Magazine Società

Repubblica Centrafricana / Biazin l'originale ovvero il pittore-poeta-cronista d'Africa

Creato il 19 febbraio 2012 da Marianna06

  

   ALLA SCOPERTA DI  CLEMENT- MARIE  BIAZIN  L’ECLETTICO

 

 

20475_304163989794_304088939794_3325326_3369908_n

 

Clement –Marie nasce nel 1924 da una famiglia di modestissime condizioni in un villaggio della Repubblica Centrafricana. Suo padre è un muratore di mestiere , quando riesce a lavorare, e sua madre una contadina come lo sono tante donne africane che, con il lavoro dei campi, sostentano la famiglia.

 Il Centrafrica  è un paese poverissimo dove si sopravvive a stenti. Ieri più di oggi.

Proprio per questo motivo il giovane Clement-Marie frequenta poco la scuola e, a partire dal 1946, gira mezza Africa per trovare un lavoro, quello che sia, che gli offra la possibilità di mantenersi.

Fa, infatti, mille mestieri. Boy, bracciante, caposquadra , fotografo.

E’ in Uganda, in Burundi , in Rwanda, in Camerun, in Gabon, in Congo e in Guinea Bissau.

Questi viaggi e queste esperienze di lavoro gli insegnano comunque moltissimo tanto che,quando rientra al suo paese natale ha intenzione di comunicare a chi, invece, è rimasto a casa tutto quanto ha appreso nel suo irrequieto girovagare. 

E lo fa attraverso il disegno e la pittura.

Ha imparato da solo cominciando con schizzi a matita. E poi, gradualmente, con in tasca un po’ più di denaro sonante (colori, tele e pennelli costano), passa alla pittura

Ma si tratta di una pittura, la sua, capace di conciliare tratto e colore con la cronaca letteraria e con la quotidianità spicciola del suo tempo,della quale gli capita d’essere spettatore partecipante.

E i suoi lavori(egli è appunto un autodidatta),  sono sempre un felice matrimonio di colori e parole.

Nei suoi quadri descrive la vita quotidiana africana ma denuncia anche, e soprattutto, gli abusi della colonizzazione e gli sbagli della sua gente, sovente servile nei confronti del bianco-padrone.

Nelle pitture vi sono incorporati testi scritti, che si raccordano alla perfezione, a livello di risultato finale, sul piano estetico.

E’ un’arte originale, direttamente imparentata con nessun’altra forma di espressione artistica specifica ma che si nutre di molte di esse.

Quasi per provocazione, egli firma le sue opere con accanto al nome proprio la parola : “viaggiatore”, “storico”,”narratore”.

 A volte aggiunge addirittura “bruto incallito”.

I suoi lavori hanno a che vedere con la pittura, il fumetto,, la cronaca giornalistica ma anche con le icone russe e le affiches.

Questo pertanto fa di Biazin in un certo senso il “primo dissodatore delle arti moderne africane”.

E, a pieno titolo, è suo anche il riconoscimento di pittore nazionale centrafricano.

La cultura centrafricana, quella yakoma in particolare, la sua etnìa d’origine, è presente in moltissimi dei  suoi quadri , che ci sono rimasti.

Il suo è lo sguardo di un umanista tollerante nei confronti delle antiche tradizioni della sua gente.

Tanto che nelle sue valutazioni ha spesso sostenuto che ,anche tra gli africani, la diversità è un valore aggiunto, che va riconosciuto. E perciò apprezzato.

Quindi non l’Africa ma le Afriche.

Quando in Centrafrica arriva Bokassa, che ne fa il suo “ impero”, Clement-Marie Biazin parte nuovamente.

E stavolta è per la Francia dove, malato di lebbra e rifugiato clandestino, muore nel 1981.

A fare conoscere la sua opera in Europa e nel resto del mondo è stato il suo caro  amico Robert Sève, che ha sempre creduto nel suo talento, l’ha incoraggiato e aiutato anche economicamente.

Perché Sève aveva intuito la singolare modernità dei suoi lavori.

Accanto a Sève ci sono stati anche Michel Leiris e Jean Laude,. A quest’ultimo si deve anche un pregevole libro-catalogo, pubblicato alcuni anni fa, in Francia, dalle edizioni “Tiers Mondes”.

Le opere di Biazin sono state esposte tanto nel suo Paese, nel Centro Culturale francese di Bangui, quanto allo Stedellijk Museum di Amsterdam quanto ancora, in Germania, al Kunsthalle di Dusseldorf.

La sua prima retrospettiva in Francia è, invece del 1994, presso il Museo delle Arti d’Africa e d’ Oceania.

 

  A cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :