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Ricordo di Gabriella Carlizzi

Creato il 11 agosto 2011 da Tnepd

Ricordo di Gabriella Carlizzi

Ricordo di Gabriella Carlizzi

di Carmelo Maria Carlizzi

Ad un anno dalla scomparsa di Gabriella Carlizzi, l’11 agosto del 2010, voglio qui raccontare a quanti le hanno voluto bene o che l’hanno apprezzata, o che hanno solo sentito parlare di lei, chi è stata davvero Gabriella e cosa di lei vive tutt’oggi, e quel che sono certo vivrà di lei nel senso più completo della parola e molto a lungo. Proponendo questa sintesi inedita del suo intenso percorso di vita, sento che è pure arrivato il momento di testimoniare quegli aspetti, assai poco noti, che hanno costituito non solo la molla di tutto il suo agire, ma anche la vera ragione delle tante persecuzioni patite sul piano giudiziario e, ancor più, su quello spirituale in senso stretto.

Naturalmente mi riferisco alla Gabriella così come conosciuta al pubblico e di cui ci si può iniziare ad informare andando qua e là sul nuovo sito in allestimento www.gabriellapasqualicarlizzi.net e su quelli collegati.

La data che segna una svolta radicale della sua vita, sino allora in tutto accomunabile a quella di ogni giovane donna sposata e madre, è la scomparsa del suo direttore spirituale Padre Gabriele Maria Berardi dell’Ordine dei Servi di Maria, avvenuta il 22 novembre 1984, e questo per una serie di ragioni diverse tra loro.

Padre Gabriele, sacerdote popolarissimo anche in ambito nazionale, noto come il Padre Pio di Roma e come lui in possesso di doni spirituali e carismi elevatissimi (profezia, esorcismo, confessione, guarigione, introspezione dei cuori, bilocazione, imposizione delle mani, …), esorcista autorevolissimo riconosciuto dal Vicariato di Roma, aveva promosso sin dal 1961 un’opera di beneficenza ai poveri che negli anni aveva poi consolidato sotto forma di associazione laica denominata Associazione fra i Volontari della Carità. Padre Gabriele in vita aveva guidato spiritualmente, come innumerevoli altri fedeli, anche la nostra famiglia, sin dal suo nascere, gratificandoci con la sua preghiera di intercessione di speciali favori e talmente eccezionali da legarci per sempre a lui per riconoscenza.

Pochi giorni dopo la sua morte eravamo già coinvolti nelle vicende dell’opera da lui fondata, giacché dal pulpito della chiesa dei Sette Santi Fondatori in Roma a Piazza Salerno, un sacerdote, durante una messa in suffragio del Padre, tuonava contro “quanti nella sua Associazione stavano approfittando della sua morte…” per fare man bassa dei suoi beni. Era un chiaro segno di insofferenza da parte di chi temeva di perdere chissà quali ricchezze.

Fummo talmente scandalizzati e stupiti dalla violenza delle parole di quel sacerdote dopo così poco tempo, che con altri amici ci precipitammo a offrire la nostra solidarietà agli esponenti di tale Associazione di cui invece ben conoscevamo la semplicità e la devozione che li legava a Padre Gabriele. Da qui nacque quindi l’impegno di Gabriella nell’Associazione tanto da divenirne ben presto la presidente, e così quasi ininterrottamente sino allo scorso anno.

Presso tale sede, accanto alle incombenze connesse alla conduzione dell’Associazione, Gabriella diviene ben presto punto di riferimento di quanti si recavano già prima da Padre Gabriele per aiuto e consiglio, ma nel contempo viene inquadrata come obiettivo di particolari interessi che progressivamente vanno a palesarsi quali espressioni di quell’ambito assai denso e noto come il brodo di coltura dei cosiddetti “misteri d’Italia”. In tale ruolo andava altresì esprimendo la sua indole innata di attenzione ai problemi e alle sofferenze dell’uomo, nonché di attenzione all’innata sua esigenza di giustizia.

