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Restare sintonizzati su una storia

Da Anima Di Carta
Restare sintonizzati su una storia C'è un sottile legame tra noi e le storie che scriviamo, ci avete mai fatto caso?
All'inizio è debole, forse perché le nostre stesse idee sono nebulose e i personaggi poco definiti, ma man mano che procediamo e prende forma la nostra "realtà alternativa", il rapporto diventa più profondo.
Tuttavia, come dicevo, è un legame sottile, fragile, pronto a deteriorarsi e spezzarsi da un momento all'altro. Dovrebbe essere nostra cura preservarlo in più possibile, coltivarlo e farlo crescere. Perché senza questo legame la storia è fiacca e soprattutto scrivere diventa difficile.

L'importanza di mantenersi concentrati


Uno dei grandi consigli che si danno a chi scrive è quello di farlo tutti i giorni, e il motivo non è solo legato all'esercitarsi (ovviamente c'è anche questo aspetto), ma al fatto che la mancanza di costanza porta a un allontanamento da quello che stiamo scrivendo. Forse lo avete notato: smettete di scrivere per un po', magari per mancanza di tempo o perché siete presi da altro, e quando ricominciate è molto faticoso. Avete perso l'intimità con i personaggi, non siete più in contatto con le loro emozioni, non siete più nella loro testa. A volte non vi importa neppure più tanto delle loro vicende. Insomma, dovete riacquistare questa connessione e ciò richiede tempo e fatica.
A me è capitato spessissimo. Ora sto lavorando a una storia, ma l'altra è ferma e so che quando la riprenderò in mano dovrò impegnarmi molto per riconquistare il legame con i personaggi. Forse questo è anche un mio limite, poter lavorare a una storia alla volta. Accade anche a voi lo stesso?
Oltre alla fatica di riprendere in mano qualcosa che non ha più la nostra totale attenzione, c'è anche da dire che scrivere in modo poco costante comporta una maggiore lentezza nel procedere. Il tempo necessario per scrivere un romanzo cresce in proporzione a quante volte vi fermate e dovete riprenderlo in mano.

Quando non si può scrivere tutti i giorni


Bene, vi ho convinti a non fermarvi? Però so benissimo che non si può scrivere tutti i giorni, persino quando non si ha un lavoro fisso. Allora, che si può fare per non perdere questa connessione e restare concentrati? Mi sono posta per prima questa domanda e sto cercando di darvi una risposta. Insomma, come mantenere la sintonia con il testo anche quando non è possibile dedicarsi a esso in modo attivo, scrivendo?
Rileggere brani già scritti, anche brevi
Anche questo richiede tempo, purtroppo, ma meno rispetto alla scrittura vera e propria. E non è neanche necessario mettersi al pc, basta portare sul lettore e-book il testo o stamparlo. Può essere un modo per non perdere il filo del discorso o ritrovarlo.
Pensare ai personaggi e alla trama
Se il tempo è davvero poco, magari siamo fuori casa, a lavoro o in situazioni che ci impediscono anche di leggere, potrebbe essere utile almeno riflettere su quello che stiamo scrivendo, provando a progettarlo mentalmente e a sfruttare i processi inconsci. Non lo fate abitualmente? Male!
Andare a caccia di idee e dettagli
Anche se la realtà intorno a noi è totalmente diversa da quella che stiamo creando (per esempio il romanzo è ambientato nel '700 o nel futuro), c'è sempre qualcosa di utile da osservare intorno a noi, e che in seguito potremo sfruttare inserendolo nella nostra storia. Qualsiasi sia l'attività che vi tiene lontani dal vostro romanzo, usatela come territorio di caccia. Di questo tornerò a parlare in modo più approfondito in uno dei prossimi post.
Prendere appunti, ovunque
Raccogliere idee non serve a nulla se non le si fissa in qualche modo. Inoltre, prendere appunti e rileggerli è anche un modo per generare altre idee e continuare a elaborarle anche lontano dalla scrivania. Inoltre, scrivere a mano offre dei vantaggi, perché ci obbliga a pensare in modo diverso rispetto a quando usiamo un programma di videoscrittura.
Sforzarsi di scrivere, anche poco
A volte non è il tempo che manca. Forse ne abbiamo a disposizione, ma ci ritroviamo lo stesso a contemplare il monitor con la testa vuota. Può essere la stanchezza o la mancanza di ispirazione. Siamo tentati di dire “oggi non è giornata, faccio altro”. In questi casi, è meglio costringersi a buttare giù poche righe, piuttosto che mollare, perché avremo comunque mantenuto vivo il legame con personaggi e trama.
Restare concentrati sul libro che stiamo scrivendo è anche una questione di disciplina. Parola antipatica, eh? Però, la verità è che vogliamo fare un lavoro serio, dobbiamo adottarla. Tutti possono iniziare a scrivere un romanzo, quanti arrivano alla fine? E quanti hanno fatto un buon lavoro? E quanti ancora hanno voglia di rimetterci mano per migliorarla?
Si può fare del proprio meglio per non lasciare andare questo legame sottile, ma è pur vero che qualche volta arriva un'altra storia a chiamarci, ed è un richiamo irresistibile. Oppure la concentrazione diventa ossessione e l'amore per i personaggi si trasforma in odio e rigetto. Tutti segni che la scrittura e il rapporto storia-autore alla fine restano un mistero difficilmente sondabile...
Vi siete mai trovati a fare i conti con tutto questo? E avete da suggerire altri metodi per restare “in contatto” con una storia?

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