Magazine Cinema

Review 2011 - Submarine

Creato il 18 luglio 2011 da Ludacri87


Piledriver Waltz (ALEX TURNER)
 If you’re gonna try and walk on water make sure you wear your comfortable shoes. 
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
Review 2011 - Submarine
"Submarine" è un atipico "coming of age" di una generazione perduta e ritrovata. Finisce e comincia da "Harold & Maude", ma si incammina verso un sentiero più normalizzante, per quanto caustico, umorale, cinico e spiazzante. Assistiamo alla parabola senza fine di Oliver Tate, reincarnazione pseudo-moderna di Harold, ma i percorsi si fanno speculari e al senso di inettitudine come rifiuto del mondo da parte del vecchio adolescente, subentra la normale anormalità del nuovo protagonista, un "eroe" dello spicchio di terra in cui vive, un ex-perdente ora divenuto un  neo-vincente. Contrappasso dei tempi moderni, finissimo lavoro di psicologia del "contrario".




Prendete "Harold & Maude", 1971, regia di Hal Ashby, protagonisti Bud Cort e Ruth Gordon, coppia "scandalo", ragazzino e anziana, amore puro. Per forza maggiore, rendete Maude e il suo anticonformismo un miraggio, cancellatelo con garbo, o meglio fatene un ricordo lontanissimo, un rilievo intertestuale possibile ma non obbligatorio. La storicità di quel personaggio che porta segni indelebili sulle braccia sarebbe stata fuori luogo. Lasciate Harold, il ragazzino, privatelo della carica grottesca (immaginerà il suo funerale come incipit di raccordo, ma sarà ben lungi dall'inscenare il suicidio) e fatene il fulcro di una nuova avventura, magari duplice, triplice. E ora il remake può avere luogo. In quest'ottica molti avrebbero una percezione negativa circa l'esito, soprattutto con il gigante antenato a fare da contraltare, deterrente e giu di lì. Invece no. "Submarine" funziona perchè "reinterpreta" forma e contenuto, atmosfera e sottotesto, affrancandosi del tutto, tanto che più che un rimando implica un omaggio e soprattutto un'attualizzazione. Chi è Jill Tate se non una Mrs. Chasen più diretta, più esplicita, ma altrettanto apprensiva ed oppressiva? La ricostruzione è anche scenografica, con oggetti "alternativi" che avrebbero potuto far parte del camper di Maude. Ma ciò che distanzia il film dal corrispettivo è il personaggio principe, Oliver, analizzato e portato sullo schermo come il simbolo di un'inettitudine positiva, non più ai margini, ma dentro una società, che sia essa scolastica, affettiva, famigliare. Nuovi temi e personaggi vengono fuori; dal bullismo subito o arrecato, alla passione amorosa provata e ricambiata per una paffuta ragazzina che di nome fa Jordana (titolo di uno dei segmenti narrativi che costituiscono l'ossatura del film), dall'autoanalisi del protagonista nei confronti degli adulti, con un intervento necessario per arginare la leadership mistica esterna (di un personaggio secondario, Graham Purvis) nel cuore della madre,  fino alla malattia grave. In questa esplosione narrativa, nulla viene lasciato al caso, tantomeno il peso delle inquadrature-poetiche che diventano un paradigma di riferimento molto più forte che in"Harold & Maude", tanto da costituire un tratto chiave per la lettura. Richard Ayoade, a differenza di Hal Ashby, non aspira ad una classicità storica da cinema narrativo, ma rende la narrazione funzionale al suo discorso formale, con un montaggio accorto, l'uso di flashbacks introspettivi, il fermo-immagine e una varietà stilistica perfetta per colpire l'immaginario delle nuove generazioni, non dimenticandosi di sostituire il Cat Stevens ispirato della pellicola di riferimento, con un altrettanto notevole Alex Turner, che crea composizioni retrò memorabili ( sei le canzoni in pausa dagli Arctic Monkeys). E' la rivoluzione formale l'asso nella manica, senza dimenticare la capillare definizione dei caratteri dei personaggi, grazie ad un parterre notevole ( i giovani Craig Roberts e Yasmin Paige, i veterani Paddy Considine e Sally Hawkins, il sottovalutato Noah Taylor), ma anche ad un lavoro altrettanto preciso di identificazione esterna nel design del guardaroba, in mano a Charlotte Walter. Insomma la visione è obbligata.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

  • Master Blaster al Fantafestival

    Master Blaster Fantafestival

    La camera delle bestemmie, colonna sonora : Freaks in uniform delle Horropops.La mia vita è caotica, chi mi conosce lo sa benissimo. Leggere il seguito

    Da  Taxi Drivers
    CINEMA, CULTURA
  • Le vergini suicide

    vergini suicide

    di Jeffrey EugenidesTitolo: Le vergini suicide Titolo originale: The Virgin Suicides Autore: Jeffrey Eugenides (Wikipedia) Nazione: USA Anno prima pubblicazione... Leggere il seguito

    Da  Phoebes
    CULTURA, LIBRI
  • Lessico famigliare (Ginzburg)

    Lessico famigliare (Ginzburg)

    Natalia Ginzburg è una delle tante voci del panorama letterario italiano che vengono quasi ignorate nella trattazione scolastica che, ovviamente, ha parecchi... Leggere il seguito

    Da  Athenae Noctua
    CULTURA
  • “La ferocia” – Nicola Lagioia

    ferocia” Nicola Lagioia

    Dopo Occidente per principianti e Riportando tutto a casa, Nicola Lagioia torna a raccontare una Puglia lontana dai clichè, scegliendo atmosfere livide e toni d... Leggere il seguito

    Da  Temperamente
    CULTURA
  • Cosa sta succedendo in Grecia

    È da molto tempo che non mi impegno a scrivere su questo blog. Un’po perchè essendo uno studente universitario talvolta il tempo scarseggia, un po'( un bel... Leggere il seguito

    Da  Hodyjean
    CULTURA
  • Unfriended (2014)

    Unfriended (2014)

    Affrontare un horror con aspettative azzerate è sempre una gran tattica e lo dimostra la mia reazione dopo la visione di Unfriended, film diretto nel 2014 dal... Leggere il seguito

    Da  Babol81
    CINEMA, CULTURA