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Riforma Gelmini, gli studenti vogliono abrogare la legge

Creato il 10 gennaio 2011 da Lalternativa

Il ddl Gelmini, ovvero la riforma dell’Università, non è piaciuto neppure al Capo dello Stato. Napolitano, infatti, ha sollevato alcuni dubbi, in particolare sul futuro dei professori aggregati e dei lettori madrelingua, che il ministro ha fatto finta di recepire ma dubitiamo ne abbia compreso il valore. Eppure, nonostante tutto, la riforma è legge. Nei prossimi giorni L’Alternativa cercherà di spiegarvi cosa cambia nelle Università e cosa pensano rettori, professori e studenti. Proprio questi ultimi, che sono tornati oggi nelle aule delle Università e delle scuole italiane, pare non siano affatto rassegnati ad accettare le conseguenze di una riforma contro la quale hanno protestato a gran voce. Assemblee, presidi e volantinaggi sarebbero già in programma in tutta Italia. Così come iniziative più “istituzionali” quali la richiesta di referendum abrogativo della riforma Gelmini.

Ci stanno lavorando gli studenti romani (gran parte della delegazione ricevuta al Qurinale prima dell’approvazione era composta da giovani degli atenei della Capitale) che studiano le modalità della raccolta delle firme necessarie a sottoporre a referendum la legge. Ma a Roma si programmano anche nuove manifestazioni in piazza: già da domani si riuniranno alcune assemblee di facoltà per “decidere le prossime iniziative contro la riforma Gelmini”. Al momento le facoltà non sono più occupate, ma gli universitari non escludono di poter riattivare le forme protesta messe in atto negli ultimi mesi dello scorso anno. Il primo appuntamento di sciopero è quello del 28, con l’adesione alla protesta della Fiom. E lo stesso faranno gli studenti di Palermo, dove gli studenti delle facoltà di Lettere e di Scienza stanno elaborando uno “statuto per l’autoriforma”, un documento che faranno pervenire al senato accademico.

Anche a Milano riprenderanno da domani sia le lezioni sia la mobilitazione studentesca contro la riforma, soprattutto negli istituti superiori e nei licei, con l’assemblea della Rete degli studenti. Già in programma alcune iniziative del Coordinamento dei Collettivi studenteschi. In particolare, i ragazzi dei collettivi volantineranno davanti a molti istituti per protestare anche contro le denunce che hanno colpito decine di studenti milanesi per le occupazioni dell’autunno. Mercoledì, inoltre, riunione dei collettivi. Non manifestazioni programmate e comunicate in anticipo ma azioni a sorpresa, blocchi improvvisi, attività anche eclatanti. Così, al momento, gli studenti di Napoli hanno immaginato per i prossimi giorni la ripresa delle iniziative di mobilitazione del movimento. Un assaggio, del resto, lo si è avuto, già nella giornata di ieri pomeriggio: un gruppo del coordinamento degli studenti autorganizzati campani ha attaccato manifesti con foto delle recenti proteste contro il ddl Gelmini sulle ringhiere dell’obelisco di piazza San Domenico Maggiore, nel centro storico di Napoli, e non sono mancati momenti di tensione con gli agenti della polizia municipale.

All’Università della Calabria è stata convocata per mercoledì un’assemblea di tutti gli studenti e iniziative sono previste anche all’Università di Reggio Calabria. In Veneto c’é già uno sciopero nella agenda di gennaio degli studenti vicentini: “Venerdì 21 – spiegano – aderiremo alla protesta della Filt-Cgil, ossia il settore trasporti, che riguarda soprattutto gli autisti dei pullman”. La settimana che si apre dovrebbe invece scorrere tranquilla. Sul fronte universitario il primo appuntamento di peso sarà per gli studenti la riunione tra i rettori delle università venete prevista a metà gennaio. In controtendenza, invece, l’iniziativa del Liceo Scientifico Copernico di Bologna, la cui occupazione ‘natalizia’ – simile a quella del Liceo Canizzaro di Palermo – si è conclusa ieri, alla vigilia della ripresa delle lezioni. Era iniziata, dopo un primo tentativo fallito il 29 dicembre, lunedì scorso: in centinaia hanno partecipato agli incontri organizzati dagli studenti che hanno ricevuto la solidarietà dei ricercatori precari, degli universitari, di Usb e Fiom.


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