Nom importa nulla alla Regione Lombardia se Milena Gabanelli, in una puntata di Report dell’autunno scorso, di cui possiamo vedere il testo nelle immagini che scorrono, ha scoperto che la San Leon Energy Italia ha una strana sede a Monteroni in provincia di Lecce, un paese di 3mila abitanti, senza insegne né uffici propri. E la società risulta disporre di un capitale di 10mila euro. La giunta Maroni va avanti e risponde a un’interrogazione dei cinque stelle tramite l’assessore Terzi: sì, la ricerca di idrocarburi in Lombardia è autorizzata, procederà la San Leon Energy.
Molti i Comuni della provincia di Cremona interessati, fra gli altri Crema, Sospiro, Pieve D’Olmi, San Daniele Po e tanti altri.
Per ora la società irlandese di Monteroni potrà procedere non con perforazioni e trivellazioni, per le quali occorre una diversa autorizzazione, bensì con ricerche non invasive, mediante pozzetti per indagini di carattere geologico e sismico. Non è questo il pericolo, ma quel che potrà succedere nelle fasi successive. Il sindaco di San Daniele Po Davide Persico vuole saperne di più, come altri, ed è probabile un’interrogazione in consiglio provinciale.
Il metodo del fracking non sarà utilizzato: non ci sono lunghe formazioni orrizzontali rocce da rompere con esplosioni sotterranee. Semmai sarà seguito lo stesso metodo applicato dalla Stogit a Bordolano, mediante l’uso di sostanze chimiche che permettono di sgretolare il terreno e scavare più facilmente.
La ricerca potrà durare sei anni. Se saranno individuati siti contenenti gas metano, ad esempio, la società di Monteroni chiederà un’altra autorizzazione.
Per mezzo dei pozzetti la San Leon, già d’accordo con Formigoni, potrà fare una sorta di radiografia del sottosuolo, emettendo onde elettromagnetiche. I geologi potranno interpretare i risultati di tali indagini. Poi però sarà il caso, come insiste Persico, di fare chiarezza.
(da http://www.telecolor.net)
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