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Rientrata la missione "Ammassalik 2014"

Creato il 20 agosto 2014 da Ottorino
Tanta nostalgia di essere rientrati,
e tristezza per aver aver terminato un viaggio così meraviglioso.
Ritorneremo
”.
E' stato questo il sentimento e le parole di commento con cui hanno terminato questo viaggio i partecipanti al viaggio 'Ammassalik 2014' promosso e condotto dal ItaliAmmassalik in una delle zone più isolate e selvagge della Groenlandia, inaccessibile per la maggior parte dell'anno a causa del mare che ghiaccia, delle nebbie che si levano improvvise e della neve che cade abbondante e permane 9 mesi su 12.

“Ammassalik 2014”
è la quarta missione che ItaliAmmassalik conduce in questa remota zona del Pianeta.
Questa volta eravamo in 13. Non solo noi, soci di ItaliAmmassalik interessati a ricercare e raccogliere  materiale storico e fotografico, ma anche un piccolo gruppo di graditi ospiti  estremamente curioso di conoscere il mondo degli ultimi inuit.Robert Peroni,Tobias, Jiulius, Ghert...  amici conosciuti da anni ci hanno accompagnato con le loro barche su e giù per i fiordi, fermandosi in posti meravigliosi a farci visitare villaggi, ghiacciai, rovine di antichi insediamenti, spiegando dove eravamo e cosa stavamo osservando. Soprattutto i bambini di Tiniteqilaaq hanno esternato la loro gioia per la nostra presenza, regalandoci giornate meravigliose. E come loro ricordo ci hanno donato i disegni che velocemente preparavano davanti a noi, su di un rudimentale tavolo, porgendoceli poi delicatamente come preziosi doni. Li conserviamo come simbolo di un'amicizia costruita e consolidata con sorrisi e gesti amorevoli.Accoglienti le case Inuit dove abbiamo alloggiato, futuristica la 'lodge' di Tiniteqilaaq, costruita interamente in legno e attrezzata con pannelli solari, in una posizione splendida con vista sul fiordo di Sermilik.Tasiilaq, Tiniteqilaaq, Sermilik, i ghiacciai Rasmussen e Karale, Kummiut, il villaggio abbandonato di Ikateq, le rovine in pietra di Umivik: sono solo alcuni dei nomi che rimarranno per sempre un bel ricordo, mentre per alcuni altri diverranno, come già a molti di noi è accaduto, luoghi  famigliari da rivisitare ogni anno.E chi poi non ricorderà per sempre la notte trascorsa in mare osservando i teoremi e le meravigliose pinnate delle balene?L'esplorazione speleologicaIl 25 luglio quattro di noi, speleologi, si sono spostati in barca alla baia di Nagtivit, uno dei punti più favorevole per l'avvicinamento alla calotta polare, dove negli anni trascorsi avevamo individuato corsi d'acqua epiglaciali e  inghiottitoi di drenaggio.Il campo base è stato posto a 65°37' N – 38°45' O sulla morena che divide la calotta creando i due grandi fiumi glaciali che scendono rispettivamente a est verso il fiordo di Sermilik e a sud verso l' oceano.L'ambiente, al riparo dei venti freddi che soffiano da nord-ovest, era meraviglioso: da una parte il mare su cui galleggiavano iceberg alti decine di metri, dall'altra la calotta polare che si perde per  centinaia di chilometri mostrando un orizzonte irraggiungibile.Da qui, muovendoci velocemente con delle piccole pulkas per il trasporto del materiale, abbiamo minuziosamente osservato circa 20 Kmq. di calotta compresa fra i 350 e i 400 m s.l.m.  ricca di corsi d'acqua e di inghiottitoi alcuni dei quali sono stati scesi fino a che flussi d'acqua profondi hanno fermato le esplorazioni.In effetti la stagione era ancora poco propizia a questo genere di discese e come pensavamo il periodo migliore si è confermato essere quello di settembre/ottobre, quando la temperatura è di parecchi gradi sotto lo zero ed ogni scorrimento è bloccato dal freddo. Ritorneremo presto in questo periodo dell'anno.Hanno partecipato a queste ricerche: OttorinoTosti, Nicola Occella, Giovanni Belvederi e Maria Luisa Garberi.... un po' di cronaca ...
Durante il campo abbiamo avuto ottimo tempo, qualche nottata moderatamente nebbiosa, giornate serene con temperature di pochi gradi sopra lo 0°, ottime per camminare.
Gradevole e inaspettata e stata la visita di una piccola volpe artica, divenuta presto la nostra mascotte.  Un po' oggi un po' domani, la confidenza è divenuta massima e la nostra piccola amica si spingeva con estrema disinvoltura dentro le tende a frugare fra i nostri sacchi alla ricerca di cibo.  Abbiamo condiviso con lei un po' di cose buone e alla fine andava a prenderle dalla mano di Nicola.Indimenticabile per tutti il momento in cui con incredibile velocità ha afferrato il guanto che Nicola si era appena tolto ed è fuggita trascinandolo in cima alla morena, inutilmente rincorsa dallo sventurato proprietario...Neppure il timore della visita di un grande orso bianco maschio, affamato, che era stato segnalato vicinissimo al nostro campo, non ha turbato troppo la nostra permanenza. Abbiamo fatto la guardia la prima notte con turni di due ore ciascuno, poi ci siamo affidati alla nostra buona sorte e abbiamo passato le nottate sprofondati in buon sonno ristoratore.Chi di notte, verso le due, le tre del mattino usciva dalla tenda poteva godere di uno splendido orizzonte illuminato da bagliori rossastri.La conclusione della missioneQuesta compiuta da ItaliAmmassalik è stata la prima esplorazione effettuata da speleologi italiani sull'Inlandsis della costa orientale groenlandese.

 
Lo scopo di queste esplorazioni è quello di tracciare una mappa dei flussi d'acqua che durante il disgelo scorrono sulla superficie ghiacciata e, attraverso gli inghiottitoi, scendono  in profondità creando nel punto di contatto ghiaccio-roccia un effetto lubrificante responsabile del maggior o minore scorrimento del ghiacciaio. Più numerosi e  grandi sono gli inghiottitoi, maggiore è la velocità di scorrimento e di distruzione della massa glaciale. Più rari e piccoli sono si manifesta, invece,un rallentamento nell'evoluzione distruttiva. Questo monitoraggio statistico svolto negli anni può contribuire alle previsioni di evoluzione della massa glaciale costiera, che in questi ultimi decenni ha subito un forte depauperamento.In Ammassalik è stato osservato un carsismo glaciale abbastanza sviluppato, dovuto alla bassa quota, alla vicinanza del mare, e quindi a temperature miti che favoriscono la fusione del manto glaciale creando uno strato acquoso che alimenta canali sub-glaciali di grande portata.Con questa missione, durata 17 giorni, abbiamo aggiunto nuove conoscenze a quelle che già possedevamo su come muoversi in Ammassalik. Conoscenze (dove andare, chi contattare per gli spostamenti in mare, come muoversi, dove fare base, ecc.) che, come quelle già acquisite nei passati anni, ItaliAmmassalik mette a disposizione non solo a chi  intende promuovere ulteriori esplorazioni speleologiche, ma a chiunque intende recarvisi anche solamente per una visita di piacere.

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