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Riforma Province secondo Delrio: i deputati agrigentini gradiscono

Creato il 02 ottobre 2014 da Comunalimenfi
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Prende piede la possibilità che nell’Isola sia applicato il progetto seguito dal Governo Renzi.

Riforma delle Province, anche ai deputati regionali agrigentini piace l’ipotesi “Delrio”. Cioè quella che – in estrema sintesi e tra le altre cose – prevede l’istituzione di enti intermedi, con organismi composti da sindaci e consiglieri comunali.

Se alla Regione sembra letteralmente in fase di stallo il progetto tanto sbandierato dal governatore Rosario Crocetta, prende sempre più piede la possibilità che anche nell’Isola sia applicato il progetto attualmente seguito a livello nazionale dal Governo Renzi.

Su questa linea, ad esempio, sono i deputati Lillo Firetto, Michele Cimino, Roberto Di Mauro e Vincenzo Fontana. “Credo che scegliere di applicare quanto contenuto in quella riforma – spiega Lillo Firettosia una scelta di buon senso. Bisogna prendere atto che l’innovazione e la riforma che Crocetta ha tanto annunciato non sono andate in porto e bisogna rinunciare all’idea di essere speciali nella specialità. I cittadini e i dipendenti delle ex province in primis vogliono chiarezza”.

“Nella riunione di maggioranza dei giorni scorsi – dice Ciminoè stata avanzata proprio questa proposta e bisogna discuterne senza polemiche e pregiudiziali. Ricercare a tutti i costi l’autonomia potrebbe alla fine provocare danni rispetto alla possibilità di reperire finanziamenti nazionali sia per le province che per la Regione, e non possiamo permettercelo”.

“La riforma è stata annunciata da Crocetta – dice Roberto Di Mauroma ad oggi non vi è traccia nemmeno di un disegno di legge da parte del Governo. Credo che il suggerimento migliore sia quello di applicare anche in Sicilia la proposta Delrio per evitare di essere esclusi dal circuito nazionale. Qualcuno avanza la proposta di reinserire le elezioni dirette, ma credo che se le nuove provincia avranno la natura di enti strettamente tecnici non avrebbe nessun senso da un punto di vista politico”.

“Abbiamo in più occasioni detto come Ncd – dice Vincenzo Fontanache era necessario fare un passo indietro fin da subito e mantenere in vita gli enti intermedi, ma il governatore si era ormai esposto mediaticamente e la sua proposta alla fine è stata un boomerang. Crediamo che in attesa della riforma del Titolo 5° della Costituzione si potrebbe puntare sulla riforma Delrio”.

Alternativi rispetto alla linea Giovanni Panepinto e Matteo Mangiacavallo, anche se con motivazioni diverse.

“A giorni – dice Giovanni Panepintopresenterò una mia proposta rispetto ai liberi consorzi che preveda il mantenimento degli attuali confini geografici ma dia maggiori competenze e maggiori poteri agli enti intermedi, in primis quelli che attualmente sono della Regione come la gestione dal punto di vista urbanistico e degli ormai ex ambiti territoriali ottimali”.

“Per il Movimento 5 stelle – dice Mangiacavallol’obiettivo era l’abolizione dell’organo politico. Stiamo studiando i dettagli della riforma Delrio per vedere se è compatibile con le nostre idee sul tema. Quello che non accetteremo, è giusto precisarlo, è il tentativo di far rientrare dalla finestra gli organi politici, dato che la rappresentività dei cittadini sarebbe comunque garantita con le elezioni di secondo grado”.

Insomma, il dibattito è più che aperto.

Gioacchino Schicchi de La Sicilia


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