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Rompicapo a New York

Creato il 09 giugno 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Rompicapo a New York

 

Anno: 2013

Distribuzione: Academy2

Durata: 118′

Genere: Commedia

Nazionalità: Francia, USA, Belgio

Regia: Cédric Klapisch

Data di uscita: 12 Giugno 2014

 

Confezione ottima per un pacchetto di classe. Le componenti ci sono tutte: ambiente borghese, situazione intricata e intrigante, una sufficiente dose di sesso, trasgressione e nudo, ma sempre con molto garbo e senza volgarità. Che si vuole di più? È il film postmoderno per eccellenza, un’istallazione amabilmente trendy che sta bene, e fa la sua bella figurina, in un salotto moderno e liberalmente benpensante. Senza picchi e senza inganni. Un mondo, quello raccontato nel film, figlio di tutta una cultura francese/inglese in cui il soft, prende il posto di ogni sentimento reale, dove non si urla e non si piange, dove la realtà è mediata dalla sicurezza del vivere, dalla certezza nascosta nella tradizione dell’agiatezza della quieta sicurezza del denaro di papà. Un papà simbolo, un po’ figliodiputtana, che compare solo pochi fotogrammi ma sempre dominante e dominatore, per etica e morale sul fragile figlio, che fa scelte umorali, circondato da donne improbabili. Se questa è la conclusione di una trilogia, non è dato saperlo, ma è certo che il film non provoca alcuna emozione. Speriamo nel prossimo.

Di converso sono meravigliosi i contorni: dalla mirabile fotografia, alla recitazione dei protagonisti, che sono tutti perfettamente “in parte”… Forse perché del mondo che raccontano fanno parte davvero. Unica discrepanza in questa elegiaca torta paradiso è il primo piano sulle terribili unghie del protagonista che, durante un abbraccio, rivelano un suo probabile volgarissimo amore per il lavoro manuale piuttosto che per quello dello scrittore, di cui sostiene la parte. Impagabili e perfetti anche esteticamente i titoli di testa e le animazioni che purtroppo ci sono dispensate solo nella prima parte del film e che rivestivano almeno la storia, decisamente inconsistente, di una simpatica dose d’ironia.

La trilogia, per la regia di Cédric Klapisch, era partita dal raccontare le atmosfere di quella generazione di giovani studenti che hanno vissuto l’esperienza delle borse di studio Erasmus, creando nel 2002 L’appartamento spagnolo, riproponendo i protagonisti nel 2005 in Bambole russe e oggi in Rompicapo a New York.  Gli interpreti, Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile De France e Kelly Reilly tornano a incontrarsi a New York e ci scodellano una serie di vicende spezzettate e reiterate nelle quali l’unica conclusione interessante dal punto di vista emotivo è il finale, nel quale l’aspetto positivo e pragmatico dell’esistenza sembra finalmente prendere il sopravvento in questo gruppo di eterni Peter Pan. E non è la leggerezza, che è quasi sempre una dote, che disturba nel film, ma piuttosto la reale mancanza di una storia da seguire tanto che già a metà del film, si ha la sensazione che, mentre ci godiamo dei meravigliosi asettici primi piani dei protagonisti, a nessuno importi nulla di dove si andrà a finire. Tra l’altro due ore di pellicola sono davvero troppe. Un fotogramma da ricordare? La sequenza silenziosa, affascinante e simbolica, delle donne che praticano il Tai Chi tra i palazzi di China Town. Bellissime le immagini della città, le architetture, i colori, che finalmente viste da un occhio non USA, rivelano la realtà locale con interessante precisione. Un film utilissimo da vedere soprattutto dopo un’estenuante seduta di condominio, un collegio di classe, un pomeriggio in fila nel traffico, poiché, al contrario di ciò che recita il titolo, non ci rompe certo il capo vedendolo.

Alessandra Cesselon


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