La condizione di Padre Gabriele in vita quale ricercatissimo confessore e i contatti in tale qualità avuti con Aldo Moro così come con altri eminenti esponenti del mondo politico di allora (ma da lui si recavano tutti nel senso più completo della parola), inducono apparati riservati ad approcci verso Gabriella che solo nel tempo si sveleranno nella loro vera natura indagatoria. E da qui nasce la sua attività di contatto e recupero di tanti ex aderenti alle BR attraverso cui comincia a rendersi conto di questa realtà dai mille volti operante dietro l’ufficialità di tutti gli eventi della storia d’Italia del dopoguerra. Nelle mani di Gabriella questa matassa intricata si svolge districandone lei uno ad uno i principali nodi con una semplicità sempre vincente pur se tra mille pericoli. Ed ecco iniziare uno dopo l’altro i suoi interventi presso le magistrature di volta in volta competenti dei casi più noti: la strage di Via Fani, la morte di Padre Gabriele, l’omicidio Dalla Chiesa, le stragi di Falcone e Borsellino, il caso dell’arcivescovo Cassisa, l’omicidio Pecorelli, e quindi le connessioni tra tali eventi, il mondo politico e la P2, affrontando con il suo settimanale (“L’Altra Repubblica” dal 1994) ed altre pubblicazioni anche tutti quei temi che Santoro e Floris in Rai propongono oggi come scottanti novità, ma che sin dal 1992 Gabriella aveva già estesamente denunciato e documentato nelle diverse sedi competenti. E poi il delitto di Simonetta Cesaroni, la lotta alla droga all’Argentario, la strage di Ustica, la clinica dei vip a Bergamo, il Mostro di Firenze, i delitti di Donato Bilancia a Genova, il delitto di Serena Mollicone, il caso del piccolo Samuele di Aosta, il caso della contessa Vacca Agusta, il caso Narducci, il delitto di Meredith Kercher, e gli innumerevoli interventi nei crimini di pedofilia a partire dalle connessioni in Italia del caso Doutrux e le complicità e coperture che tali devianze incontravano anche in ambienti davvero assai elevati.

L’attività pubblica di Gabriella si dispiega quindi su un doppio binario, da un lato l’impegno alla guida dell’Opera di Padre Gabriele e dall’altro quello di giornalista investigativa, oltre alle brevi ma intense parentesi di impegno politico propriamente detto con le partecipazioni nel 1991 alla campagna elettorale al parlamento, nel 1993 a quella a sindaco di Roma e poi di nuovo nel 1996 per il parlamento.

Sino ad un dato momento i rapporti con la Chiesa cattolica erano stati ottimi, tanto che Gabriella, nella qualità di presidente dell’Associazione fra i Volontari della Carità e in virtù della sua indubbia credibilità morale, aveva ricevuto il 12 giugno 1989 dal Cardinale Ugo Poletti Vicario del Papa e dalla Congregazione delle Cause dei Santi, il riconoscimento dello stato di parte attrice nella causa di canonizzazione di Padre Gabriele, addirittura privilegiando tali autorità ecclesiastiche in questa loro scelta l’Associazione rispetto all’Ordine religioso di appartenenza di Padre Gabriele, in quanto – aveva stabilito Poletti – “l’Associazione dei suoi figli spirituali e perciò sua diretta creatura vantava la precedenza rispetto ai confratelli dell’Ordine”, così come nella società civile i diritti dei figli superano quelli dei fratelli.

