Magazine Cultura

Rifiuti eccellenti – Quando l’editore dice no

Creato il 13 marzo 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti
rejection

Avete quarant’anni, poca esperienza, un manoscritto di più di 700 pagine che recano tracce di lacrime e notti insonni e ora, come minimo, vi aspettate che qualcuno lo pubblichi. Lo legga. Vi risponda, almeno. Ma proprio le attese riposte arrecano colpi ferali alla vostra autostima.

[questo manoscritto] Che cosa significa? Dove vuole arrivare? Impossibile saperlo. Impossibile dirne qualcosa.E ancora:Si può affermare che non si troverà un lettore abbastanza forte da resistere un quarto d’ora, soprattutto perché l’autore non aiuta con le caratteristica della sua frase – che fugge ovunque.

O anche:

Caro amico, forse sono davvero ottuso, ma non riesco a comprendere come un tale possa dedicare trenta pagine a descrivere come si gira e si rigira nel letto prima di prender sonno…

Che gran schifezza dev’essere questo vostro romanzo se lo rifiutano tutti. Ma poiché non avete intenzione di arrendervi, alla fine siete costretto a pubblicarlo a vostre spese: in ogni caso i soldi non vi mancano, non siete il primo né (come ben sappiamo) sarete l’ultimo. Ma il caso vuole che siate anche Marcel Proust, e poco dopo, oltre al successo, riceverete una lettera in cui Andrè Gide si prostra ai vostri piedi chiedendovi perdono per aver personalmente rifiutato il vostro best-seller (chiamiamolo così).

…Il rifiuto di questo libro resterà il più grave errore della NRF [futura Gallimard, ndT], e (poiché mi vergogno di esserne in gran parte responsabile) uno dei rimpianti, dei rimorsi più cocenti della mia vita. […]Per me eravate rimasto quello che frequenta la signora X o Y e quello che scrive sul Figaro…

Gattopardo1

Scheda di lettura de Il Gattopardo

Pubblicare, sogno di così tanti fra noi, si trasforma spesso in un incubo di fronte alle difficoltà di trovare un editore che creda in quello che scriviamo. Non che sia sempre immeritato, intendiamoci: gli scritti la cui unica funzione potrebbe essere emetica o lassativa non mancano. Ma è provato che per una serie di circostanze sfavorevoli, di antipatie personali, o di ottusità evidenti anche i più grandi scrittori hanno avuto a che fare con queste letterine che in stile più o meno pungente cassano il lavoro di una vita o di una stagione. Per non farsi prendere dallo sconforto, è bene ricordare che Pavese si assunse l’onere di liquidare Se questo è un uomo di Primo Levi, mentre Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa fu rifiutato da Vittorini, prima di diventare famoso con Feltrinelli:

Per i due primi lettori il libro manca soltanto di abilità; per il terzo di determinazione morale. Manca comunque di qualcosa che rende monco il libro… …il libro come tale non regge. Non esiste infatti una vera e propria costruzione narrativa…

Sfortunatamente, al momento della pubblicazione, il principe-autore aveva raggiunto un luogo ameno nel quale è difficile ricevere lettere di scuse. E per continuare nella nostra opera di consolazione:

Ma una delle lettere più feroci è probabilmente quella ricevuta da Gertrude Stein dall’editore Fifield che mi piace tradurre qui integralmente:

La chicca delle lettere di rifiuto: dall'editore Fifield a Gertrude Stein

La chicca delle lettere di rifiuto: dall’editore Fifield a Gertrude Stein

Cara Signora, sono solo uno, solo uno, solo uno. Un solo essere, uno solo alla volta. Non due, non tre, solo uno. Solo una vita da vivere, solo sessanta minuti in un’ora. Un solo paio di occhi. Un solo cervello. Un solo essere. Essendo uno solo, avendo solo un paio di occhi, un solo tempo, una sola vita, non posso leggere il suo manoscritto tre o quattro volte. Nemmeno una, anzi. Un solo sguardo, un solo sguardo è sufficiente. Difficilmente se ne potrebbe vedere una sola copia. Difficilmente una sola. Difficilmente una sola. Cordialità, A.C. Fifield

Chissà se un giorno, uno solo, il gentilissimo signor Fifield ha avuto voglia di mangiarsi entrambi i gomiti. O almeno uno solo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :