Magazine Ecologia e Ambiente

RotaGuido

Creato il 16 agosto 2013 da Bioenergyitaly_blog
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Presente nel mondo della zootecnia da quasi 50 anni, RotaGuido ha sempre indirizzato la lunga esperienza maturata e le sue tecnologie innovative alla realizzazione di allevamenti moderni e razionali, con particolare attenzione al benessere animale.
Progettazione di stalle, impianti e centri zootecnici per vacche e bufale e non solo. RotaGuido propone una vasta gamma di attrezzature per l’allevamento di tutti gli animali da reddito: suini, ovicaprini, avicoli e conigli.
Le sue strutture metalliche prefabbricate, in acciaio, trovano applicazione oltre che nella zootecnia, anche nel settore agricolo, agroalimentare ed industriale in genere.
RotaGuido inoltre progetta e realizza impianti per il trattamento di liquami zootecnici e per l’ abbattimento dell’azoto. Infine, è leader nel settore biogas e progetta impianti biogas di elevata tecnologia.

 

Le agro-energie RotaGuido

Biogas:

Negli ultimi anni è stato fortemente potenziato lo sviluppo di sistemi di produzione di energia elettrica basati sullo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili. Il biogas è sicuramente oggi una delle fonti rinnovabili maggiormente remunerativa. Grazie alle nuove norme in materia di autoproduzione energetica, al riconoscimento del valore ambientale dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, alle nuove tariffe incentivanti, nonché a tecnologie impiantistiche assolutamente collaudate ed efficienti è oggi, infatti, possibile produrre Biogas per la cogenerazione di calore ed elettricità a condizioni estremamente vantaggiose. La cogenerazione di energia elettrica e termica mediante Biogas offre evidenti vantaggi, sia in campo energetico, sia in quello ambientale a fronte di un interessante ritorno economico dell’investimento quale valida diversificazione ed integrazione del reddito agricolo. La cogenerazione con produzione e vendita di energia elettrica e recupero del calore deve sicuramente essere vista come un interessante fattore di produzione e convenientemente inserita nell’impiantistica dell’allevamento, in particolare nel caso in cui debbano essere realizzate apposite opere o impianti per assolvere ai sempre più pressanti vincoli normativi in materia di smaltimento dei liquami.

La finalità è quella di promuovere il biogas come fonte rinnovabile, evidenziandone gli elementi normativi e tecnologici, permettendo la visione di un quadro realistico e utile dell’uso del biogas nell’ambito della moderna pratica zootecnica.

 

Fotovoltaico

Un impianto fotovoltaico permette di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica in corrente continua grazie all’effetto fotovoltaico. Tale fenomeno si manifesta nei materiali detti “semiconduttori”.
Gli aspetti positivi di un impianto fotovoltaico si possono sintetizzare in:
- assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante durante il funzionamento dell’impianto;
- risparmio dei combustibili fossili
- estrema affidabilità poiché, nella maggior parte dei casi, non esistono parti in movimento
- costi di esercizio e manutenzione ridotti al minimo
- modularità del sistema (per aumentare la taglia basta aumentare il numero dei moduli)

 

Motori ad olio vegetale:

  L’olio vegetale, detto anche Vegoil, o PPO (pure plant oil) allo stato naturale, può essere usato come semplice combustibile o come carburante per particolari motori Diesel .
Il funzionamento ottimale dei piccoli impianti a olio vegetale dipende dalla qualità del combustibile.
Proprio sulle caratteristiche chimico fisiche degli oli vegetali che deve esprimersi la normativa affinché possa decollare il settore.
Dal punto di vista ambientale l’uso di biodiesel e di vegoil (olio vegetale tal quale o minimamente trattato) ha un indubbio impatto positivo sull’ambiente. In sintesi viene combusto un olio che è prodotto (dalla vegetazione della pianta) da estrazione diretta di anidride carbonica prelevata dalla atmosfera, quindi si chiude un ciclo che semplicemente restituisce all’ambiente la anidride carbonica prelevata dalla pianta.
Da punto di vista chimico i reflui gassosi biodiesel e di vegoil sono meno inquinanti dei reflui di gasolio, dato che non contengono composti acidi solforati (responsabili delle piogge acide), non contengono composti aromatici e metalli pesanti, e contengono mediamente il 50% in meno di polveri (fuliggine).

 
rotaguida impianto


NORMATIVA

D.Lgs 26/2007
Attuazione della direttiva 2003/96/Ce che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità. Vengono inclusi oli e grassi animali e vegetali come biocombustibili

Finanziaria 2008
Incentivazione dell’Energia da fonti rinnovabili

CARATTERISTICHE DEGLI OLI VEGETALI

- Fanno parte di una classe ampia di prodotti di origine biologica (lipidi)
- Considerati come combustibili, costituiscono la classe di prodotti rinnovabili con maggiore densità energetica
- Sono costituiti per il 97% da gliceridi (carbonio, idrogeno, ossigeno) e mostrano un attitudine ad essere utilizzati in sistemi di trasformazione energetica basati su processi di combustione (ex: motori endotermici)
- Esistono differenze importanti tra le caratteristiche chimiche e fisiche che incidono sul comportamento del prodotto in fase di combustione
Tali caratteristiche sono imputabili ai differenti processi di produzione.

