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Riconosciute gravi le frasi omofobe di Mario Adinolfi dalla Commissione di Garanzia del PD. Adesso Mario chieda scusa.

Creato il 29 giugno 2011 da Cristiana

Dopo mesi di trafila paziente, anche il ricorso presentato alla commissione di garanzia contro le frasi pesantissime di Mario Adinolfi è arrivato a conclusione. Le frasi erano queste:

“Me fa ‘na p… a due mani quel fr…etto” 

“Ho anche dialogato amichevolmente con i servetti gay su maculati, leopardati e affini”

 

La considero una vittoria, piccola, ma in ogni caso una vittoria, anche se la commissione prende uno strafalcione ricordando che Adinolfi si sarebbe battuto per il matrimonio gay, in realtà Mario aveva proposto il referendum tra gli iscritti per dimostrare che non era materia di interesse.

Mario verrà richiamato e verrà chiarito che certe frasi non sono consentite dal nostro statuto. Non solo. Sarà chiarito che un’altra eventualità simile, comporterà altri provvedimenti. E’ un richiamo, non è un’espulsione, ma con questa iniziativa il PD senza volerlo  si rende conto che il reato di opinione è grave e che l’omofobia non è solo violenza fisica come questa destra sta culturalmente cercando di dimostrare e conferisce gravità ad offese rivolte ad un pezzo di società discriminata con particolare attenzione ai soggetti più deboli e soli della comunità omosessuale, come i giovani dove il tasso di suicidio è elevatissimo.

Sembra una cosa piccola e comunque poco grave per chi ha commesso il “reato” eppure sancisce una regola interna e mette dei paletti, soprattutto posiziona il partito democratico romano, a questo punto davvero all’avanguardia, più su posizione simili alla Legge Mancino che a quelle dell’aggravante sui reati penali, battaglia giusta e doverosa che appare però quasi superata dagli eventi, compreso quanto sta accadendo a New York dove è stato approvato il matrimonio gay.

Dirò la verità.

Considero la battaglia parlamentare da sostenere perché ha il pregio di tenere alto il dibattito. Questo non possiamo negarlo e sbaglia chi non fa sua questa battaglia e la lascia nelle mani del PD. Questa è la sola ed unica cosa ottenibile. IL caso delle pregiudiziali di incostituzionalità non mi spaventano. Stiamo approvando una legge nel 2011 parlando con gente che ha la testa nel medioevo.

Ho perplessità persino sull’estensione della Legge Mancino, lo dirò senza timore. Preferisco un Paese dove tutti possono dire ciò che vogliono (nel Paese, non in un Partito che invece deve avere un pensiero identitario su alcune questione, questa compresa), ma dove lo Stato si fa in quattro per “guidare” il paese verso una svolta culturale che percepisca le differenze come ricchezze. Ovviamente questo è l’asintoto. E’ come le quote rosa. Nessuno le vorrebbe, ma oggi servono. Consideriamo però “il reato di opinione” come un passaggio transitorio, diciamo educativo. Ed a tempo.

Il lavoro culturale è molto più impervio. Ci costringe a discutere, a confrontarci e non solo a punire. Con Mario ci ho provato spesso. Forse Mario è un pò guascone, forse non è cattivo, ma a volte bisogna mettere dei punti fermi.

Oggi abbiamo un punto fermo. Nel PD non è consentito offendere le persone omosessuali e usare un linguaggio omofobo.

Abbiamo pesso un mattoncino. Ora dobbiamo dare la definizione di “cosa significa offendere un omosessuale”.

Per me, per noi, è anche dirgli che non può essergli consentito il matrimonio o crescere dei figli. E questa è la battaglia che ci apprestiamo a fare nei prossimi anni. Per vincerla, ovviamente.

p.s. Mario spero che questa conclusione ti faccia pensare e non che ti agiti e ti faccia ricadere nella provocazione. Proviamo a parlarne in un recinto più definito per tutti. Fa bene a me, a te, al Partito ed anche al Paese.

Un ringraziamento alla Commissione di Garanzia. Dalla lettura dei verbali ho potuto rilevare uno sforzo laico e giusto nell’affrontare il tema, a dimostrazione che se usiamo bene gli strumenti del partito (le regole!!!!) facciamo bene.

Questa piccola vittoria è dedicata ad una persona che non c’è più.


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