degli aventi diritto. Come già detto, il Governo non sta pubblicizzando il referendum poiché non vuole che la gente vada a votare cosicché non si raggiunga il quorum e le leggi non siano abrograte.
Ora, delle considerazioni personali.
Se una persona è contraria all'abrograzione di queste norme, ok, non va a votare o va e vota "no". Ci può stare, differenti posizioni di pensiero.
Ma se una persona è disinformata o, peggio ancora, non gliene frega nulla, perché pensa che "non la riguardi" o che "non è affar suo" e simili, allora non ci siamo. Questo referendum come tutti i referendum è fatto per i cittadini, per il loro bene, per la loro tutela. Essi sono chiamati a votare, ad esprimere il loro parere, a usufruire del loro potere di popolo! Sono chiamati a votare affinché questa democrazia non sia una democrazia solo di nome, ma soprattutto di fatto! Che senso ha una Repubblica, che ha le sue radici nella volontà popolare, in cui il popolo è disinteressato alla stessa? È un controsenso. Non si possono ignorare questi avvenimenti, non se ne può rimanere fuori, perché sono fatti per noi. Se non ce ne interessiamo noi, chi lo farà? Se non ci interessa il nostro benessere, la nostra tutela, cos'altro ci può interessare? Tantissime vite sono perite affinché noi, generazioni future, avessimo questo diritto. E adesso ce ne fottiamo?
Apriamo gli occhi, per favore, svegliamoci: ANDIAMO A VOTARE AL REFERENDUM E VOTIAMO SÌ!
Restiamo umani. [cit. V.A.] 
Referendum del 12 e 13 giugno 2011 

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