Ma accanto a quella che lei riteneva una missione di affermazione della giustizia condotta in contemporanea a quella di guida dell’Associazione, dal 1988 Gabriella, che evidentemente aveva raggiunto una speciale intima maturazione, diviene strumento di una missione più grande e poco conosciuta nella sua reale dimensione e cioè quella del ricevimento e della diffusione di comunicazioni straordinarie dal Cielo. Queste comunicazioni provengono principalmente da Padre Gabriele, ma non solo, e Gabriella le riceve nel cuore pressoché giornalmente e per “ispirazione diretta” – come affermerà testualmente il suo direttore spirituale di allora – scrivendole a mano su fogli di carta protocollo a righe. La trasmissione di tali messaggi, inizialmente tenuta riservata, in seguito, per espressa volontà sia della Fonte sia dello suo stesso direttore spirituale verrà progressivamente resa nota così come i suoi contenuti.

Il 9 dicembre 1992 Gabriella riceve da Padre Gabriele un Messaggio straordinario in cui le si annuncia in occasione della vicina notte di Natale la Seconda Venuta di Gesù. I termini sconvolgenti di tale messaggio pongono questa volta per un attimo in crisi tutta la formazione intellettuale di Gabriella, ma ancor più la sua solida educazione cattolica tanto da decidere lì per lì di non diffondere tale messaggio contrariamente alle indicazioni ricevute dalla Fonte. Ma il suo direttore spirituale le impone di renderlo pubblico e così Gabriella deve ubbidire, ma chiede quale condizione che lo stesso sacerdote sia al suo fianco quando lo avrebbe letto in televisione. Il sacerdote accetta e Gabriella quindi lo diffonde in tv.

A questo punto e proprio in conseguenza della diffusione di tale messaggio si opera nei fatti, nei confronti di Gabriella, progressivamente una saldatura tra alcuni apparati della Chiesa disturbati da talune sue scomode azioni di denuncia (morte di Padre Gabriele, vicende dell’arcivescovo Cassisa di Monreale in Sicilia, dichiarazioni nei confronti di alcune suore per attività di fiancheggiamento alle BR) ed altissimi esponenti della P2 evidentemente anch’essi colpiti dalla sua attività in particolare in talune delle innumerevoli denunce già dette. Gabriella diviene a quel punto obiettivo di violente ritorsioni attraverso campagne di stampa diffamatorie, procedimenti giudiziari e ogni sorta di pubblica ridicolizzazione della sua attività spirituale. Sino alla ostinata negazione da parte degli ambienti ecclesiastici dell’avvio all’introduzione della causa di canonizzazione di Padre Gabriele, attestato invece da atti ufficiali ed inoppugnabili delle stessse autorità ecclesiastiche competenti.

Seppur tra sofferenze e umiliazioni indicibili, Gabriella tira comunque dritto per la sua strada, pagando di persona, ma senza risparmiare nulla a nessuno, anzi, in un crescendo di contrasto al Male nelle sue forme più occulte, smaschera quella che indica come la schola esoterica più ermetica e sanguinaria ai vertici della piramide e cioè la setta della Rosa Rossa che, come depone nelle diverse sedi, è responsabile e ispiratrice delle serialità criminali più efferate.

Ritornando alla dimensione squisitamente spirituale, Gabriella ha proseguito giornalmente il suo rapporto carismatico con Padre Gabriele, rapporto che le ha dato l’alimento e la forza per affrontare, smascherare e piegare innumerevoli volte le diverse personificazioni del Male.

Accanto a questa lotta Gabriella ha ricevuto negli anni un patrimonio spirituale di comunicazioni e rivelazioni riguardanti l’umanità intera che secondo le Autorità Celesti debbono essere conosciute e costituire motivo di salvezza e di concordia universali verso l’attuazione di un’era di pace in cui avverrà la manifestazione a tutti i meritevoli del Signore Giusto, da sempre Vivo e Presente tra gli uomini.

