Nuovo articolo per la mia rubrica Riscoprire Istanbul su I fiori del male.
A Istanbul nell'abbigliamento femminile è in corso una vera rivoluzione. Pur rispettando i dettami dell'islam sta diventando sempre più raffinato, modaiolo e femminile. Tanto da esprimersi con colori forti e suggestioni "aderenti". E le riviste patinate lanciano modelle "velate" alla guida di macchine cabriolet rosse fiammeggianti. Tutto questo per dire che spesso la realtà sconfigge i pregiudizi.
Ormai è una psicosi: gli italiani residenti o di passaggio a Istanbul - per turismo, per studio, per affari - si lamentano perché "le donne velate sono di più". Ma di più, rispetto a quando? E soprattutto, costoro passano forse il loro tempo in città a contarle? Le contano tutte? Che poi: anche se fosse, quale sarebbe il problema? Un foulard sulla testa, non rende di certo pericolosi o infidi: è di un pezzo di stoffa che stiamo parlando! Per riflusso d'orientalismo, ingigantito dall'11 settembre e dagli epigoni dello "scontro di civiltà", però è vero che le donne col capo coperto " creano sospetti e paure, sono considerate una minaccia alla sicurezza, ai valori secolari e ai diritti conquistati dalle donne" (Renata Pepicelli, Il velo nell'islam, Carocci 2012). Paura del diverso, paura del minaccioso islam.
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