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ROMA: VILLA DOLOROSA Tre compleanni falliti | di Roberto Rustioni | Teatro Vascello

Creato il 28 settembre 2015 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

VILLA DOLOROSA
Tre compleanni falliti
liberamente tratto daTre sorelle di Cechov

uno spettacolo di Roberto Rustioni

da Rebekka Kricheldorf
traduzione Alessandra Griffoni
adattamento e regia Roberto Rustioni
con Federica SantoroEmilia Scarpati Fanetti, Roberto RustioniEva CambialeCarolina CamettiGabriele Portoghese

assistente alla regia Gabriele Dino Albanese

produzione Fattore K.

in collaborazione con Associazione Olinda Onlus Cadmo/Le Vie dei Festival
progetto ideato nell’ambito Fabulamundi Playwriting Europe 2014
residenza Carrozzerie n.o.t.

villa dolorosa roma
 

Teatro Vascello

Sala Giancarlo Nanni

Via Giacinto Carini, 78 – Roma

Dal 5 al 13 Ottobre 2015
dal martedì al sabato ore 21,00

domenica ore 18,00

“Nella vita la gente non si spara, non si impicca, non fa dichiarazioni d’amore ogni momento. Né si dicono a ogni momento cose intelligenti. La gente per lo più beve, mangia, fa la corte, dice sciocchezze. Dunque bisogna che tutto questo si veda sulla scena. Bisogna fare una commedia dove la gente venga, vada via, mangi, parli del tempo, giochi a carte. Ma non perché questo serve all’autore, ma perché così avviene nella vita reale”. Anton Checov

Il testo della giovane Rebekka Kricheldorf, Villa Dolorosa, è una sorta di riscrittura delle Tre sorelle di Cechov trasposte ai giorni nostri, ricco di suggestioni.

Debutta sulla scena romana per le Vie dei Festival il 5 Ottobre al Teatro Vascello, dove proseguirà nell’ambito della programmazione dal 6 al 13 Ottobre 2015.

Villa Dolorosa è un gioco di sguardi: quello di Rebekka Kricheldorf incrocia lo sguardo di Cechov.

Il tema dell’incompiutezza è centrale nel dramma ambientato in una Germania contemporanea, all’interno di una villa un po’ fatiscente, abitata da una strana famiglia, dove si festeggia un compleanno. All’orizzonte, speculare, il capolavoro di Checov. Cambiano le regole del gioco, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: afferrare il senso dell’esistenza, sentirsi padroni del tempo. Con leggerezza e col sorriso sulle labbra, malgrado il titolo ingannevole, ci si interroga sui grandi temi della vita. Il tempo scorre, ogni anno si festeggiano i compleanni, ma ogni volta è diverso, qualcosa nelle tre sorelle inevitabilmente cambia. Ognuno, a suo modo, cerca di tollerare o mascherare una realtà che necessariamente dovrà affrontare, al posto di quella immaginata e sperata. È la storia di

un’assenza, di un vuoto, dove i desideri più intensi dei personaggi non si concretizzano in atti di volontà e le azioni non corrispondono alla veemenza dei desideri. I protagonisti aspirano a un futuro migliore, sembra che lo stiano sognando e si scontrano con l’impossibilità di realizzarlo, come prigionieri nei loro stessi sogni. L’oscillazione tra malinconia e ilarità, felicità e infelicità fa di quest’opera lo specchio della condizione umana.


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