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rotolando lenti nel buio minerale...

Creato il 29 giugno 2015 da Omar
rotolando lenti nel buio minerale...non ci sono, in realtà, «piccoli incidenti» in Little Accidents (2014), un oscuro drama minerario diretto dalla giovane regista e scrittrice statunitense Sara Colangelo e tratto da un suo precedente cortometraggio premiato al Sundance.rotolando lenti nel buio minerale...Il film, che vede tra i protagonisti Elizabeth Banks e Josh Lucas, è ambientato sugli Appalachi, in una sperduta città della West-Virginia colpita da un gravissimo incidente: dieci uomini sono deceduti sottoterra  mentre cercavano carbone per conto di una multinazionale. Il disastro ha lasciato un solo superstite, Amos Jenkins (Boyd Holbrook in una performance molto naturale e toccante). Ma la pellicola, intensa e molto ben realizzata anche se naturalmente soggetta alla letargica scansione ritmica tipica degli indie americani, racconta altre vicende, in primis - ed è il secondo «incidente» tutt'altro che minuto - la storia della sparizione del figlio di uno dei dirigenti dell'azienda di estrazione;Mesi dopo l'incidente il minatore sopravvissuto viene dimesso, ancora in parte paralizzato ma in grado di camminare. Le famiglie delle vittime vorrebbero che testimoniasse circa le cattive condizioni di lavoro di modo da ottenere un congruo risarcimento, mentre il resto della città teme la chiusura dell'unica fonte di sostentamento del paese e lo vorrebbe silente. Al suo devastante travaglio, molto ben reso, si aggiunge - viaggiando in parallelo - quello dell'adolescente Owen (Jacob Lofland uno dei due dotatissimi ragazzi del film Mud), il cui padre è stato ucciso nell'incidente e che introietta con il classico mal di vivere dei ragazzini un dolore che si porta appresso in famiglia già da prima della scomparsa del genitore, dovendo infatti occuparsi di un fratello, Jimmy (Beau Wright), che ha la sindrome di Down. I destini dell'uomo e dell'adolescente finiranno per incrociarsi con quello della madre del ragazzo scomparso (la bella Banks, smessi finalmente i panni di allegrona cheerleader di tante commediole, dimostra di saper recitare con piglio ammirevole) e tutti finiranno, quasi faulknerianamente, per pagare il proprio pegno di dolore alla vita.
rotolando lenti nel buio minerale...La Colangelo è assai brava a evocare l'atmosfera di questo minuscolo mondo montano, con tutti i comfort di quei pochi che hanno svoltato e l'amarezza e la disperazione che ricoprono invece gli operai alla stregua della polvere che quotidianamente questi immettono nei propri polmoni. La regista lascia che le cose si aggroviglino per accumulo tra paesaggi fronzuti e brume industriali, salvo srotolare il bandolo della matassa con lineare naturalezza. I segreti e le sofferenze di ognuno dei personaggi, grazie e soprattutto in virtù della bravura di un ottimo cast, vengono a galla con plausibilità, anche se la mano forse tecnicamente ancora poco sciolta dietro la macchina da presa qualche volta fa sentire il suo peso, togliendo qualche dose di empatia al dramma. Ma restano impresse l'angoscia e l'incomunicabile lotta interiore delle parti in gioco. Il direttore della fotografia Rachel Morrison e il resto della squadra di produzione, tra cui lo scenografo Chris Trujillo e costumista Meghan Kasperlik, hanno saputo catturare un senso di rassegnazione e stanchezza che alla fine, anche se non va tutto bene, restano attaccate alla pelle di chi guarda. Nel complesso un sì, molte cose valide e decisamente un augurio di eccellenza per il futuro dell'autrice.

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