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“Russian Roulette” – Lilith Di Rosa

Creato il 17 luglio 2015 da Temperamente

Altra recensione, altro libro di un ex concorrente di Masterpiece. Dopo Pierre non esiste di Lorenzo Vargas, ho optato per Russian Roulette, di Lilith Di Rosa.
L’opera del trentenne autore romano narra di un ragazzo (omonimo dell’autore. Libro autobiografico?!) che lascia la capitale italiana per dirigersi verso Amsterdam, considerata il centro focale del peccato europeo, meta favorevole per dimenticare delusioni e brutte esperienze. La sua fuga è dettata da una storia d’amore andata male, che porta il protagonista in un vortice di disperazione e annientamento personale.
Sebbene adori questi temi e il modo di affrontarli schiettamente e crudamente (autori come Irvine Welsh, Keruoac, Bukowski, Palahniuk e molti altri di questo genere rimarranno per sempre nel mio Olimpo personale della letteratura) ben al di là del borderline della storia borderline, il romanzo di Di Rosa non mi ha entusiasmato proprio per niente.

Strutturato come se fosse un diario, mai così incostante e frammentario, il racconto copre un paio di anni di permanenza di Lilith nella città olandese, intervallato da sporadici ritorni in patria in cui finge coi suoi familiari che tutto vada per il meglio, nascondendo loro l’oscurità che lo sta divorando dall’interno.
Mentre leggevo mi sembrava di essere stato preso di forza, legato ad una sedia e costretto ad assistere alla proiezione accelerata di un uomo che si autodistrugge, senza motivi troppo validi. Come vedere in fast motion un fiore che appassisce.
Droghe, donne, lavori saltuari odiati e malpagati, nichilismo, spasmodica e quasi quotidiana ricerca di un tetto sopra la testa, il fuori dall’ordinario che diviene ordinario, normale, routine.
Tutto molto confuso e a tratti inquietante (coi problemi fisici di chi non riesce ad allontanarsi dalle droghe pesanti). Lo stesso autore dei brevi frammenti discontinui e alcune volte incoerenti del diario li descrive a più riprese come nenie, lagne, lamentele, mettendo in dubbio che possano mai suscitare l’interesse di qualcuno.
Purtroppo mi ritrovo d’accordo con Lilith protagonista, complice la scrittura spigolosa e senza colpi di genio letterario del Lilith autore.
La carrellata di personaggi che scorrono veloci sulla carta, a volte ricompaiono, a volte si perdono seguendo i propri destini cartacei, insondabili, non lasciano alcun ricordo né suscitano alcuna emozione. Passano troppo veloce per affezionarcisi, per ricordarne i visi, i tratti caratteriali.

Purtroppo a me il libro non è piaciuto e, nonostante le poche pagine, ho trovato davvero difficile terminarlo in tempi brevi. Può essere però che sia stato io a sbagliare, a pormi nel modo sbagliato nei confronti di questo racconto.
Felicemente disposto a dare a Di Rosa una seconda possibilità per stupirmi con la sua prossima fatica, spero possa rettificare i miei giudizi negativi ed esaltare le doti letterarie di questo giovane autore.

Lilith Di Rosa, Russian Roulette, 2015, € 12


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Da Daniela Di Rosa
Inviato il 25 luglio a 18:29

Per fortuna chi apprezza si firma, recensione di Massimo Castoro, giornalista del Messaggero e scrittore su " Russian Roulette" http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/libri/russian-roulette-lilith-di-rosa-fuga/1377440.shtml

Da Daniela Di Rosa
Inviato il 25 luglio a 17:46

Una recensione anonima? non vedo la firma del critico "cattivello", o almeno c'era, poi è sparita, comunque la stessa recensione fino a ieri era inserita nella pagina " Temperatamente", con tanto di firma, dopo che alcuni lettori, compresa io, avevamo commentato il nostro apprezzamento per il romanzo, inserendo recensioni positive di giornalisti, scrittori, tra cui Giancarlo De Cataldo che ha presentato il romanzo a Roma il post è sparito! http://blog.graphe.it/libri/russian-roulette-lilith-di-rosa

Da Marcello Meroni
Inviato il 24 luglio a 09:52

Ho cercato il nome del recensore perchè trovavo la critica troppo negativa, perciò sospetta e non l'ho trovato tra scrittori, giornalisti, critici o blogger, era invece tra gli amici dell'altro autore Vargas, che lui il "recensore" esalta in maniera altrettanto sospetta. Della serie " quando il troppo stroppia"

Da Andrea Sebastianelli
Inviato il 23 luglio a 18:28

Al contrario del recensore ho trovato il romanzo interessante e geniale in ogni suo aspetto, nella ripetizione, nelle lagne, nella sua inconsciente autodistruzione, nella descrizione di Amsterdam, nelle donne di una notte, l'ho divorato in una sera e per giorni l'ho ripreso in mano rileggendo i vari capitoli. Io nel mio olimpo personale oltre a Bukowski, keruoac, Irvine Welsh e Palahniuk ci metto anche Lilith Di Rosa.

Da Marcello Meroni
Inviato il 23 luglio a 17:40

Ho letto il romanzo, dopo aver seguito la trasmissione, mi interessava Lilith Di Rosa, l'ho ordinato su Amazon dopo aver letto le recensioni dei lettori, tutte molto entusiastiste. Non concordo con il suo giudizio che ho trovato un po troppo calcato in negativo, l'autore è riuscito a trasmettermi il suo malessere, mi sono emozionato, disgustato, divertito, e ho trovato stupefacente la poesia che riesce a trasmettere anche nelle situazioni più dure, il capitolo " la fatica di cacare" e " bambini down" sono strordinari, è letteratura pura. Le consiglio la recensione di Russian Roulette di Carmine Castoro su Messaggero.it Face e Book e quella di Susanna Trossero su Graphomania.

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