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Ricordiamoci di non dimenticare

Creato il 16 novembre 2011 da Controcornice
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Ricordiamoci di non dimenticare

Posted on 16 novembre 2011 by Ricordiamoci di non dimenticare

Dal blog di Spider Truman, propongo un post riassuntivo di quasi vent’anni di storia Italiana che ci ha sfiancato, impoverito e resi sfiduciati nei confronti del futuro personale e dell’intero Paese. E' stato il periodo in cui come donna ho visto calpestare la mia immagine: la legge sulle quote rosa in politica è stata ridicolizzata e le escort sono state assunte per ruoli istituzionali! Siamo state offese a tal punto da sentire la necessità di scendere in piazza per protestare e dire basta in una grande manitestazione, il 13 febbraio 2011! Trovo importante proporre questo post, per permettere a tutti, oltre che a me stessa,  una personale riflessione, anche sui possibili risvolti futuri della situazione ereditata.

Ricordiamoci di non dimenticare
“La vera storia di Marina Berlusconi, erede al trono pronta alla politica per salvare gli affari di famiglia

Sono rifatte, ma ha due palle più grosse di quelle del padre le mette in mostra e si depila perfettamente il petto.
Marina è la consigliera preferita dal padre, d’altronde lei è nata e cresciuta nel mondo ambiguo ed oscuro che ha formato la fortuna economica della famiglia, nel senso siciliano mafioso della parola.
Purtroppo la memoria degli italiani, quelli dalla sua parte, è totalmente assente, o complice, nessuno ricorda che è sceso in campo con 7.000 miliardi di lire di debiti e con un piede in galera.
Fonte Fedele Confalonieri e se mettiamo in discussione anche l’amico e socio di una vita non c’è più religione.
Geniale è geniale impossibile negarlo, è riuscito a sfuggire alla giustizia senza darsi alla latitanza, senza nemmeno nascondersi in qualche bunker nelle sue ville e per rendersi invisibile è ricorso alla sovraesposizione mediatica, come quei caroselli che a forza di vederli non li ricordi nemmeno.
Ha fatto eleggere, nel suo partito personale, la schiera di suoi avvocati e molti dei suoi complici o subalterni garantendosi uno zoccolo duro che gli ha permesso di dominare per 18 anni.
Al resto ci hanno pensato le sue televisioni, le varie D’Urso, Zanicchi, De Filippi, Marcuzzi, che hanno inciso con l’oppio della televisione molto più di Emilio e di tutti i direttori dei suoi telegiornali di regime.
Ho sempre considerato la De Filippi la vera corazzata dei berlusconiani inconsapevoli, a induzione, risucchiati dal vortice della stupidità sino al coinvolgimento inconsapevole ed esagerato grazie all’azzeramento totale della cultura, di un minimo di riflessione.
Non per niente le truppe all’esterno del Tribunale di Milano erano sempre le sue e, se consideriamo che la maggioranza erano donne anche se stagionate, se ne ricava che lo spirito critico ed il rispetto per la donna è stato azzerato del tutto da uomini e donne, c’è posta per te ed il ballo dell’ultimo miglio. Alludo a quella pagliacciata di pensionati over 70, ed oltre, che giocano a fare i galletti con tanto di fiore alla giacca e scenate di gelosia.
Un doloroso esempio di come ci si possa ridurre andando avanti negli anni, dovrò dire a mio figlio che se mi vedesse ridotto in quelle condizioni di chiedere il mio ricovero per incapacità di intendere e di volere.
Tutte le elezioni dal 1992 ad oggi si sono risolte con una differenza di voti, tra uno schieramento e l’altro, inferiore ai due milioni e le corazzate dell’oppio guidate dal generale De Filippi ne coinvolgono molti di più.
Infatti la sua fine, ammesso che sia al capolinea, arriva per motivi economici e per l’impresentabilità ormai accertata in campo internazionale, lo molla persino la Confindustria , la Borsa e gli investitori, ogni giorno in più che passa al potere costa miliardi di euro.
Il problema vero, che dilata a dismisura questa agonia, è lo stesso che lo ha spinto a scendere in campo il 26 gennaio del 1994, i suoi interessi economici ed il mettersi al riparo dalla Giustizia, dobbiamo fargli i complimenti è riuscito ad azzerare 7.000 miliardi di lire di debiti e diventare uno degli uomini più ricchi, e potenti, del mondo occidentale. Si è fatto depenalizzare il falso in bilancio, come primo ministro si è permesso di elogiare, giustificare, l’evasione fiscale garantendogli l’amicizia eterna di banditi come lui. Ha fatto condoni di tutti i tipi, dal fisco all’edilizia abusiva e ne vediamo i risultati ogni volta che piove.
Non gli è riuscito il condono, una amnistia, per gli amici mafiosi ma sul 41 bis qualcosa è riuscito a fare, pentiti a parte ai quali è stata tolta la protezione così imparano a non comportarsi da eroi come Mangano.
Non so se siamo all’ultimo miglio, la consigliera prediletta lo incita a resistere con una certa insistenza, ha già cominciato la campagna di propaganda del vittimismo di famiglia e di lesa maestà dei traditori e, soprattutto, non dimentichiamo che eticamente e moralmente è peggio di lui. Del resto Marina Berlusconi prova orrore per Roberto Saviano: si, avete capito bene, non prova orrore per la mafia, ma per Roberto Saviano.
Sembra impossibile ma, quello che ha dichiarato sulla sentenza che condanna al risarcimento per la vicenda della Mondadori è la prova più evidente che Berlusconi non rappresenta il peggio della sua famiglia, la figlia prediletta lo supera, è ancora più spudorata di lui.
Staremo a vedere ma ricordiamoci una cosa, come la morte del duce non ha determinato la fine del fascismo, così la fine di Berlusconi non sarà la fine del berlusconismo e dobbiamo stare vigili che non scenda in campo a prendere il testimone la peggiore di tutti, la figlia Marina.
Non sottovalutiamo questa possibilità.
Abbiamo poche certezze, la prima è che l’Italia ne uscirà con la schiena rotta, massacrata moralmente ed economicamente dai decenni di berlusconismo e al seconda, un po’ più positiva per la famiglia Berlusconi, è che noi siamo democratici non sarà giustiziato e non sarà sepolto in un luogo segreto. Quando verrà il suo momento inaugureremo il mausoleo di Arcore e Marina non avrà bisogno di consegnarsi alla Corte dell’Aja. La Resistenza ci ha regalato la democrazia e la Costituzione, quelle che suo padre ha tentato di demolire per oltre 18 anni.

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