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Il rombo dei motori delle macchinine più cool della nuova generazione finisce in un tonfo secco, quando al posto del carburante gli sceneggiatori mettono insieme una serie di clichè angustianti e poco edificanti. "Cars 2" conferma la qualità standard del primo capitolo, piuttosto bassa se comparata ad altri film di produzione Pixar, con un'aggravante notevole: la pura volontà di lucrare sul motivo seriale facile facile. E la parola "sequel" comincia a ritornare troppo spesso nella filmografia Pixar.
"Cars 2" è l'esatto complementare del primo capitolo, successo più di merchandising che di botteghino e critica. Abbastanza scorrevole e prevedibile, con una lunga serie di luoghi comuni che potrebbero causare orticaria a chi cerca un minimo di cinica realtà, "Cars 2" è anche un prodotto piuttosto vuoto, in molti casi eccessivo nella caricaturizzazione dei personaggi ma soprattutto dei luoghi destinati alle gare, con un'Italia che si avvicina molto a Neri Parenti e all'immagine volgarotta e insolente piuttosto che alla realtà molteplice dei nostri costumi. Lo stesso accade con il Giappone e con l'Inghilterra, nuovamente "tipizzate" dall'occhio approssimativo americano con la sua visione "all-over" del mondo. E non è un semplice peccato veniale, quanto la constatazione che il rapporto con le culture "altre" diventa saccheggio (nel caso di Miyazaki) oppure canzonatura. "Cars 2" è un film baby, ma talmente baby da risultare lontanissimo dai suoi predecessori, "WAll-E", il nonnetto di "Up"; il capitolo conclusivo e con lacrimuccia della saga "Toy Story". E' un prodotto depotenziato di coraggio e di artisticità, che si raccorda al cinema per bambini come nemmeno più vecchie produzioni meno blasonate fanno (leggasi il riferimento all'evoluzione continua dellla Dreamworks). E' un tripudio di scintillanti tinte accese, un attento e di mestiere lavoro di grafica e computer, un intreccio estenuante e un po' patetico di sentimenti sotto una traccia di action senza vette. E' un film modesto, maledettamente piatto. Il che non fa che confermare come Lasseter abbia problemi da director piuttosto evidenti. per questo, un ritorno di Brad Bird sarebbe un toccasana artistico di un certo peso.
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