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Riflessioni sul ciottolo che s’infisse nella fronte del gigante Golia

Creato il 31 gennaio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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250px-Tycjan_David_i_Goliatdi Luciano Cicu. In un passato assai remoto, mille anni prima di Cristo, gli israeliti schierati in battaglia, al comando del re Saul, contro i filistei, assistettero, come per incanto, alla caduta istantanea del loro acerrimo  nemico:

Il gigante Golia, di Gat, un essere enorme per statura e proporzioni, sei cubiti e un palmo, quasi tre metri di altezza.

Il cruento episodio è narrato nel primo libro del profeta Samuele, accluso alla Sacra Bibbia, con dovizie di particolari che stimolano piacevolmente alla lettura e offrono spunti di riflessione.

In breve, quell’episodio si concluse in modo rapido. Al campo, nella valle del Terebinto, da una parte il gigante Golia, un filisteo di Gat che avanza con spada, lancia e asta, incutendo terrore fra gli israeliti, dall’altra, un giovinetto dai capelli fulvi, di un biondo rossiccio, con occhi belli e di gentile aspetto.

Si chiamava Davide, già consacrato con l’unzione del profeta Samuele e corroborato dall’assenso del re Saul per combattere contro quel gigante.

Davide prese in mano il suo bastone e scelse cinque ciottoli lisci in riva al torrente e li mise nel suo sacco da pastore.. Indi prese in mano la fionda e andò prontamente al luogo del combattimento.

Guardò acutamente il filisteo, trasse una pietra dal sacco e la fiondò vigorosamente, centrando la fronte del gigante che cadde con la faccia a terra.

Davide spiccò un salto e fu sopra di lui, gli prese la spada, la sguainò il colpo di grazia, recidendogli la testa che alzò al cielo in segno di vittoria.

A quella vista gli israeliti cacciarono urli di gioia che risuonavano nella vallata, scatenandosi, poi, contro i filistei, sgomenti per la tragica e ingloriosa fine del loro eroe.

Ma al di là della biblica narrazione, si impone subitanea una riflessione che riguarda quel ciottolo che era una umile pietra ferma sulla riva del torrente, del peso ipotizzabile di cento grammi.

Massa-a-riposo, quindi dello stesso peso, dotata, però, di cariche elettriche e subnucleari che funzionano come “lucchetti” che bloccano la fuoriuscita dell’energia. Se non fosse così, la terra sarebbe una immensa polveriera con continue esplosioni che non consentirebbero alcuna forma di vita.

Basti ricordare che con soli tre grammi di energia, equipotente a 14 mila tonnellate di tritolo, nel 1945, le città di Hiroshima e di Nagasaki, furono distrutte dallo scoppio delle bombe atomiche americane.

Ma torniamo alla massa-a-riposo della pietra di cento grammi.

L’ardimentoso Davide, con tanta fede e niente paura, armò la sua fedele fionda con quella pietra e la lanciò violentemente contro il campione filisteo, mirando alla testa non coperta dall’elmo di bronzo.

La massa-a-riposo, con la velocità, divenne massa-di-moto, acquistando una energia totale di diecimila chilogrammi, equivalenti a centomila volte la massa-a-riposo di partenza (100 grammi), ma con una eccezionale peculiarità.

Il numero delle “cariche” elettriche e subnucleari non subì alcuna variazione = stesso numero di “lucchetti” nella massa-a-riposo; stesso numero di “lucchetti” nella massa-di-moto.

E il povero Golia, anche se gigante, si beccò la pietra che s’ìnfisse  traumaticamente nella sua fronte facendolo piombare al suolo come corpo morto.

Concludendo, se per avventura quella fiondata avesse frantumato gli argini dei “lucchetti” insiti nella pietra, la fuoriuscita dell’energia accumulata avrebbe potuto scatenare una ecatombe e Davide non avrebbe mozzato la testa al gigante Golia.

Ma la onnipotenza di Dio, creatore di tutte le cose visibili ed invisibili, ha predisposto l’immanente che ci circonda in modo da poter beneficiare del dono della vita, in santa pace, nei limiti della umana longevità.

Featured image, Davide e Golia, dipinto di Tiziano

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