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Renzi ospite di Fazio a Che tempo che fa e altri merletti

Creato il 12 ottobre 2015 da Postik @postikitalia

Fazio non è più quello di una volta. Qualcuno evidentemente gli avrà ricordato che ha famiglia e quindi si sta regolando di conseguenza. Piuttosto soporifera e scontata quindi l’intervista a un Matteo Renzi rilassato e caricato di retorica a pallettoni a Che tempo che fa.

In fondo i due si somigliano: entrambi d’indole ottuagenaria non sono che dei pompieri che hanno recitano la parte degli incendiari per campare, ed entrambi hanno impiantato una solida e remunerativa carriera grazie all’assoluta mancanza di qualsivoglia talento.

Che tempo che fa in fondo è diventata una succursale di Porta a Porta che ancora conserva nella nostra memoria un minimo di indipendenza, ma sappiatelo … solo nella nostra memoria, e per questo motivo che per un Renzi gonfiato all’elio resta una vetrina per dare l’impressione di stare a sinistra. Dal canto suo Fazio tiene al suo bel posto fisso e ha ancora due o tre cartucce di credibilità da sparare prima che la mediocre ma efficace rendita del passato si esaurisca.

Con tali premesse l’intervento di Renzi in quella trasmissione non poteva non tramutarsi che in una celebrazione, un’ ostentazione piuttosto artefatta di presunti risultati ottenuti, una bella infiocchettatura di regime impacchettata a regola d’arte. Insomma, se la Littizzetto non avesse parlato della prostata gonfia non ci sarebbe stata nessuna battuta satirica su Renzi.

Nessuna parola sui guai ammistrativi dell’attuale premier, sulle sospette e continue udienze rinviate per ripondere delle spese pazze fatte  alla provincia di Firenze, nessuna parola sui costi lievitati di un Expo’ fallimentare, nessuna parola sulla pessima riforma della scuola e sui tagli alla sanità pubblica, ma solo un’interminabile sviolinatura probabilmente progettata a tavolino con il gollum di stato Rondolino. Non c’è che dire, l’inconfondibile flemma del presentatore ha raggiunto nuove vette; Fabio ha fatto veramente di tutto per non indispettire Matteo.

 Così Renzi ha potuto spaziare senza freni e senza alcun contraddittorio degno di nota: serenamente ha dichiarato che non esclude un intervento in Iraq ma che “per ora” non è all’ordine del giorno senza che Fazio gli complicasse la vita con la più ovvia delle domande: “ma cosa vuol dire? Interverremo o no?” Sospetta leggerezza, da parte di un presunto giornalista, quella di lasciar passare sottotraccia e così facilmente un probabile ingresso in guerra del nostro paese.

Allo stesso modo Fazio ha lasciato Renzi tessere le lodi di un Expo’ dove i numeri parlano chiaro – nonostante le cifre gonfiate da Sala che conta anche i dipendenti non pagati -, un evento che non potrà mai recuperare i soldi che sono stati investiti, visto che dai 3,2 miliardi di euro preventivati per la sua realizzazione è arrivato a costarne ben 14. In effetti i padiglioni in carton gesso costano un botto!

Ovviamente Renzi, vista la prona condiscendenza del presentatore, ha approfittato dell’occasione per fare propaganda in vista dei mesi a venire. Per promuoversi non ha mostrato alcun pudore e non ha lesinato sui “bambini poveri” , sul ritorno di 500 cervelli – speriamo trovi la via di casa anche il suo  – attraverso un vero concorso pubblico, ammettendo indirettamente e con inconsapevole seraficità che in Italia la gente non viene assunta in base al merito. A tale e colpevole rivelazione nessuno si è giustamente scomposto; è cosa arcinota che in Italia non si è assunti in base ai meriti, ma un Presidente del Consiglio che non solo ne dà conferma ma che ne è addirittura prova vivente è davvero un’assoluta novità.

Che dire, aspettiamo un’ulteriore prova della mancanza di merito nello scegliere i nostri rappresentanti quando vedremo dei raffinatissimi verdiniani promossi a presidenti di commissioni alla camera e al senato. I favori vanno restituiti … alla faccia del merito!

Va ravvisato inoltre che Renzi possiede un concetto del tempo tutto suo: se si parla di guerra il furbastro non disdegna di vivere giorno per giorno, ma se  deve andarci giù duro di retorica riesce subito a proiettarsi senza difficoltà in uno splendido, quanto utopico, futuro radioso. Troppo facile così!

Ma il picco è stato raggiunto sul caso Marino. Quando Renzi ha dichiarato che non c’è stata una rottura tra il Pd e il sindaco ma tra il sindaco e la città, Fazio non ha fatto una grinza e preso da un’amnesia fulminante ha dimenticato che solo poche ore prima migliaia di romani si trovavano al Campidoglio per dare sostegno a Marino. Questo sì che è un capolavoro, solo un artista della lingua a cesello lo poteva realizzare.

E infine nessuno –  e per l’ennesima volta – ha avuto il coraggio di fermare l’imbonitore di stato quando ha attaccato il solito pippone in stile Istituto Luce  sulle magnifiche sorti della patria. No, qualcuno prima o poi glielo dovrà pur dire, che non vogliamo più che si apra quel balconcino maledetto a Palazzo Venezia, anche se si è trasferito a Che tempo che fa!

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