Riforma sanitaria Serrachiani

E’ trascorso il primo anniversario dal delitto che ha riguardato la sanità cittadina. Era l’11 luglio dello scorso anno quando la Presidente della Regione Serracchiani decretava, formalmente, la chiusura del punto nascita della città, anche se la storia cominciava dal 2012 nell’indifferenza di tutti i consiglieri comunali di Gorizia a parte Francesco del Sordi.
A prescindere dall’infausta scelta che ha lasciato, lascia e lascerà il segno sulla nostra comunità, ricordo ancora in maniera nitida le promesse della Serracchiani la sanità Isontina non subirà ulteriori tagli, anzi, verrà potenziata anche con l’assistenza sanitaria sul territorio e nessun altro reparto subirà riduzioni. A distanza di un anno si può affermare tranquillamente che si trattava solo di una promessa, poi non mantenuta. In quest’anno abbiamo vissuto l’entrata in vigore della riforma sanitaria regionale e la conseguente entrata in campo del piano attuativo locale il tutto con un unico denominatore: tagli indiscriminati. Direi  che la lista sarebbe lunga ma basta ricordare che l’assistenza sul territorio non è mai decollata e trovo emblematico aver saputo dall’Azienda Sanitaria che i reparti di cardiologia e nefrologia resteranno chiusi per il mese di luglio riaprendo a fine agosto ed i pazienti verranno dirottati in medicina generale. Quasi come che l’ospedale fosse diventato un negozio di commercio al dettaglio che può permettersi, con una popolazione di circa 35 mila abitanti che per il 55% ha superato i 65 anni, di poter dire: scusate siamo chiusi per ferie, vi dirottiamo al negozio più vicino. Non avrei mai pensato che un ospedale inaugurato soltanto sette anni fa, in cui sono stati spesi milioni di euro, venisse ridimensionato in questo modo.  Ormai per quanto riguarda Gorizia direi che sarebbe il caso di non parlare più di mamma Regione bensì di matrigna Regione anche se certi consiglieri adesso, non avendo inciso prima per motivi di apparire, si stracciano le vesti dopo che i buoi sono scappati.

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