Magazine Opinioni

Requiem per un’Europa mai nata

Creato il 26 novembre 2011 da Arvales @ArvalesNews

Requiem per un’Europa mai nataC’è chi dice che stia male, molto male; grave per alcuni, da “codice rosso” per altri. I meno ottimisti come me, paventano una prossima caduta nel coma e infine la morte di questa Europa che, per quanto mai nata, è comunque riuscita a darci la speranza in un futuro migliore. Chiusa e archiviata la stagione teatrale del nostro più grande attore dal dopoguerra ad oggi, finite le comiche, cominciano a circolare le locandine delle prossime rappresentazioni: niente di divertente in programma, solo tragedie. In un articolo della repubblica.it di oggi, leggo alcune citazioni di un editoriale del The New York Times:
“Al crescente coro di osservatori che teme che il crollo dell’eurozona sia a portata di mano, Angela Merkel ha risposto a chiare lettere: è uno scenario che non potrà mai verificarsi. Ma alcune banche non ne sono più così sicure… In particolare perché la crisi del debito sovrano ha minacciato di investire la stessa Germania questa settimana, quando gli investitori hanno iniziato a mettere in dubbio il rango di principale pilastro della stabilità europea del Paese”.
Sempre sul tema, Andrew Bailey, funzionario dell’Autorità dei Servizi Finanziari della Gran Bretagna, ha affermato: “Non possiamo essere, e non lo siamo, compiacenti su questo fronte, non dobbiamo ignorare la prospettiva di un allontanamento disordinato di alcuni Paesi dall’eurozona”… Se qualcuno pensa ancora agli inglesi come agli eroi della seconda guerra mondiale, o li immagina come dei compassati gentlemen che prendono il tè conversando amabilmente, vada a leggersi questo articolo sul libro Il golpe inglese,  scritto da Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella (Chiarelettere edizioni).
Un’altra citazione letta sull’articolo di repubblica.it che trovo agghiacciante: “I principali istituti finanziari britannici, come Royal Bank of Scotland, stanno predisponendo piani di emergenza nel caso l’impensabile viri verso la realtà, hanno indicato i loro supervisori giovedì”, riporta ancora l’editoriale di Nyt. “Le authority degli Stati Uniti continua ancora l’editoriale – stanno incalzando le banche americane come Citigroup ed altri istituti, a ridurre l’esposizione verso l’eurozona. In Asia, le autorità di Hong Kong hanno intensificato il monitoraggio dell’esposizione delle banche straniere e nazionali alla luce della crisi europea”.
Mentre le agenzie di rating affilano le forbici e le grandi banche come Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura diffondono rapporti a getto continuo su un possibile (per alcuni probabile) crollo dell’eurozona”, Ciccio, Franco e la Donna di Picche – i “medici” che dovrebbero tentare una terapia in extremis - non sono ancora riusciti ad accordarsi sul “che fare”.
Forse dipende dal mio umore che oggi non è dei migliori, o dal fatto che da bambino abitavo tra la Parrocchia e un Santuario, ma mi pare di udire i rintocchi di una campana che suona l’agonia dell’Europa…
I ministri di Dio, che sono sempre i primi ad accorrere al capezzale del moribondo, ne approfittano per tirare acqua al loro mulino (guarda il filmato dell’ultima trasmissione di Santoro), e intanto preparano i paramenti per un rito funebre  che non ha precedenti nella storia, perché non è mai accaduto che il morto fosse un’intera civiltà.
In un post di pochi giorni fa, Italiani, what else?, ho scritto: “Siamo al tramonto, la luce basta appena per mostrarci il terreno dove tra un attimo si poserà il piede. Le nostre convinzioni, quelle con cui abbiamo creato Dio e quasi distrutto un pianeta, si allungano come ombre minacciose alle nostre spalle, quasi volessero accompagnare il nostro procedere incontro alla notte per essere certe che non torneremo indietro.”
Vorrei avere un’altra di quelle vecchie bottiglie di Calvados bevuta a Parigi nel 1986, dopo il battesimo della mia figlioccia Alexia; un liquore che ebbe su di me un effetto prodigioso: io che conosco un po’ di francese sgrammaticato, per via dei miei trascorsi in Africa, sotto l’influsso di quel nettare degli Dei ho cominciato a parlare fluentemente quella lingua e, dopo una lunga dissertazione di politica internazionale, ho profetizzato il dissolvimento dell’Unione Sovietica e la caduta del muro di Berlino. Mi piacerebbe avere una di quelle bottiglie per provare a immaginare quello che accadrà nei prossimi anni. Una cosa però riesco a immaginarla anche da sobrio: gli islamici esulteranno per la crisi del sistema occidentale e ricorderanno al mondo che loro lo avevano previsto da tempo… Che il Corano ne sappia più della Bibbia?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :