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Rientrato lo sciopero dei medici nello Zimbabwe/Ma negoziati fruttuosi quasi certamente è bugia

Creato il 18 novembre 2014 da Marianna06

 

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Dopo oltre tre settimane di sciopero i medici dello Zimbabwe hanno accettato di tornare al lavoro, mettendo fine al blocco della sanità del paese.

L'annuncio viene, dopo un incontro di rappresentanti della categoria ad Harare, dal leader del sindacato di settore, Farai Makoni.

“Nell’interesse dei nostri pazienti non aspetteremo ancora, mentre loro e le loro famiglie soffrono. Torneremo in servizio, aspettando che il governo finalizzi la questione che abbiamo posto”, ha dichiarato Makoni secondo quanto riporta la testata New Zimbabwe.

La principale richiesta dei medici era quella di un innalzamento delle stipendio mensile a 1200 dollari americani (oggi è di 575 in media, ma con punte negative di 282), oltre a una revisione delle condizioni abitative.

Non è noto quali siano le proposte del governo in merito, ma Makoni ha parlato di “negoziati fruttuosi”, che hanno convinto i medici a “non aspettare l’implementazione” di quanto promesso, ma di tornare al lavoro immediatamente.

La decisione è stata presa “all’unanimità” dai circa 150 rappresentanti della categoria. “Siamo fiduciosi e speranzosi che il processo in corso porti risultati a suo tempo”, ha concluso Makoni.

La verità vera è ,però, che quasi certamente si tratta di una tregua solo temporanea tanto disagiate sono le condizioni effettive in cui sono costretti ad operare i medici  dello Zimbabwe.

Accanto a paghe molto modeste del personale sanitario c'è  sopratuttoil problema delle strutture che, nella maggior parte del Paese, sono fatiscenti e non garantiscono, perciò ,una degenza idonea alla repentina guarigione del paziente in caso di ricovero.

E, ancora, le attrezzature e i medicamenti di base o non ci sono per niente (nel caso di quest'ultimi) o sono fuori uso ( per quanto concerne le prime). 

Uno scenario di degrado, insomma, a fronte dello sperpero continuato del mondo politico.

Mugabe e consorte (lady Grace) in primis, seguiti  poi dalla loro "corte", cioè quella degli uomini e delle donne ben accreditati presso l'onnipotente padre-padrone e signora di Harare.

Chiedere, per credere, a chi ha lavorato presso strutture sanitarie del Paese in questione.

 

           a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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