MILENA GABANELLI IN STUDIO Potere del denaro! Allora in Europa il Qatar sta estendendo le sue proprietà e a Milano a comprato un intero quartiere Porta nuova, in Francia il Paris Saint Germain, poi la maison Valentino e sono riusciti anche a prendersi i mondiali di calcio 2022 che si giocheranno in Qatar d’inverno. ... Per le donne del Qatar il velo integrale è anche segno di appartenenza ad una categoria sociale, quella più ricca. Poi ognuno ha i suoi perché. Per la tradizionale tolleranza inglese non è concepibile un divieto. Parlandone con dei colleghi inglesi mi hanno detto “in realtà il tema è sentito, perché sono sempre di più, ma questo è un tema della destra…noi siamo progressisti e non vogliamo rischiare di essere confusi con gli intolleranti”. E’ un po’ drammatico il fatto che non si possa parlare serenamente di un fatto che coinvolge tutti, anche chi lo porta, ed è legato al grande tema dell’integrazione perché è terreno ideologico e di propaganda politica.Come si comporta il resto dell'Europa col velo? La legge italiana vieta di girare a volto coperto, a meno che non ci sia il giustificato motivo, come quello religioso. In Francia il velo integrale è vietato: merito dell'ex sindaco di Venissieux, Andrè Gerin, di sinistra, che ha affrontato il problema tendendo la mano ai musulmani, senza strumentalizzazioni. Stesso concetto portato avanti dalla filosofa Badinter: mettere il velo rompe il rapporto egualitario tra due persone, io vedo te ma tu non vedi me. La legge anti velo è stata approvata in Francia nel 2010: è prevista una multa per chi circola senza farsi rinoscere. Ma la legge ha aumentato i casi di conflitto: le proteste sono state cavalcate dai fratelli musulmani, ma anche il governo ci ha messo del suo, che ha tirato in mezzo i valori dell'Islam. Alla moschea di Lione, i fedeli si dicono favorevoli alla legge. Chi non accetta il divieto è il signor Nekkaz paga le multe per le fedeli che non rispettano la legge: lui è contrario al velo, ma rispetta il diritto delle donne ad indossarlo. “La donna musulmana deve essere pudica”, dice una di queste. Che è stata mutata una sola volta, mentre a volte viene solo riconosciuta. La polizia a volte lascia correre.. Belgio: è vietato circolare mascherati, poi vicino al comune di Netternbeek è stata aperta una scuola islamica, dove arrivavano donne col velo. A Bruxelles si è fatta una legge sul modello di quella francese: fu approvata nel 2011. Anche qui, nessuna donna è stata obbligata a metterlo. Olanda: qui non c'è voglia di divieti, se uno non vuole essere identificato, va rispettata la scelta. La Corte di Strasburgo ha respito un ricorso contro la legge francese e stabilito che il velo integrale va vietato, perché è una pratica che arreca danno ai cittadini
KOEN LEMMENS – UNIVERSITÀ DI LEUVEN Io penso che il fatto di essere riconoscibile permette che cosa? Permette un controllo sociale. Tutto il processo di civilizzazione è questo: io mi comporto più o meno per bene in piazza perché mi possono riconoscere. E per me, ancora una volta, penso che in sottofondo c'è la discussione su che tipo di società vogliamo essere.
MILENA GABANELLI IN STUDIO E’ una bella domanda”che tipo di società vogliamo essere”. La corte di Strasburgo sui diritti umani è chiara: se i principi fondanti di un Paese prevedono che non sia possibile girare in pubblico a volto coperto, perché devi sempre essere riconoscibile, quel principio va applicato. Siccome l’integrazione è un processo lento, bisogna discuterne con serenità, senza pregiudizi, e poi a seconda del sentire prevalente, valutati i pro e i contro, ogni Paese, se ritiene decide. Restando in tema di riconoscibilità, invece sulle nostre coste centinaia, migliaia di migranti sbarcano a volto scoperto, ma non hanno i documenti, l’unico modo per identificarli, è quello di prendere le impronte digitali. E su questo noi abbiamo un dramma, noi italiani, abbiamo un dramma che si chiama Dublino.Le impronte di chi sbarca in Italia: i migranti possono essere riconosciuti solo dalle impronte, non avendo documenti addosso. Una volta sbarcati sono fotografati, perquisiti e portati al centro di accoglienza di Pozzallo. Le immagini sono poi mandate in Europa: quelli che non si vorrebbero far fotografare, sono quelli che vogliono proseguire nel nord dell'Europa. L'accordo di Dublino dice che lo status di rifugiato lo deve dare il primo paese che accoglie e prende l'identità della persona. Così molti se ne scappano dai centri, per evitare la fotoscegnalazione. Ci sono le immagini del servizio de l'Espresso, del cara di Bari: si vede che c'è gente che entra e gente che esce. Gente che dorme nel campo non avendone diritto, gente che se ne scappa per non essere identificata. Come i siriani passati per il Cara di Bari: dove sono andati? Un testimone racconta che uno del centro ha detto loro che chi non voleva farsi riconoscere poteva andar via. Come si fa a parlare di sicurezza quando non si riesce ad identificare migliaia di migranti sbarcati sulle nostre coste? Il ministro Alfano, su domanda della giornalista, sa del problema. Colpa del regolamento di Dublino, firmato anche da Alfano, che andrebbe cambiato. L'Europa ha scaricato sull'Italia la polveriera del nordafrica: ora nessuno ha voglia di accollarsi sulle spalle questo tsunami. E in Italia c'è chi si ingrassa con l'emergenza profughi: gente che attende oltre un anno per avere lo status di rifugiato. Perché tenere i migranti nei Cara sono soldi per le cooperative che li accolgono. Tempo che non viene impiegato per cercare una identificazione: si contatta l'ambasciata dei paesi di origine solo per le espulsioni. E allora gli immigrati sono trasferiti nei Cie: come a Trapani dove ci sono solo 48 persone, ma qui lavorano 80 italiani tra operatori e forze dell'ordine, per i controlli. Per ogni persona la struttura riceve 29 euro, per un totale di 150 ml, spesi per fare l'identificazione di persone che non possiamo identificare. Che riescono pure a scappare dal centro e non sappiamo dove sono andati. Perché il totale delle persone rimpatriate è stato solo il 18% dal 2011 al 2013. Ma poi possiamo continuare a prendercela con gli immigrati che ci rubano i soldi e il lavoro ...
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