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Renzi, divide il bottino e segna i primi punti

Creato il 13 dicembre 2013 da Antonio De Rose @antonio_derose

Matteo-RenziLa formazione della nuova segreteria politica del Partito Democratico definisce ulteriormente il compromesso fra renziani della prima ora, franceschiniani e adesso civatiani. Madia, Seracchiani, Picierno, Taddei: Matteo incentiva la fedeltà di giovani eterodossi, non battezzati nel sacro fuoco della Leopolda, ma comunque spendibili per comunicare che il nuovo è già avanzato. Il “sistema del bottino” valorizza gli under e le donne. L’involucro è attraente, adesso i contenuti. Mentre scrivo il Segretario mette a segno il primo colpo. La discussione sulla legge elettorale passa dal Senato alla Camera, dove c’è una maggioranza di partito. Renzi pigia sull’acceleratore delle riforme, stressa un Parlamento che sulla materia istituzionale-costituzionale rischia il grippaggio. Almeno, adesso, sappiamo di che morte morire. La riforma del Porcellum, già censurato dalla Consulta, non è più differibile; la Legislatura finirà anticipatamente se non scioglierà il nodo della legge elettorale in tempi brevi, non più di due mesi. E poi l’abolizione del Senato e delle Province, entro l’inizio del semestre europeo, appuntamento al quale l’Italia dovrebbe presentarsi con un abito nuovo. Il Consiglio dei Ministri intanto cancella per decreto il finanziamento pubblico ai partiti. Letta l’aveva promesso all’atto del suo insediamento, parola mantenuta con alcuni mesi di ritardo, dopo il faccia a faccia del premier col nuovo segretario piddino. Non è un caso.



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