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Richard Dawkins difende la pedofilia?

Creato il 17 settembre 2013 da Uccronline

Richard Dawkins E’ ufficiale ormai, Richard Dawkins ne combina di più perfino del nostro simpatico Odifreddi. Dopo essersi classificato tra i peggiori misogini del 2011 per aver chiesto di tacere ad una donna che si lamentava degli abusi subiti in una conferenza di atei militanti, in questi giorni “l’ateo più famoso del mondo” (che però ha cambiato idea dicendo di essere agnostico) ha difeso la “pedofilia mite”. Questo è quanto dicono i media, in realtà non è vero.

In un’intervista al “Times”, il 72enne inglese ha raccontato che nel 1950 uno dei suoi maestri di scuola una volta lo ha messo sulle sue ginocchia infilando la mano dentro ai suoi calzoncini. «Era estremamente sgradevole e imbarazzante», ha ricordato, «appena ho potuto divincolarmi dal suo grembo l’ho raccontato ai miei amici, molti dei quali avevano avuto la stessa esperienza con lui. Non credo che questo fatto abbia avuto alcun danno duraturo su di noi».

Le dichiarazioni non sono terminate: «Sono molto consapevole del fatto che non si possono condannare le persone di un’epoca precedente usando gli stessi standard di oggi». Questo è purtroppo vero, la pedofilia era decisamente sottovalutata anni fa, non a caso i casi di abusi commessi anche da sacerdoti e religiosi risalgono in massima parte tra gli anni ’50 e i ’70 come ha dimostrato l’indagine nel 2006 dal John Jay College della City University of New York. In un periodo culturale di libertinaggio sessuale ed esplosione della pornografia, com’è stato quel periodo storico, anche la pedofilia ha trovato meno resistenze ad affermarsi, anche giustificata dalla teoria della “liberazione sessuale” dei bambini, portata avanti dagli antenati di Dawkins come gli intellettuali laici Simone de Beauvoir, Michel Foucault, e Jean-Paul Sartre.

«Proprio come noi, se guardiamo indietro ai secoli 18° e 19°, non condanniamo le persone per razzismo allo stesso modo di come noi le condanneremmo oggi, se guardo indietro alla mia infanzia vedo cose come una lieve pedofilia e non riesco a trovare gli stessi motivi per condannarla come invece farei o chiunque farebbe oggi», ha aggiunto lo scienziato inglese. «Il signor Dawkins sembra pensare che se un reato è stato commesso da molto tempo dovremmo giudicarlo in modo diverso», ha commentato Peter Watt, direttore del Child protection at the National Society for the Prevention of Cruelty to Children. «Ma noi sappiamo che le vittime di abusi sessuali subiscono gli stessi effetti, indipendentemente se abusate negli ani 50 o ieri». Peter Saunders, presidente del National Association for People Abused in Childhood ha aggiunto: «L’abuso in tutte le sue forme è sempre stato sbagliato. Il male è male e dobbiamo sfidarlo ogni volta e ovunque si manifesti».

Leggendo le dichiarazioni di Dawkins è evidente che non intendeva giustificare l’abuso di bambini o la pedofilia lieve, tuttavia la sua uscita è stata davvero infelice e ambigua. Oltretutto sorprende che abbia completamente omesso una parola di aperta condanna verso la pedofilia (lieve e non), nonostante fosse sul principale quotidiano inglese. In Italia si direbbe un’odifreddura o come ha commentato il suo amico PZ Myers, un vero disastro. In ogni caso si tratta dell’ennesima gaffe di Dawkins & Co. che ha portato Martha Gill sul “Telegraph” a definire questi “atei impegnati” come “persone imbarazzanti” ed il non credente Brendan O’Neill ad affermare che «gli atei stanno diventando le persone più fastidiose del pianeta».

Curioso che l’unica ad aver difeso integralmente Dawkins, senza nemmeno sottolineare che la sua è stata oggettivamente un’uscita poco prudente, è stata la sua laica devota Chiara Lalli. La militante italiana si è preoccupata di difendere a tutti i costi le buone intenzioni del suo Dawkins, temendo che se venisse screditata la figura dello scienziato inglese per una dichiarazione tanto controversa potrebbe per molti risultare compromesso anche il suo pensiero in favore della religione ateista e di condanna dei credenti. Ecco perché si è sentita chiamata ad intervenire. Peccato che la Lalli non abbia fatto l’avvocato difensore quando Dawkins ha umiliato la donna abusata nel 2011 e non abbia pensato di correggerlo quando, sempre lui, pochi mesi fa ha affermato che educare i bambini alla religione è un male paragonabile alla pedofilia. In questo caso, siamo certi che Dawkins lo ritenga una terribile violenza anche quando lo si faceva negli anni ’50.

La redazione


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