Riciclare un colapasta

C’è un fiore che si chiama Surfinia, un ibrido della Petunia che come lei produce fiori di una gamma di colori pressoché infinita.
L’ho scoperta in un giro al vivaio con la mia vicina, che ha imparato a trattare le piante come sto imparando ora io, con i consigli di chi sa di più, con internet e con vecchie enciclopedie da sfogliare sul divano mentre fuori piove.
Questa pianta è ricadente ed è carica di fiori per mesi interi, mentre i rami si allungano e i petali si spalancano per asciugarsi al sole.
Non contenta della Surfinia fucsia che avevo messo sulla finestra, comprata piccina picciò e nel giro di pochi mesi cresciuta a gran velocità con mio estremo gaudio, ne ho presa un’altra da appendere, ed era in uno di quei vasi di plastica con i tre gancetti che si uniscono in un grosso uncino in cima, da appendere ovunque.

Sta di fatto che il colapasta molto bello, un po’ vintage ma troppo arrugginito per essere usato in cucina era lì che veniva rimbalzato da un’idea all’altra fino a che non ho estratto la nuova Surfinia, rosa con le venature più scure, dalla plastica che avvolgeva il vaso, che aprendo i suoi rami ha sventolato i fiori turgidi e fini nell’aria dicendomi BUONGIORNO!
Quei gancetti preconfezionati si possono ovviamente staccare dai vasi, per agevolare eventuali trapianti e per essere, secondo me, anche usati per altri vasi.
Così ho scoperto che, invece di dover costruire un sistema di funi al Macramé per appendere quel colapasta, basta sganciare i gancetti dal vaso di plastica per farli calzare perfettamente sul nuovo conenitore.
Sul fondo, prima di mettere la terra e la pianta, ho steso un telo di rete fine di plastica, che non fa cadere la terra e permette il passaggio di aria e acqua alle radici.

Ed eccolo lì, elegante, vintage e romantico, il colapasta riciclato per farne un vaso da Surfinia. Consigliatissimo, dà un tocco di bellezza a qualsiasi ramo o cornice di una finestra o pergola.
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