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Ruggine – un ospite inatteso (di Royden Lepp): Recensione

Creato il 04 marzo 2014 da Mcnab75

Ruggine
Ruggine – Un ospite inatteso
di Royden Lepp
Panini Comics Editore (collana 9L)
190 pagine, 18 euro

Sinossi

Il giovane Roman Taylor si sforza di far andare avanti la fattoria di famiglia, mentre il mondo si sta riprendendo da una devastante guerra globale. Un giorno un ragazzo con un jet pack, il misterioso Jet Jones, precipita nel fienile dei Taylor. Roman inizia a credere che i segreti di Jet Jones potrebbero essere la chiave della sopravvivenza della propria famiglia. Oppure alcuni segreti dovrebbero rimanere tali?

Commento

Un ospite inatteso è il primo volume di una saga dieselpunk firmata da Royden Lepp, autore che ancora non conoscevo.
La saga s’intitola Ruggine e, se il buon giorno si vede dal mattino, promette davvero tante belle cose.
In un mondo che assomiglia il nostro, ma di cui l’autore ci fornisce al momento pochissime indicazioni geografiche, un paese (l’Inghilterra?) compie un lento cammino di sviluppo economico, dopo essere uscita vittoriosa da un lungo e sanguinoso conflitto (la Prima Guerra Mondiale?).
Tale conflitto è stato vinto soprattutto grazie all’impiego di alcune divisioni di robot soldati. Instancabili, forti, senza paura e finanche sacrificabili, i robot hanno avuto la meglio sul nemico, dotato a sua volta di macchine guerriere, assai più grosse ma meno numerose, probabilmente perché più costose da fabbricare.
Decisivo è stato poi l’impiego, sul finire della guerra, di alcuni soldati volanti, dotati di jet pack e quindi dotati della mobilità necessaria per piombare sulle linee avversarie arrivando dal cielo.

Ruggine 2

Qualche anno più tardi, nella fattoria di Roman Taylor, orfano del padre morto (o disperso?) al fronte, arriva un ospite inaspettato, che si rivela essere proprio uno dei commando volanti. Questi non sembra essere invecchiato un giorno da quando il Paese ha vinto la guerra. Come se non bastasse il misterioso nuovo arrivato è inseguito da uno dei mecha che il nemico utilizzava al fronte. Mecha che solo per miracolo, e grazie all’intervento casuale di Roman Taylor, viene sconfitto.

Questo primo volume è praticamente l’incipit della saga, che promette sviluppi interessanti e ottime evoluzioni dei personaggi e dello scenario.
Il fatto che al momento molti dettagli siano indefiniti rende tutto più intrigante, anche se il lettore attento può già azzardare qualche possibile risvolto della trama a venire.
I disegni sono orientati verso colori dorati, grigio ferro, gialli o marroncini. Scelta cromatica che rende molto bene l’atmosfera dieselpunk e che serve a delineare il sapore vintage/retrofuturista del fumetto, senza dover abusare dei soliti cliché iconici del filone in questione.

I dialoghi sono pochi, ma riusciti. Le scene d’azione sono particolarmente fluide, cosa che non sempre riscontro in fumetti che hanno elementi – per così dire – robotici, o fantascientifici. In Ruggine invece tutto fila liscio e i combattimenti sono davvero godibili e ben realizzati.
Certo, le tante vignette dedicate alle varie fasi di uno scontro rubano spazio al “parlato”, col risultato che la graphic novel si legge piuttosto velocemente. E dire che in questo primo volume i combattimenti sono soltanto due, di cui uno è un flashback della guerra.
Sicché i diciotto euro spesi per Ruggine vi sembreranno durare poco, esprimendo una valutazione in termini puramente temporali. Tuttavia, a livello estetico e di trama, è quasi impossibile rimanere delusi dal fumetto.

Attendo sviluppi…

ruggine 3

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