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Ricordando Steve Jobs

Creato il 05 ottobre 2013 da Molipier @pier78
Ricordando Steve Jobs Pierpaolo Molinari Pierpaolo Molinari vedi altri articoli 05 ottobre 2013 08:30

Sono trascorsi due anni dal giorno in cui Steve Jobs ci ha lasciati. Un personaggio unico nel suo genere, nel bene e nel male, uno dei pochi che ha saputo rivoluzionare la tecnologia moderna e marcare in modo indelebile la storia di cui ha fatto parte. Controverso, bizzarro, arrogante, presuntuoso, perfezionista, su di lui sono state spesi tutti i tipi di aggettivi da chi l’ha venerato o da chi l’ha odiato.

Inutile dire che Jobs non sia stato un angelo o una divinità, i suoi sbalzi d’umore, le sue ossessioni, i modi bruschi sono stati resi pubblici ed ognuno ha potuto conoscerli e considerarli positivi o negativi, a proprio piacimento.

E’ innegabile però come tutto sia cambiato grazie a lui. Il computer, la musica, la telefonia, il cinema d’animazione. Tutto, e in un modo che non era mai stato immaginato prima. La sua ossessiva ricerca della perfezione, anche nel particolare più insignificante per la maggior parte degli utenti, gli ha permesso di vincere ogni sfida e creare dei prodotti che non è azzardato definire perfetti.

Commercialmente era un leone, gran comunicatore, riusciva ad essere coinvolgente tanto con le parole quanto con il prodotto che mostrava al pubblico che, all’improvviso, si chiedeva come fosse riuscito a sopravvivere senza. Leander Kahney, scrivendo di lui, diceva “La gente non sa cosa vuole, lui sì” e in un certo senso è vero.

Jobs era in grado, con le sue idee, la sua fantasia e le sue “visioni“, non solo di capire cosa potesse volere la gente ma era in grado di anticipare il desiderio delle persone e dava vita ad un prodotto che risultava indispensabile. Tanto che, per giustificare ai detrattori questa considerazione, solo dopo il debutto sul mercato dei prodotti Apple i concorrenti si sono destati dal loro torpore e hanno iniziato ad inseguire. Prendendo spunto, copiando e anche migliorando quello che Apple, per mano e per idee di Jobs, aveva realizzato.

Due anni possono sembrare pochi, ma in un mondo in evoluzione continua come quello informatico e tecnologico sono un’eternità. In tutta sincerità devo dire che vedere salire sul palco Steve, negli ultimi tempi, pallido, magro, distrutto dalla malattia che ce lo stava portando via è diventata l’anteprima dell’azienda per gli anni che sarebbero venuti dopo. Il successore, braccio destro di Jobs quando questi era ancora in forze, ha avuto un’eredità pesante da raccogliere, forse più pesante di quanto si aspettasse e, ritengo, non sia stato in grado di assolvere al proprio dovere.

Tutto quello che è arrivato dopo Steve, anche se qualcuno ha sussurrato che avesse lasciato le linee guida da seguire, non è stato all’altezza del nome e del logo impressi sui dispositivi. Apple ora è Apple, un’azienda che crea, inventa, precede, insegue ed è in concorrenza con le altre, come tutte le altre. Non anonima, questo no, ma sicuramente meno incisiva di prima.

Un peccato, ma forse nemmeno tanto. Perché solo così ci si può rendere conto di quanto Apple fosse Jobs, di quanto unico fosse Jobs.

Così, la sua grandezza rimane indiscussa. Ciao Steve.

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