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Ricercando e cucinando a Casa Buitoni

Da Anna Maria Simonini @AMSimo

Non è semplice raccontare in due parole che esperienza è stata fare visita a Casa Buitoni. Come avrete letto da altre amiche blogger, siamo state ospitate per due giorni (notte compresa) nella magnifica villa di Sansepolcro, sede del centro di Ricerca e Sviluppo di Nestlè. “Casa Buitoni” è infatti un marchio di quella che è una delle più importanti multinazionali operanti nei settori Food e Beverage del mondo. Avevo già assistito recentemente alla presentazione degli ultimi prodotti, in anteprima presso la sede di Milano, ma visitare un centro R&D, per una fissata come me, non poteva che essere il regalo più bello (per chi non lo sapesse, ho fondato un gruppo su LinkedIN chiamato F&B R&D, che raccoglie oltre 1.100 ricercatori delle più importanti multinazionali provenienti da ogni parte del mondo).

Cercherò di partire dall’inizio ed essere breve. In compagnia della solita combriccola composta da Sandra Salerno, Marta Tovaglieri, Teresa Balzano, i Singer Food, Margot Schacter e Monica Brenna, sono partita da Milano ed era chiaro fin da subito che ci saremmo divertite parecchio: tutte in treno appassionatamente, veniamo accolte alla stazione di Firenze, scortate in pulmino sino al cancello che magicamente aprendosi ci ha permesso di entrare in un luogo assolutamente inaccessibile ai più. Casa Buitoni non è aperta al pubblico, non è visitabile. Il nostro è stato un caso più unico che raro, per il quale non finirò più di ringraziare. La villa è meravigliosa, con un giardino stupendo, posta in alto rispetto al paese, sembra sospesa nel tempo e nello spazio. Che sia questo il segreto della buona riuscita della ricerca? Dovrò aspettare fino al giorno successivo per capirne di più. Per il momento veniamo accompagnate nel centro storico di Sansepolcro, dove visitiamo con l’Assessore ai beni culturali il museo civico, che contiene le opere di uno dei miei artisti preferiti in assoluto: Piero della Francesca. Vi assicuro che è stato molto emozionante vedere pale d’altare e soprattutto affreschi dal vivo. Dopodiché siamo andate a strafocarci e bere come spugne un rosso Bruciato, che io Sandra e Marta non dimenticheremo di certo!

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La serata finisce con la foto della mitica Francesca Marchelli (le cui imitazioni rimarranno nella storia!) e la bottiglia di Montenegro, che si commenta da sola!?

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Dopo una notte di magnifico sonno in una stanza arredata in stile impero, dopo aver consumato una deliziosa colazione in terrazza con tanto di sole, cielo blu e montagna di quotidiani del giorno da leggere col caffè, cosa si può volere di più dalla vita direte voi … beh, io dico: visitare il piano di sotto! Il rifugio segreto degli scienziati! Già scendendo le scale e vedendo tutti i prodotti che sono stati inventati a Sansepolcro ci si rende conto dell’importanza del centro. Quando vedo il mega-logo Nestlè Research mi batte il cuore.

Assistiamo a due presentazioni: prima Baltadar, il responsabile del centro, ci dà dati numerici sul gruppo, su Casa Buitoni, e ci spiega la mission di Sansepolcro, ovvero creare proprietà intellettuali per Nestlè, inventare cioè nuovi prodotti che prima non esistevano, oppure migliorare quelli già esistenti per andare incontro ad esigenze come la riduzione di sodio e zuccheri – più in generale, i benefici che si cerca di produrre per il consumatore sono piacere (gusto), senso di protezione, naturalità, controllo del peso, nutrizione per bambini e performance atletiche. A Casa Buitoni si cerca di individuare la necessità del consumatore, si verifica la fattibilità tecnologica ed il potenziale commerciale del prodotto. All’interno del gruppo Nestlè ci sono molti altri centri R&D: ogni stabilimento corrisponde a 29 product technologies, 320 application group, per un totale di 5.000 addetti in tutto il mondo. Tra questi, Casa Buitoni rappresenta il centro dedicato alla cucina Mediterranea. I prodotti a marchio Casa Buitoni sono commercializzati in Europa e negli Stati Uniti.

Abbiamo poi assistito alla presentazione della nutrizionista “di Casa”, che ci ha spiegato meglio il suo ruolo, che comprende anche collaborazioni con chi si occupa di comunicazione e packaging, oltre a chef e team pilota. E’ anche la protagonista delle video ricette insieme al mitico chef Braganti, che d’improvviso compare alle nostre spalle, seduto tra di noi e che ci scorta verso … la cucina! Si dia inizio alle danze! Comincia la parte divertente e tutti noi non vediamo l’ora di mettere le mani in pasta insieme a cotanti chef.

La cucina è grandissima, ha 4 lunghi ripiani su cui lavorare, 8 forni, svariati fuochi ed un grande armadio contenitore, dal quale sporgono spezie a non finire. Eh si, perché qui … si sperimenta! Ogni errore può rivelarsi in realtà fonte di qualcosa di nuovo e inaspettato. Cominciamo subito con un brainstorming per definire cosa cucinare. Non vi dico quante materie prime ci fossero (anche solo quanti tipi di farina) tra cui scegliere.

Braganti infine definisce il menu e tutti ci mettiamo all’opera contribuendo a preparare i diversi piatti:

-   Tortelli con pasta alla zucca e peperoncino, con all’interno formaggio ubriaco e pinoli

-   Tagliolini con pasta al basilico e limone, con burrata e pomodorini

-   Più focaccia ai pomodori e tarte tatin alle verdure

E’ stato davvero divertente ed istruttivo vedere gli chef e le altre ragazze all’opera e poter fare domande. Gli chef sono stati gentilissimi e super disponibili e credo che alla fine si siano divertiti pure loro

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I secondi piatti erano già stati preparati – anche qui le cotture delle carni erano sperimentali. Devo dire che, nonostante ci abbiano raccontato che fanno moltissimi errori prima di trovare la “formula giusta”, la loro bravura è tale per cui anche se fosse stata la loro prima volta avrebbero avuto successo.

Perché il difficile non è cucinare per 13 persone, ma industrializzare il prodotto, renderlo buono anche in quantità industriale (e stavolta non è un modo di dire!). Purtroppo non abbiamo potuto visitare la sezione dedicata a questo aspetto. Chissà, magari un giorno ci verrà svelato qualche passaggio in più. In ogni caso è stata un’esperienza emozionante e che non dimenticherò!

QUI trovate alcune delle foto che ho scattato.


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