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Richard Gere: “I giovani hanno la responsabilità di cambiare il mondo”

Creato il 23 luglio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

“Prima di tutto vorrei dire che sono molto felice di essere qui oggi e che appena ne ho l’occasione vengo in Italia perché è un paese che amo. Qui oggi con me infatti ci sono mio figlio ed il suo amico perché credo che il Giffoni sia una realtà importante e che relazionare ragazzi di tutto il mondo possa avere un impatto determinante nelle nostre vite”. Si è presentato così Richard Gere al Giffoni Film Festival, dove è stato protagonista assoluto nella giornata di martedì. L’idolo delle donne di più generazioni è diventato celebre per i ruoli da principe azzurro in Pretty Woman, Ufficiale Gentiluomo, e più recentemente, Shall We Dance.

Che cosa ne pensa il Richard Gere pacifista delle guerre che stanno insanguinando il mondo in questi mesi?
Parecchi anni fa un mio maestro giapponese zen mi consigliò di contare i miei respiri prima di prendere una decisione fino a che non arrivavo a 7 ogni minuto. Gli esseri umani fanno continuamente scelte avventate, basate sull’egoismo e l’impulsività. Le persone tendono a rimanere in superficie senza relazionarsi con le proprie coscienze. Io credo che non bisogna essere impulsivi e superficiali ma ponderati e razionali. Diffido dai leader che comandano il mondo ma sono ottimista verso il genere umano che ha solo bisogno di recuperare la sua natura gentile perché la gentilezza è alla base del cambiamento del mondo.

Com’è cambiata l’industria cinematografica nel corso della sua carriera?
L’industria cinematografica è cambiata molto da quando ho cominciato a 26 anni. Negli anni Settanta le major producevano i film che oggi sono affidati agli indipendenti. Agli studios rimangono i blockbuster. Ora si gira un film nel giro di 20 giorni con un budget ridotto all’osso dunque bisogna essere veramente organizzati e motivati per poterlo realizzare. Dobbiamo tutti adattarci a questo cambiamento che credo sia solo una fase di transizione. La tv via capo ha grandi budget a disposizione e garantisce una qualità altissima. Credo che finalmente si sia abbattuto il muro tra cinema e televisione.

C’è stato un momento in cui è dovuto scendere a compromessi a Hollywood?
Non ho mai dovuto accettare alcun compromesso. Lo so che spesso dall’esterno si ha un’idea di Hollywood come di un mostro vorace ma si tratta di un luogo dove si fanno film e nulla più. La vera battaglia che dobbiamo combattere quotidianamente è quella contro i nostri demoni interiori.

Presto la vedremo impegnato nel ruolo di un clochard nel film Time Out of Mind.
La sceneggiatura di quel film risale a ben 25 anni fa e sono state apportate solo piccole modifiche. Da quando l’ho letta la prima volta 8 anni fa ho pensato a come avrei potuto rendere quel personaggio il più naturale possibile. Nel corso del film raccontiamo la storia di un uomo costretto a vivere in strada e a confrontarsi con la burocrazia. Devo dire anche che New York è una delle poche città nel mondo a garantire un letto ai senzatetto. Abbiamo girato il film in 21 giorni ma è diretto da un bravissimo film maker. Il film avrà la sua premiere al Toronto Film Festival ma spero sia successivamente presentato al Festival di Roma.

Richard Gere - Giffoni

Che ricordo ha di Akira Kurosawa con cui ha girato il film Rapsodia in agosto?
Akira Kurosawa è stato uno dei più grandi registi di sempre, come Fellini. Io lo conobbi in occasione di una retrospettiva che ci fu parecchi anni fa in America e alla quale lui era presente. Mi sembrava che fosse una montagna. Tanti anni dopo un mio amico mi diede una foto di quell’incontro. Guardando la foto ho visto che eravamo alti uguali ma io nutrivo una tale ammirazione che anche la sua altezza mi sembrava esagerata. Quando invecchiò smise di fare film perché tutti i suoi sceneggiatori erano morti. Quello che facemmo insieme fu il suo ultimo film. La mattina si svegliava e disegnava i suoi sogni con gli acquerelli che poi diventavano lo storyboard del film.

Che rapporto c’è tra le sue scelte lavorative e la sua vita privata?
Fare film per me è un lavoro, un lavoro straordinario ma pur sempre un lavoro. Naturalmente le mie scelte non possono prescindere dalla mia vita personale. Non penso di aver mai sposato un progetto che non fosse legato in qualche modo collegato al mio essere.

Era uno studente di Filosofia, ci racconta cosa l’ha portata a fare l’attore?
Non ero uno studente brillante mentre mio figlio lo è. Studiavo Filosofia all’Università del Massachusetts e mi dicevo che avrei voluto che la mia vita prendesse una direzione. Al college studiavo anche recitazione, poi feci dei casting e iniziai delle tournee teatrali. Di sicuro tutto ciò che ho imparato della filosofia studiando l’ho applicato alla recitazione e mi è stato molto utile, così tutto ciò che ho imparato nella vita. L’attore è una spugna, deve guardare l’interno e l’esterno di sé e lo deve restituire al pubblico.

Come cambia per lei l’approccio ad un ruolo drammatico e a uno comico?
Per natura sono più portato verso i film drammatici. Quando ho girato Pretty Woman con Gary Marshall, che è un uomo molto divertente, ero un po’ intimidito all’inizio dall’idea di dover sembrare divertente. Lui mi rassicurò chiedendomi di essere naturale. L’approccio ad una commedia e a un film drammatico è sempre lo stesso. Dopotutto fare delle commedie è una cosa molto serie.

Richard Gere ha poi concluso l’incontro con i ragazzi avvertendoli: “Il vostro compito non finisce qui. Voi avete una responsabilità importante: quella di cambiare il mondo”.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net

Richard Gere - Giffoni
Richard Gere - Giffoni
Richard Gere - Giffoni
Richard Gere - Giffoni

Richard Gere - Giffoni
Richard Gere - Giffoni
Richard Gere - Giffoni
Richard Gere - Giffoni



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