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Revival fascista: la trappola perfetta per un popolo affamato

Creato il 06 aprile 2015 da Allocco @allocco_info

Che la storia insegni, o debba insegnare qualcosa, è riconosciuto da tutti; che a volte qualcuno non impari la lezione, non sorprende più di tanto. Quello che invece colpisce, della nostra attualità rispetto alla storia d’Italia, è come si stia lentamente ricadendo in una trappola, e non in una qualunque, ma in quella micidiale macchina politica che ci ha portati sul baratro della guerra dopo un ventennio di dittatura: il fascismo.

I padri costituenti della Repubblica si sono ben prodigati ad affermare, nella nostra carta costituzionale, l’importanza di guardarsi da un possibile ritorno del fascismo, vietando una ricostituzione di tipo politico-organizzativo. Quello che non potevano prevedere, e che forse lascia ancora più increduli, è come il fascismo stia lentamente tornando, a distanza di quasi un secolo, a farsi strada nelle venature della nostra cultura.

Basta leggere il carattere di cui sono imbevuti i discorsi quotidiani, i post sui social network, o addirittura le nuove impostazioni politiche di alcuni partiti italiani. Se da un lato – sempre restando fedeli a quella che è un’indicazione saggia come quella presente nella Costituzione – la libertà di opinione e di espressione della stessa resta un elemento fondamentale della libertà personale, e come tale non può e non deve essere toccata, dall’altro fa sorridere, e non senza inquietudine, scoprire che tale libertà viene rivendicata proprio da chi va elogiando un ideale – quello fascista – che faceva della censura e dell’eliminazione fisica dei suoi oppositori uno dei suoi strumenti di dominio.

Da un punto di vista prettamente politico, un’ideologia fascista può ancora essere individuata, ma non va confusa con una presa di posizione conservatrice. Quello che spaventa, non sono tanto le posizioni politiche dal sapore retrogrado, né spiriti più o meno nazionalisti che, in un momento di crisi, sono quasi fisiologici all’interno di una nazione; quanto, piuttosto, le forme più estreme che lentamente prendono piede all’interno di quelle stesse ideologie, trasformandosi a volte in vere e proprie nostalgie fasciste, con richiami al Duce, ideologie razziste e atti violenti.

In parte dovute a visioni miopi e quasi religiose, di adorazione nostalgica per un’epoca andata, ci troviamo però di fronte anche e soprattutto a risposte sociali – dunque non istituzionali – che ricalcano con maggiore aggressività quella che è l’ideologia fascista. È infatti raro udire un rappresentate di partito inneggiare a Mussolini o al Ventennio, molto più frequentemente accade invece nel tessuto sociale, in special modo nel ceto più in difficoltà. Quasi a voler significare che, proprio come negli anni in cui il fascismo si affermò in Italia prima della guerra, anche oggi ci troviamo di fronte a un periodo di forte crisi economica e sociale, che trova uno sfogo in cieche fedi politiche, in ideologie aggressive, in cui si affermano i propri bisogni in maniera violenta, attaccando il diverso, lo straniero, il musulmano; proprio come ai tempi del fascismo e del nazismo hitleriano.

Ogni estremismo politico ha condotto l’uomo, nella sua storia, a disastri bellici e sociali. L’Italia ne è stata una drammatica testimone, e non deve commettere l’errore di cadere in fuorvianti e macabre ideologie; la rabbia è tanta, i diritti dei cittadini vengono quotidianamente ignorati e accantonati dai politicanti, ma ciò non deve indurre il popolo a cadere in un falso tranello.

Se esiste una lezione del fascismo, è quella che ci suggerisce di ripudiarlo.

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