PROCESSO DI PRODUZIONE

- Processo di estrazione meccanica da cui ottengo oli grezzi poco raffinati e quindi con una peggiore combustione
- Trattamento chimico di estrazione da cui ottengo oli raffinati


L’IMPIEGO ENERGETICO

- Motori endotermici per la produzione di energia elettrica in cogenerazione (3,8 – 4,0 kWe/kg di olio vegetale)
- Possibilità di introdurre questi impianti in una filiera agricola che comprende:
- Produzione di semi di oleaginose
- Estrazione dell’olio vegetale mediante sistema meccanico per pressione
- Utilizzo dell’olio nei generatori per la produzione di energia termica


RIUTILIZZO DEI SOTTOPRODOTTI

- Pannello solido derivante dell’estrazione, destinato per l’alimentazione animale
- Recupero termico nel gruppo elettrogeno (cogenerazione) mediante produzione di vapore industriale o di fluido termico per il riscaldamento

ELEMENTI DI UN IMPIANTO DI COGENERAZIONE

- Motore a gas collegato ad un generatore di corrente che può essere ceduta in rete o utilizzata in azienda
- Scambiatori di calore per recupero e accumulo energia termica
- Catalizzatore per abbattimento degli ossidi di azoto contenuto nei fumi
- Impianto di riscaldamento e distribuzione dello CO2

RESE ENERGETICHE DELL’OLIO DI COLZA

- Produzione: 30 – 35 q.li /ha
- Quantità di olio estratto dalla spremitura a freddo: 11 q.li/ha
- Pannello: 19,5 q.li/ha
- Energia elettrica prodotta per ettaro: 5.181 kWh/anno.

 

impianto rota

 

Minieolico e Microeolico:

Con il termine minieolico e microeolico si intendono quegli impianti di piccole dimensioni, in grado di produrre energia elettrica da fonte eolica, adatti ad un uso domestico o per integrare il consumo elettrico di piccole attività economiche. Solitamente per minieolico si intendono impianti con una potenza nominale fra 20 kW e 200 kW, mentre per microeolico si intendono impianti con potenze nominali inferiori ai 20kW. Questi impianti possono sfruttare le specifiche condizioni del sito in cui si realizza l’installazione. Sono impianti adattabili, che riescono a sfruttare sia venti deboli che forti e che riescono ad intercettare le raffiche improvvise.
Si possono distinguere due grandi tipologie di aerogeneratori:

- ad asse verticale: si contraddistingue da una ridotta quantità di parti mobili nella sua struttura, il che le conferisce un’alta resistenza alle forti raffiche di vento, e la possibilità di sfruttare qualsiasi direzione del vento senza doversi riorientare continuamente. È una macchina molto versatile, adatta all’uso domestico come alla produzione centralizzata di energia elettrica nell’ordine di gigawatt (una sola turbina soddisfa il fabbisogno elettrico mediamente di circa 1000 case).

- ad asse orizzontale: formato da una torre in acciaio di altezze tra i 60 e i 100 metri sulla cui sommità si trova un involucro (gondola) che contiene un generatore elettrico azionato da un rotore a pale lunghe circa 20 metri (solitamente 2 o 3). Esso genera una potenza molto variabile, tipicamente 600 chilowatt, che equivale al fabbisogno elettrico giornaliero di 500 famiglie o di 1000 case.

L’energia cinetica del vento catturata viene quindi trasformata in movimento rotatorio in grado di alimentare il generatore elettrico, che funziona secondo il principio di induzione elettromagnetica.
Un timone posto in coda garantisce la migliore posizione della turbina in relazione alla direzione di provenienza del vento.
Per quanto riguarda le dimensioni delle turbine di piccola taglia, come già accennato, si va da poche decine di watt fino a 20 kW.
Le turbine più piccole adatte a minime applicazioni prevalentemente nautiche, sono caratterizzate da diametri del rotore pari a 1 m circa o poco più, fino ad arrivare a 8 – 10 m per le taglie da 10 a 20 kW. Oltre tale soglia non ha più senso parlare di minieolico.
La torre di sostegno può assumere diverse altezze, tuttavia la regola generale impone che la parte inferiore della pala non si trovi a una quota inferiore a 10 m circa dal suolo. Ovviamente più la turbina è potente migliori saranno le prestazioni a quote più elevate, fino a un massimo circa di 30 m per turbine da 20 kW.

