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Renzi e le sirene

Creato il 12 febbraio 2014 da Antonio De Rose @antonio_derose

Odissea_Ulisse e le Sirene (Herbert James Draper-1909)“Il 9 dicembre cambia tutto” disse Matteo Renzi durante la campagna per la Segreteria del Pd. Le ultime parole famose. Da allora nulla è cambiato. Meglio, è iniziato il logoramento della sua leadership politica. Il Governo si è rivelato incapace di arrestare la caduta della produzione nazionale, le Camere di riformare l’ordinamento della Repubblica. Le larghe intese avevano un termine di diciotto mesi per “fare le cose”, il 28 febbraio prossimo saranno dieci dal giuramento dell’esecutivo. Altri otto così e chi verrà dopo raccoglierà solo macerie. Dal tredici dicembre tengo i punti del neo-segretario, che da principio sembrava in grado di vincere l’inerzia del Governo e del Parlamento: il finanziamento ai partiti abolito per decreto e la legge elettorale finalmente appuntata sull’agenda di Montecitorio. Più nulla. Letta ha passato il tempo a raschiare il barile per coprire il buco lasciato dall’IMU nei conti pubblici, Renzi ha riabilitato Silvio Berlusconi intavolando con il Cavaliere un dialogo sulla legge elettorale che ha prodotto un testo base dagli evidenti profili di incostituzionalità. Adesso. Le sirene del Governo attirano Matteo in un gorgo che ha già ingoiato Bersani e Letta. Il Sindaco di Firenze avrebbe i numeri, ma il Presidente del Consiglio vuole essere sfiduciato apertamente. È il gioco delle responsabilità. Letta vuole che Renzi si assuma quella di mettere in crisi l’attuale governo. Matteo conosce il rischio di un ribaltone per la sua immagine e potrebbe rimettere tutto nelle mani di Napolitano. Il quale fa sapere che il Paese ha bisogno di stabilità. Manco a dirlo.



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