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Ritardi ovunque

Creato il 02 febbraio 2012 da Fabio1983
In questi giorni abbiamo monopolizzato T-Mag, concentrandoci in particolare sul tema del lavoro che non c'è (il che spiega la nostra decisione). Potrei osservare, in aggiunta, che il lavoro che non c'è è sintomatico delle carenze culturali e strutturali del nostro Paese. Il posto fisso è una chimera. Lo dice Monti, lo sanno i giovani più realisti (perdonate, se potete, il mio pragmatismo). Ma ciò che sconcerta è la rincorsa a un modello di welfare che rappresenta al meglio il nostro ritardo rispetto ai maggiori partner europei. Ci ritroviamo cioè a discutere di politiche sociali che avremmo dovuto sviluppare anni e anni fa. Invece abbiamo permesso che la flessibilità si tramutasse in precariato, tanto per dirne una. Ma le carenze strutturali non sono riconducibili esclusivamente alle tutele dei lavoratori. Semmai ai cittadini in generale. L'Italia è il Paese in cui non si ha il benché minimo timore di mettere alla gogna l'amministratore che poco o nulla può dinanzi ad una emergenza straordinaria e in compenso ci si dimentica troppo in fretta dei disagi che neve o pioggia – talvolta persino annunciate – possono provocare nei centri abitati. I treni restano bloccati per ore e il calcio si ferma. Già, il calcio. Che nel resto di Europa si gioca sempre – salvo casi eccezionali –, anche sotto la neve. Da noi gli stadi sono impianti obsoleti, non in grado di assicurare lo svolgimento delle gare alle prime intemperie e “irrispettosi”, in molti casi, delle norme in materia di sicurezza. Non so, ma io noto ritardi ovunque. E mi chiedo – sperando di non scadere nella consueta retorica qualunquista – se un po' non sia anche colpa nostra, che abbiamo iniziato a indignarci soltanto ora.

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