Magazine Palcoscenico

Roma Fringe Festival 2015 | L come Alice

Da Riflessialmargine
Presso il parco di Castel Sant’Angelo, all’interno della rassegna teatrale del Roma Fringe Festival, è andato in scena, L come Alice. Regia: Nexus- Attrice: Laura Garofoli – Aiuto regia: Giuseppe Sofo- Costumi: Mariagrazia Toccaceli- Musiche: Gyorgy Ligeti- Compagnia Garofoli/ Nexus- Associazione Compagnia Mauri Sturno.  L come Alice è uno spettacolo che ispira il suo lavoro drammaturgico al teatro della crudeltà di Artaud e al pensiero di Gilles Deleuze. Prende lo stile visivo-immaginifico dal romanzo “Attraverso lo specchio” di Lewis Carroll. Il tutto Immerso in uno scenario steampunk in cui Alice si muove compiendo il suo viaggio. Un viaggio pieno di incontri con personaggi bizzarri, personaggi che lei stessa era stata, un viaggio tra vecchie e nuove tecnologie che scandiscono il tempo che passa. Uno spettacolo basato sul ritmo e sulla padronanza corporea. Un fiume in piena senza fermate dove le parole si sommano ad altre parole, dove i rumori si sommano ad altri rumori, dove i pensieri si sommano ad altri pensieri, dove il ritmo si somma al ritmo. Un mondo dove le parole, i rumori, i pensieri, il ritmo, le tracce e le sottotracce si sovrappongano, un mondo dove niente si ferma generando un cortocircuito, una saturazione nella mente umana che non riesce ad avere il tempo di assorbire, fissare, l’importanza di ciò che viene detto, l’importanza delle parole. Parole che vanno assaporate, gustate, introiettate, per essere comprese per come meritano. Le parole si perdono, il senso si perde, tutto rimane sulla superficie epidermica senza passarvi attraverso, senza scavare nell’animo umano, una vera crudeltà. Una recitazione alterata in un mondo alterato in cui tutto si confonde e smarrisce. Un mondo pieno di commistioni in cui non si riesce più ad afferrare il principio del tutto. Uno spettacolo di non facile comprensione, che può risultare faticoso da seguire non lasciando al pubblico la possibilità di fermare il pensiero-parola per dargli respiro, essendo un mondo dove il respiro è assente. Un mondo dove la mente cerca di fermare il flusso-tempo ed invece ne rimane schiacciata e persa. Una vera crudeltà.Francesca Cipriani

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