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Ricetta per diventare milionari

Creato il 18 maggio 2010 da Renzomazzetti

RICETTA PER DIVENTARE MILIONARIIo frequento moltissimo i milionari. Mi sono molto simpatici. Mi piacciono i loro visi; mi piace il loro sistema di vita; mi piacciono perfino le cose che mangiano. Mi piace specialmente il loro modo di vestirsi; i loro calzoni a scacchettini bianchi e neri, i loro panciotti bianchi, le loro pesanti catene d’oro e l’anello con le iniziali che serve per firmare gli assegni. Come sono belli! Prendetene sei e metteteli a sedere insieme, in un circolo: avete mai visto uno spettacolo più interessante? Se hanno addosso il più piccolo granellino di polvere, c’è subito un tipo che viene a spazzolarli. Non solo, lo fa con entusiasmo. Perfino io li spazzolerei volentieri. Più ancora delle cose che mangiano, mi piace la loro prontezza di ingegno. E’ semplicemente meravigliosa. Guardateli leggere per esempio. Non fanno che leggere, questi milionari. Entrate in un circolo, a qualsiasi ora, e ne troverete almeno quattro immersi nella lettura. E non parliamo di quello che sono capaci di leggere! Un uomo che ha sgobbato in ufficio dalle 11 alle 3, con un miserabile intervallo di una ora e mezzo per colazione, dovrebbe essere abbattutissimo alla sera. Niente affatto. I milionari sono capaci di starsene seduti dopo l’ufficio a leggere “Lo spettacolo”, la “Gazzetta della polizia” e il “Giornaletto rosa”, e perfino di capire le battute spiritose. Ma sapete quello che mi piace più di tutto? Aggirarmi tra loro, quando sono in circolo, e sorprendere qualche frase della conversazione. L’altro giorno ne vidi uno sporgersi dalla poltrona. “ Gli ho offerto un milione e mezzo”, diceva a un altro; “ non un centesimo di più; prendere o lasciare…” Non so come resistetti all’impulso di interromperlo: “Che!”, avrei voluto gridare, “un milione e mezzo? Ripetetelo, vi prego! Offritelo a me, da lasciare o da prendere. Oppure facciamo un milione tondo e non se ne parli più”. Non già che i milionari non badino al denaro. Nossignori, no. Non si curano gran che delle somme grosse, centomila dollari tutti in una volta, per esempio. Ma le piccole somme! Non vi figurate quanto si preoccupino per un centesimo, mezzo centesimo, o anche meno. Ieri sera, per esempio, due di essi vennero al circolo fuori di sé dalla gioia, l’avena era salita, pare, e avevano guadagnato 4 centesimi in meno di mezz’ora. E per festeggiare questo guadagno ordinarono un pranzo per sedici. Non ci capisco niente. Io ho guadagnato spesso più del doppio, scrivendo per i giornali, e non me ne sono vantato mai. Un’altra sera udii un milionario dire a un altro: “Senti, chiamiamo New York e offriamogli un quarto di centesimo”. Cielo! Immaginate uno che sopporti la spesa di chiamare al telefono sette milioni circa di persone, tutta New York, insomma, verso le dieci di sera, per offrir loro un quarto di centesimo! Ebbene, credete forse che New York sia andata su tutte le furie? Neanche per sogno: ha accettato. Si tratta naturalmente di alta finanza ed io non pretendo di capirci nulla. Dopo questo, tentai di chiamare Chicago e di offrirgli un dollaro, e la telefonista mi brontolò qualche cosa: “è matto”. Tutto questo prova, però, che le abitudini dei milionari non hanno segreti per me. Li ho studiati per anni. Ho pensato che così avrei potuto aiutare, coi miei consigli, i giovanotti che hanno appena cominciato a lavorare e sono stufi. Di una cosa sono certo. Se un giovanotto vuole diventare milionario, deve preoccuparsi moltissimo della sua dieta e del suo regime di vita. Questo, lo so, potrà sembrare duro. Ma il successo si ottiene solo soffrendo. E’ inutile che un giovanotto che spera di arrivare a un milione, creda di potersi alzare alle sette e mezzo, far colazione con uova e tè, bere acqua fresca a pranzo e andare a letto alle 10. No, questo è impossibile. Ho avvicinato troppi milionari per crederlo possibile.

