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Rino Gaetano, nun te reggae più!

Creato il 22 giugno 2011 da Fishcanfly @marcodecave

Da quando è uscito, qualche anno fa, il film di Claudio Santamaria sulla storia del geniale cantautore italiano Rino Gaetano, le cover band su di lui hanno cominciato a saltar fuori come i funghetti di Super Mario. Quando esco la sera, specialmente in estate (ma non solo: il virus ringaetanese colpisce anche nella stagione rigida), almeno un programma serale su tre riporta il nome di una cover band a lui affinata.
Non ce la faccio più. La mia pazienza non è quella di Penelope, né quella di Berta.

Rino Gaetano, nun te reggae più!

Adesso il tuo paparino ti mette un altro disco impegnato così cresci bene e con le idee giuste!

Inizialmente, non lo nego, la moda (perché di questo si tratta: moda) aveva colpito e affascinato anche me. Avevo comprato qualche suo album originale, lo ascoltavo spesso, finché, passata l’onda rivoluzionaria, sono tornato pigramente ai miei pranzi domenicali.

“Hey, Bad, scendi in strada è scoppiata la rivoluzione!”
“Vengo più tardi, ho messo la pasta e poi c’è la finale di coppa!”

La rivoluzione è rimandabile. Specialmente la “moda della rivoluzione”, la moda dell’anticonformismo, la moda del “riscoprirsi tutti” fratelli nella libera accettazione di un cantante, di un uomo. Fosse il Che, pure pure…
Sopporto tutto questo e passa qualche tempo, dico tra me e me che magari il morbo passerà. Nel frattempo mi rendo conto che non posso dire una sola parola contro le cover band di Rino Gaetano, fosse anche basata non su chissà quale preciso fondamento di competenze musicali, ma su un indiscutibile questione di gusti, come ci ricorda il brocardo latino.
Macché, se dico “A me Rino Gaetano non piace.” rimedio qualche occhiataccia, qualcuno che dice “sono gusti”, ma lo dice con quel tono tipo “bruttostronzoinvertebratoinferiore come fa a non piacerti rinogaetano? Ha cambiato la musica italiana! Ma ti rendi conto di quello che dici? Sei la vergogna dell’evoluzione umana, Darwin si rivolterebbe nella tomba se pensasse a te” Almeno Darwin mi penserebbe. E sto zitto, e mando giù.
Sono quasi arrivato al punto di sentire una affinità intellettuale con i cultori del genere musicale “tunz-tunz”: al che un brivido scuote la mia schiena e mi ricorda la mia dignità da vertebrato che ha conquistato la posizione eretta.

Rino Gaetano, nun te reggae più!

Stasera c'è una band ACCULTURATA, musica figa et impegnata, vieni con noi?

Il punto non è che a me Rino Gaetano non piaccia. Il punto è:  a forza di mangiare risotto alla zucca per una settimana, arrivato al fine settimana ti viene una sorta di moto spontaneo di allergia per il risotto alla zucca. E vorresti un bel panino da Mac’Donald o da Burger King.
Non c’è niente di male a riscoprirsi cultori di un cantante o di un genere dopo un film, o con un qualsiasi “ritorno di moda”, ma non c’è niente di male nemmeno in Lady Gaga. Come in tutte le cose, l’importante è non esagerare. La dieta mediterranea si compone di un equilibrio, di una variazione.
Potrei anche aggiungere che spesso e volentieri i cultori della musica alla Lady Gaga non hanno la “puzza sotto il naso”…ma qui si aprirebbe un’altra questione che ci porterebbe direttamente a metterci in guardia dalla nuova “pseudocultura” che in realtà è solo “moda” e non cultura, dal momento che la cultura non è moda, ma è sempre avanti di almeno tre secoli. La cultura è fantascienza.

Ai lettori più ostinati che forse non hanno colto il senso di quanto scritto sopra dico che Rino Gaetano(avrei potuto scrivere anche altri nomi) è tuttora attuale, e lo sarà ancora per molto tempo, così Gaber, Battisti, De Andrè: sono tutti miti che dobbiamo conservare e trasmettere. Ma stiamo attenti a non farne stereotipi per “masse ristrette”, perché quando questo avverrà il loro messaggio rivoluzionario sarà MORTO, SEPOLTO, DIMENTICATO.

Non crocifiggiamoli sull’altare della moda borghese e fanatica (perché è questo che sta succedendo), perché non lo meritano. Rino, ti voglio bene, come tutti del resto.

In humilitas, veritas.

Rino Gaetano, nun te reggae più!

Il vero cambiamento inizia dal rifiuto degli stereotipi. E ora stop, perché non mi reggo più nemmeno io.


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