Gabriella ha inviato qualche anno fa una lettera al Cardinale Ruini, allora Vicario del Papa, in cui manifestava con umiltà rinnovata la sua profonda Fede di appartenenza alla Chiesa Cattolica. Accanto a questo gesto, molti altri ve ne sono stati che avrebbero meritato un intervento di sostegno spirituale a chi si è fatta carico, con eroismo non comune, accanto a tante lotte giudiziarie contro il Male, di testimoniare un bagaglio enorme di valori spirituali che seppur spesso di certo scomodi – come affermano le Fonti stesse – daranno un enorme alimento al rinnovamento universale del messaggio cattolico. Ma nel contempo Gabriella nel ricevere i Messaggi delle Autorità Celesti, nella diffusione di taluni di essi e nel fermo proposito della diffusione di quelli numerosissimi ancora non conosciuti, non ha fatto altro che obbedire ad ordini superiori. Nessun tornaconto e d’alcun genere risulta essersi prodotto a tuttoggi in suo favore, tutt’altro. Se avesse accolto le blandizie e le offerte da tante parti pervenutele, avrebbe di certo raggiunto nella società traguardi dominanti.

Gabriella ha sempre avuto e professato un grande rispetto per l’autorità e i suoi rappresentanti, sia dell’ambito religioso che civile, ma la sua scelta d’azione, sino all’ultimo giorno, è stata quella dell’ubbidienza a Chi evidentemente le conferiva continuamente nel cuore l’intima certezza di un Dettato elevatissimo.

Se tre diversi Santi di recente proclamati dalla Chiesa l’hanno conosciuta, se un sacerdote della fama e dei carismi di Padre Gabriele in vita, e ora con una causa di canonizzazione aperta la considerava una sua prediletta figlia spirituale, se il Cardinale Poletti l’aveva ritenuta meritevole di fiducia, se tanti autorevoli sacerdoti l’hanno stimata e rispettata, bisogna anche credere che tutti costoro, giacché notoriamente muniti del necessario discernimento, l’abbiano scrutata dentro e letto la verità. Non è certo pensabile che siano stati tutti ingannati, giacché tale possibilità non è compatibile con gli eccezionali carismi degli stessi, né è a loro mai accaduto nulla del genere.

Purtroppo tale soccorso spirituale da parte della Chiesa, già doveroso per pura carità verso qualsiasi creatura ritenuta bisognosa o semplicemente in errore, nei confronti di Gabriella è mancato del tutto benché vi sia stata senza ombra di dubbio, per la severità inusuale dei contrasti oppostile contro, la consapevolezza della profondità delle tematiche da lei delineate nei messaggi. Al contrario le calunnie, le ridicolizzazioni, le aggressioni, sono state curiosamente tutte portate avanti contro Gabriella, e firmate, dal fior fiore di autorevoli esponenti comunemente “noti e accettati” per i loro diciamo così ben conosciuti “traffici” palesi ed occulti, ma tutti di indubbia sulfurea provenienza, e con una violenza spiegabile solo nell’intento pervicace di annullare la verità del dettato screditandone la voce.

In questi ultimi anni alcuni dei segni in cui Gabriella indicava la Presenza del Signore Giusto nel mondo di oggi, come propugnato nei messaggi ricevuti, li si possono leggere nell’attenzione del cardinale Tettamanzi verso le esigenze di espressione del proprio culto dei musulmani di Milano, nella serena dedicazione a “Gesù profeta di pace” della moschea di Madaba presso Amman in Giordania, nel conferimento della medaglia di “giusti tra le nazioni” da parte dello Stato d’Israele ad una congregazione di suore cattoliche di Settignano a Firenze per aver salvato eroicamente tanti ebrei da sicura deportazione.

Auspico quindi, assieme alla mia famiglia e all’Opera di Padre Gabriele, che la vicenda spirituale di Gabriella al più presto venga vagliata per come merita, così come il suo percorso terreno di lotta al crimine occulto, affinché la Chiesa e anche lo Stato italiano definiscano nelle giusta luce l’esperienza e i frutti della sua vita.

http://www.lagiustainformazione2.it/component/content/article/191-con-gli-occhiali-di-gabriella/356-11-agosto-2010-11-agosto-2011.html


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