PRODUZIONE DI ENERGIA
La produzione energetica di piccole turbine dipende fortemente dalle caratteristiche anemometriche del sito nel quale viene installata. Normalmente la maggior parte dei costruttori fornisce una stima della produzione annua in condizioni standard di vento (generalmente 5,5 m/s che corrisponde a un sito con un buon livello di ventosità). Mediamente, in tali condizioni, la produzione media annua si attesta attorno a 2 – 2,5 MWh all’anno per 1 kW di potenza installata, cioè la quantità di energia elettrica necessaria ogni anno per un’utenza domestica di medie dimensioni.
Per una produzione energetica di tale ordine si dice anche che il particolare sito è caratterizzato da un numero di ore equivalenti pari a 2.000 – 2.500 ore. Le ore equivalenti sono il risultato del rapporto tra l’energia prodotta (in kWh) e la potenza installata (in kW) e, affinchè l’impianto possa essere sufficientemente produttivo ed economicamente sostenibile, è buona norma non scendere mai al di sotto delle 1.500 – 1.800 ore equivalenti.

USO DELL’ENERGIA PRODOTTA
Per poter valorizzare l’energia elettrica prodotta dall’aerogeneratore è necessario che la macchina sia connessa alla rete elettrica o, in assenza di questa, a un sistema di accumulo composto da una serie di batterie.

IMPIANTO NON CONNESSO ALLA RETE:
Nei sistemi non connessi alla rete e quindi equipaggiamenti da batterie si dovrà necessariamente prevedere un sistema di regolazione in grado di gestire correttamente il livello di carica. L’energia può essere subito disponibile per il carico, nel caso di quest’ultimo sia equipaggiato da dispositivi a corrente continua, oppure, in caso contrario, un inverter dovrà trasformare la corrente da continua ad alternata prima che quest’ultima possa essere utilizzata.
È opportuno precisare che tutti i dispositivi a valle delle turbina riducono, in parte, il rendimento della trasformazione energetica, così che solo il 70% dell’energia elettrica effettivamente prodotta dalla turbina arriva al carico per essere utilizzata.

IMPIANTO CONNESSO ALLA RETE:
Non sono necessarie le batterie, ma diventa indispensabile, oltre all’inverter, anche un contatore per misurare la quantità di energia immessa nella rete.

In questa configurazione è possibile scegliere due modalità di valorizzazione energetica: lo scambio sul posto e la vendita diretta.
Nel primo caso il proprietario dell’impianto utilizza la rete elettrica come un enorme magazzino nel quale immette l’energia che produce per poi riprenderla quando ne ha necessità.
Il proprietario autoproduce l’energia elettrica di cui ha bisogno con la possibilità, grazie alla rete, di poterla utilizzare anche in un momento diverso da quello nel quale viene prodotta.
Aderendo a tale modalità di connessione è buona norma fare in modo che il quantitativo di energia prodotta non sia superiore al fabbisogno.
L’eccedenza non viene infatti remunerata, ma và a credito per l’anno ed eventualmente gli anni successivi.
In regime di vendita diretta, invece, il proprietario dell’impianto vende direttamente l’energia prodotta al Gestore del sistema elettrico (GSE), il quale la può incentivare in due modi, a scelta del proprietario: la tariffa omnicomprensiva o i certificati verdi.
La prima modalità, valida solo per impianti eolici inferiori a 200 kW (1 MW per le altre fonti rinnovabili) corrisponde e garantisce al proprietario 30 centesimi di euro per ogni kWh prodotto e venduto alla rete per i 15 anni successivi all’avvio della produzione.
Oltre i 15 anni non viene più erogato l’incentivo ma solo la tariffa di base.
In alternativa è possibile aderire al meccanismo dei Certificati verdi, ossia titoli che attestano la produzione di un certo quantitativo di energia elettrica da fonte rinnovabile e che possono essere scambiati in un apposito mercato o tramite contrattazioni bilaterali.

Le recenti disposizioni legislative, e in particolare le ultime leggi finanziarie, hanno invece introdotto regole e incentivi in grado di spingere alla crescita e allo sviluppo di tale tecnologia. Per quanto riguarda gli impianti eolici, il meccanismo di scambio sul posto o in alternativa la vendita diretta è stata estesa a tutti gli impianti fino a un massimo di 200 kW (oltre tale soglia la vendita diretta comporta autonomamente l’adesione al meccanismo dei Certificati Verdi).

COSTI
I costi di un impianto eolico di piccole dimensioni possono variare a seconda della taglia della turbina e dei dispositivi di supporto che si utilizzano (batterie, inverter, regolatori di carica, altezza della torre di sostegno). Negli ultimi anni i costi dei generatori eolici di piccola taglia sono progressivamente diminuiti grazie allo sviluppo tecnologico di sistemi sempre più integrati e standardizzati. In media, un sistema completo, chiavi in mano, costa da 5.000 a 7.000 euro/kW di potenza per macchine fino a circa a 5 kW, mentre cala a 2.000 – 3.000 euro per dimensioni superiori.
Il tempo di ritorno di un investimento di questo tipo risulta sostenibile a patto che il sito sia sufficientemente ventoso.

 

 

 

 


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