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Ritorna in voga il nucleare...

Creato il 06 settembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
RITORNA IN VOGA IL NUCLEARE... La voce trasversale a più schieramenti ritorna in Italia per celebrare il nucleare, ritenuto più che mai necessario. A detta di veri o presunti "esperti", lo Stato non può più farne a meno. E' una risorsa troppo preziosa da sfruttare, seconda solo alla sicurezza ed all'affidabilità degli impianti di produzione e smaltimento delle scorie. Dopo qualche mese di silenzio, la miccia si è infatti riaccesa. Tutto merito di risultati esposti in una ricerca realizzata da "The European House Ambrosetti" per conto di Enel ed Edf. Presentandone gli esiti nel Workshop di Cernobbio, sono stati divulgati valori ritenuti di bella speranza. Secondo lo studio, il nucleare potrebbe portare al disastrato bilancio italiano un risparmio da 4,5 ad 11 miliardi di Euro l'anno. A conti fatti, nel giro di due anni e qualche mese si potrebbero depennare gratuitamente cifre pari a quella dell'ultima manovra finanziaria, od ancora ai tagli annuali fatti dal duo Gelmini-Tremonti all'Istruzione. In un arco di tempo pari a 10 anni i costi di produzione si potranno ridurre di oltre 69 miliardi di Euro, mentre le emissioni di anidride carbonica crollerebbero fino a 381mila tonnellate. Sarebbe inoltre previsto, sul medio termine, un taglio alle bollette relative ai costi dell'energia fatta pervenire nelle realtà italiane. Il piano attualmente in corso d'opera, previsto e strutturato dal Governo Berlusconi, prevede l'inizio della costruzione entro il 2013. Saranno, nel numero attualmente previsto, 8 con una capacità da 1600MW raggiunta entro il 2026. Il costo necessario per accollarsi la costruzione delle centrali ammonterebbe ad oltre 40miliardi di Euro. Secondo questo "partito" trasversale, il ricorso al nucleare rappresenta la chiave di volta per la competitività del Paese. Ne è convinto, da esperto assoluto, lo stesso Ministro Tremonti: "Si dice che l'Italia è un pò debolina sul PIL, ma è perchè noi competiamo con Paesi che hanno il nucleare. Dobbiamo farlo anche noi. [...]" Dalle parole del ministro si capisce che la causa di debolezza economica è strettamente collegata all'esclusiva mancanza del nucleare. Concetto da altro mondo, appunto: gli sprechi a bilancio vengono da miriadi di scelte passate sbagliate, non frutto esclusivamente di una cultura dell'atomo mancante. Il Partito trasversale dell'atomo ha, per fortuna, notevoli detrattori. Uno di essi è Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd: "Quella della discesa del costo della bolletta è un'enorme frottola. Senza un forte sostegno pubblico l'attuale nucleare non è competitivo ed i costi ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani, che già oggi ogni anno pagano 400milioni di Euro sulle bollette elettriche per smaltire le scorie del vecchio nucleare."

Al partito del nucleare non vanno, però, in testa due problematiche estremamente semplici:
  1. come gestire, ammortizzare e smaltire le scorie nucleari;
  2. con quanti e quali fondi comprare le score di uranio necessarie per avviare il ciclo operativo delle centrali;

L'Italia, votandosi al nucleare, avrebbe come prima urgenza quella di reperire materia prima "necessaria".

Ai primi posti tra i Paesi da cui si potrebbe comprare, l'Italia non c'è.

I primi fornitori mondiali di uranio sono infatti Australia, Kazakistan, Canada, Stati Uniti e Sudafrica.

Altra tematica interessante è che, a fini energetici, il nucleare è una risorsa capace di produrre solo energia elettrica.

Incidendo per un 23% sul bilancio mondiale, non si spiega completamente dove potrà mai avvenire tutto questo calo di emissioni inquinanti.

L'ennesima questione che si evita è, invece, la più importante.

Perchè rincorrere un nucleare potenzialmente rischiosissimo quando si può vincere la sfida energetica ricorrendo ad un incremento della green economy e delle energie rinnovabili?

L'Italia, nello specifico, potrebbe essere uno dei Paesi in cui il fotovoltaico potrebbe ricoprire l'intero fabbisogno energetico senza sforzi.

Sarebbe sufficiente ricoprire lo 0,8% circa del territorio di pannelli d'ultima generazione, per consegnare il Paese in mano ad una risorsa sicura, innocua e, soprattutto, infinita.

Eppure, nonostante le potenzialità, il partito del nucleare rimane purtroppo in voga.

Sarà colpa di esperti un pò troppo improvvisati?


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