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Rocco-cò

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

L’Italia è nazione nota nel mondo per l’età avanzatissima della sua classe dirigente, matusalemme incollati alla poltrona e disposti a tutto pur di non cedere il passo alle generazioni sulla carta destinate a sostituirli. Non succede solo a Palazzo Chigi, o nelle stanze dei bottoni della macroeconomi; capita anche negli studi professionali di avvocati, notai, medici o affini, con ottuagenari che, anziché investire nel loro futuro leggendo un bel libro di preghiere per prepararsi all’aldilà, continuano ad esercitare e a comportarsi come se avessero tutta la vita davanti.
Capita negli ospedali, nelle aziende di servizi, nelle società private di trading.
Di recente, mi è capitato di comprare i mobili della sala da pranzo da due quasi novantenni che, anziché cedere l’attività agli eredi e lasciare largo ai giovani (i loro figli ultracinquantenni, s’intende), si ostinano a cercare di capire come funzionino internet e la posta elettronica.
Inutile dire che a ricevere la mia consolle e le mie sedie ci sono voluti circa sei mesi, visto che questi Sandra e Raimondo del rovere hanno sbagliato l’ordinativo una dozzina di volte.

Insomma.. si sa che questo non è un paese per le nuove leve, ma mai avrei pensato che l'ostinazione degli anziani potesse colpire anche il mondo del porno.
Ieri sera ero lì, sul mio divano di casa, e facevo zapping sui canali generalisti in cerca di qualche programma che mi conciliasse il sonno. La trasmissione più eccitante e vivace era “Elisir” di Michele Mirabella, dedicata al tema del colesterolo e dell’ipertensione.
Così, come faccio abitualmente la sera, ho ceduto alla tentazione di pescare a caso tra il mio nutritissimo archivio di dvd hard core, e ho infilato nel lettore un film che ancora non avevo visto, vale a dire “Intimacy 2” di Rocco Siffredi. Mi sembrava un titolo adattissimo a questo periodo prenatalizio, anche perchè, come porcata, era molto più scandalosa la serie “Paura d’amare” in onda su Raiuno.

Ebbene… quale dolore e afflosciamento emotivo, nell’accorgermi che, ahimé, la tendenza al poltronismo degli anziani tipica di Montecitorio è diventata costume anche sui set a luci rosse!
Perché, per quanto mi dolga ammettere una sì cruda verità, oltre ad essere noioso, per nulla arrapante e girato con la tecnica di un amatoriale da Fermo Posta, “Intimacy 2” mette a nudo tutta la decadenza fisica di quel monumento (un obelisco, ovviamente) alla virilità italiana che da sempre Rocco è. In questa produzione – che peraltro è già vecchia di due anni – il nostro eroe sfoggia infatti una pancia molle e due pettorali cadenti degni delle nostre vite sessuali reali, non certo di un mito del tutto-sodo come lui.

Per carità, il talento grazie al quale Siffredi si è costruito una carriera lunga e durevole non sembra minimamente soffrire di rilassamenti, ma fatto sta che, abituati come ormai siamo a vedere corpi perfetti ovunque, nella cinematografia per adulti ma anche ad Amici di Maria De Filippi o tra i ballerini ospiti del papa, il girovita molle di Siffredi e quel suo essersi allargato come un comodino Rocco-cò, comunica a noi fan storici una certa tristezza, perché ci ricorda di come il crollo fisico sia sempre lì in agguato dietro la valigetta dei vibratori.

Fa un certo effetto, ripensare al ventiquattrenne tutto d’un pezzo che Siffredi era in assoluti capolavori come “Una moglie infedele”, “Fantastica Moana” o “La zia in calore” e poi vederlo lì, a riprendersi da solo dall’alto verso il basso mentre una ragazza gli pratica una fellatio e lui deve tenere la pancia in dentro perché la sua dimensione artistica appaia in tutto il suo splendore.

Hanno ragione gli Abba quando dicono che riunirsi dopo tanti anni servirebbe solo a mostrare a tutto il mondo quanto l’antico splendore sia ineluttabilmente scomparso. E al caro Rocco suggerirei di continuare pure a girarsi i suoi filmettini privati come facciamo tutti, ma di lasciare a noi, poveri onanisti mortali, l’immagine perfetta dell’adone arrapato e arrapante che è stato e non è più.


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