RICETTA PER DIVENTARE MILIONARI
Se volete diventare un milionario non potete alzarvi prima della 10 del mattino. Nessun milionario si alza prima: non oserebbe farlo. Se qualcuno li vedesse per strada anche alle nove e mezzo, i loro affari andrebbero a rotoli. Quanto a quella antica fissazione della sobrietà, è completamente sbagliata. Per diventare milionario ci vuole Champagne e whisky and soda: bisogna rimanere alzati tutta la notte e berne a barili interi. Questo rischiara la mente per il lavoro del giorno. Dunque, mio caro giovanotto, se desiderate mutare stato, incominciate col trasformare la vostra vita. Quando la vostra padrona di casa, al mattino, vi porta per colazione uova e prosciutto buttateli dalla finestra al cane e reclamate a gran voce asparagi al grattin e una bottiglia di vino della Mosella. Poi telefonate al vostro capo-ufficio che non andrete al lavoro prima delle undici. Vi tratteranno come meritate, vedrete. E prima di quel che non crediate. Come facciano poi i milionari a far denaro è una questione un po’ difficile. Ma una delle maniere più comuni è questa: andarsene a zonzo per la città con cinque centesimi in tasca. Hanno fatto quasi tutti così; uomini ricchi a milioni mi hanno ripetuto che la prima volta che arrivarono in città non possedevano più di cinque centesimi. Pare che sia stato questo a metterli sulla buona strada. Naturalmente, non è facile; io l’ho provato invano, più volte. Una volta ci sono quasi riuscito. Mi feci prestare da un amico cinque centesimi, li trasportai in campagna, poi li riportai in città di corsa. Se non fossi andato a sbattere contro una birreria dei sobborghi, dove mi portarono via i miei cinque centesimi forse a quest’ora sarei milionario. Un altro piano eccellente è di intraprendere qualche cosa. Qualche cosa su vasta scala: qualcosa che non sia mai venuto in mente a nessuno. Per esempio, un mio conoscente mi disse che una volta che si trovava nel Messico senza un centesimo (aveva perduto i suoi cinque centesimi andando a spasso per l’America centrale) si accorse che in quella regione non c’erano impianti idroelettrici. Subito ne installò un sacco e guadagnò un diluvio di denaro. Un altro mio conoscente andò a naufragare a New York senza nemmeno un nichelino. Ebbene, osservò che quel che ci voleva a New York erano edifici alti dieci piani più di quelli già esistenti. Ne costruì immediatamente due e li vendette subito. Ci sono moltissimi milionari che hanno incominciato in questo semplice modo. Esiste però una ricetta più semplice; una ricetta che vi dico molto a malincuore perché ho l’intenzione di sperimentarla io stesso. L’ho saputa per caso, l’altra sera, al circolo, da un vecchio ricchissimo, con uno dei visi più simpatici del mondo: somiglia tutta a una jena. Non avevo ancora capito come avesse fatto a diventare così ricco. Finalmente, una sera, domandai a un altro milionario in che modo avesse fatto il suo denaro il vecchio Bloggs. “Come l’ha fatto?”, mi rispose con un ghigno. “Spremendolo dalle vedove e degli orfani”. Le vedove e gli orfani? Che bell’idea, pensai io. Ma chi avrebbe mai sospettato che ne avessero? “E in che nodo”, domandai con una certa titubanza, “in che modo è riuscito a farglielo sputare?”. “Semplicissimo”, mi rispose il mio interlocutore. “Se li è messi sotto i piedi, ecco come ha fatto”. Non sembra semplicissimo anche a voi. Ho pensato spesso a questa conversazione e sono quasi deciso a tentare anch’io. Se riuscirò a metterne insieme una certa quantità, li calpesterò senza esitare. Ma come farò a impossessarmene? Molte vedove che conosco mi sembrano un po’ troppo robuste, e quanto agli orfani, bisognerebbe radunarne un bel numero. Intanto aspetto, e se mai mi capiterà un bel mazzo di orfani, tutti insieme, me li metterò sotto i piedi e poi vedremo.

-Stephen Leaocock, novella-

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OLTRETORRENTE

Oltretorrente generoso, forte

di figli che la via dei monti seppero

non quelli di una sorte

vile.

Oltretorrente, eterna roccaforte

opposta alla tirannide servile,

Oltretorrente delle barricate

di vita o morte:

batte la libertà dietro le porte.

-Rino Ferrari-

 


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