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Rocco Varacalli, Sono un Morto Vivente, narrazione della storia del pentito di ‘ndrangheta

Creato il 16 febbraio 2013 da Yellowflate @yellowflate

NDRANGHETA1Rocco Varacalli, pentito dell’ndrine  scrive un libro.

Appena uscito nelle librerie di tutt’Italia “Sono un uomo morto”,  editto da Chiarelettere,  scritto a 4 mani con  Federico Monga.

Federico Monga vive a Napoli dove, dal luglio del 2010, e’ vicedirettore del quotidiano “Il Mattino”. Ha lavorato per “l’Unità”, “La Provincia Cosentina”, il “Giornale del Piemonte” e “La Stampa”è un giornalista italiano mentre, come è noto, Rocco Varacalli, nato a Natile di Careri (Reggio Calabria) nel 1970 è stato  affiliato alla ‘ndrangheta dal 1994,  ha trafficato droga per vent’anni, a partire dal 1987.  Nel 2006, ha deciso di pentirsi e di collaborare con la giustizia, attualmente è detenuto presso il Carcere de Le Vallette ed è uomo chiave del processo Minotauro.

Varacalli ha dedicato il testo  al procuratore Bruno Caccia, assassinato dalla ‘ndrangheta a Torino, e a Giancarlo Caselli .

Nel libro Varacalli sostiene di aver vissuto in cella con  ”gente del calibro di Rosario Barbaro, i Trimboli, i Nirta, i Morabito, che mi hanno confidato omicidi, estorsioni, intrighi con la politica e l’economia. Le ditte calabresi hanno operato in tutti i business più importanti: la ferrovia ad alta velocità, la nuova autostrada Torino-Milano, le Olimpiadi invernali del 2006, il porto di Imperia, solo per citare gli affari più clamorosi”.

Sono un uomo morto, racconta un processo di infiltrazione di ‘ndrine che può sembrare incredibile ma che tocca tanti aspetti di quella Italia dove crimine e malaffare fanno patti con cantieri  e traffico di droga.


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