di Giacomo Dolzani
Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, in una conferenza stampa tenuta oggi ha affermato che, per quanto riguarda il 2015 ed il 2016, il deficit di bilancio della Russia si attesterà approssimativamente al 3% del Pil. Le stime inoltre, secondo quanto dichiarato da Siluanov, sono state svolte considerando un prezzo medio del petrolio pari a 50 dollari al barile.
Proprio il basso valore del greggio ha inciso pesantemente sull’andamento dell’economia russa; le entrate del paese dipendono infatti in gran parte dall’esportazione di idrocarburi. Il crollo del prezzo del petrolio, favorito dall’Opec che, sotto la spinta del governo Usa, ha deciso di non interrompere l’attività estrattiva, ha creato un buco di bilancio nelle finanze di Mosca. Generando un eccesso di offerta, Washington punta infatti ad indebolire la Russia e costringere il paese a cedere su determinate questioni, soprattutto per quanto riguarda la crisi nata in seguito alla rivoluzione europeista in Ucraina.
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