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Riflessioni di pecchio dopo le lettere di nuccio picci

Creato il 19 marzo 2015 da Pecchio @lapitwit

Pecchio se ne stava seduto su di uno dei suoi troni scomodi e rileggeva pensieroso le lettere che Nuccio Picci gli aveva mandato dal Perù.

Dovrei rispondere, pensava, ma è troppo complicato prendere una busta e comprare un francobollo; io preferisco mandare una e-mail ma quel pazzo di Nuccio non sopporta il computer.

E in fondo gli dò ragione perché è come una grande rete che spesso ti avvolge in una grande confusione, spesso si blocca e, come un mulo si rifiuta di obbedirti e non va avanti.

E poi cosa potrei raccontargli?

Di fronte ai suoi viaggi posso dire poco anche se, a modo mio, anch’io viaggio.

Due viaggi per esempio sono regolari: nel primo pomeriggio volo a Los Angeles e la sera, mi affaccio in Baviera.

Non tutti gli avvenimenti possono andare così lisci.

Per il resto infatti ho rapporto con degli amici ai quali capitano problemi di tutti i colori. (è un modo di dire, generalmente il colore è nero).

Ieri mi ha telefonato il mio amico Sesto che aveva una tosse senza soste; per questo la telefonata è stata piuttosto breve, mi ha detto solo Ciao.

Oggi è venuta a trovarmi Sofia che studia filosofia ed ha l’urgenza di soffiarsi continuamente il naso; dopo avermi consumato un pacco doppio di fazzoletti mi ha raccontato che ha rischiato un serio incidente quando ha provato a soffiare sul fuoco: la filosofia in questi casi aiuta poco.

Ho avuto notizie dalla Pia che sta a Roma sulla via Appia (ma sembra che nessun altro lo sappia); mi ha detto che sta facendo una terapia per curare la sua forte miopia perché spesso sbaglia le rovine romane per la sua abitazione e le trova già occupate dagli esodati.

Da questi casi si può capire come vada il mondo, perlomeno quello che conosco.

Ho pensato seriamente di dedicarmi soltanto ad un rapporto con le piante, ritenendo che siano creature serene e tranquille ma sono stato disilluso dalla pianta che ho in salotto perché l’ho sentita scoppiare in pianto; era stata piantata in asso dal fidanzato, un ciclamino piantagrane, per di più spiantato, che l’ha lasciata senza neppure un centesimo.

Altri amici che hanno a cuore la mia allegria mi hanno invitato ad andare all’opera: ma quando mi hanno raccontato prima la trama, non mi è sembrata molto divertente.

La protagonista che si chiama Violetta è molto violenta, forse a causa del coro che le fa confusione intorno.

Per punirla, il suo amico Alfredo la rinchiude al freddo in una catapecchia, ma le cade una trave in testa e per questo viene chiamata Traviata.

L’unica cosa che mi piace è il vecchietto che invita ad andare in Provenza ed ha ragione perché è un posto molto bello con tanta lavanda.

Almeno lì ci sono stato.

E piuttosto evidente che se spedissi una lettera con questi eventi negativi a Nuccio non sarebbe molto apprezzata perché a lui piacciono le avventure a lieto fine.

Ma il mio più grande desiderio sarebbe, e lui lo sa, che il giorno fosse gior-sì e la notte si-tte e non posso farci nulla se mi vengono sempre in mente storie che finiscono male.

Concludo allora il mio pensiero con le frasi che preferisco:ALZA GLI OCCHI…DOMANI GLI UCCELLI CANTERANNO!

Pecchio

Nicoletta Martiri Lapi


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