Roy Dillon (John Cusack) è un giovane e abile truffatore, che vive con piccoli colpi e seguendo poche regole per non finire nei guai. Sua madre Lilly (Anjelica Huston) lavora per un racket di scommesse truccate nelle corse dei cavalli, mentre l’infedele e seducente Myra (Annette Bening), sua ragazza, vorrebbe riprendere il giro dei “bidoni grossi”. Sulla via del crimine, le loro strade si incrociano pericolosamente. 
Prodotto da Martin Scorsese e tratto da un romanzo di Jim Thompson: le premesse sono buone. Infatti ricevette quattro nomination agli Oscar (senza però vincerne nemmeno uno), e Stephen Frears ebbe l’occasione di confermare il suo talento. Noir disperato, incentrato sull’avidità, senza un personaggio positivo o in cerca di redenzione. John Cusack aveva fino ad allora una filmografia composta perlopiù da commedie per teenager, ma rappresentò una scelta azzeccata. Annette Bening, fascino sbarazzino, si esibisce in un folgorante nudo integrale. Anjelica Huston, straordinaria nella parte, è invece ambigua e maledetta. Inizio con dolly, piano sequenza e schermo diviso in tre (Brian De Palma docet); finale amarissimo, indimenticabile, tragica fotografia della fusione tra sangue e soldi. Tra le musiche, anche quelle degli Stones (con Martin Scorsese di mezzo, non potrebbe essere altrimenti).
Pacman
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Snake