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Sabato, domenica e lunedì

Creato il 25 ottobre 2013 da Drkino

Servillo arriva alla Cineteca di Bologna per presentare un film tristemente dimenticato (o mai conosciuto).

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Bologna, 23 ottobre 2013. E' con sommo gaudio che mi avvio, incurante delle conseguenze per la mie psiche, alla Cineteca di Bologna, per un incontro con Toni Servillo. Dico "incurante delle conseguenze" perché sono circostanze fortuite che mi conducono lì, scaturite da un semplice passaggio di parola. In ogni caso, arrivato al Lumière (il bisala della Cineteca), mi accorgo di una folla invadere la Sala Mastroianni. L'ingresso è gratuito e il gran numero di persone mi costringe a sedermi per terra. Puntuale come un orologio svizzero, alle 17.30 entra Toni Servillo, incaricato in questa sede di presentare il mai distribuito Sabato, domenica e lunedì di Sorrentino. Autore della regia teatrale dell'opera, egli appare qui anche come attore protagonista.

L'emozione nell'incrociar lo sguardo con uno dei più grandi pilastri cinematografici odierni del Bel Paese è forte, ma subito questi stempera l'atmosfera con una parlata schietta, che introduce al film e alla sua natura, condendo il tutto con qualche frecciatina alla Rai. “Il film è… non posso dirlo io che sia straordinario, però sicuramente è interessante”; queste (con qualche licenza da parte del sottoscritto) le parole di Servillo, che spiega poi come la pellicola sia una riproposizione della piece teatrale di Eduardo De Filippo diretta da Paolo Sorrentino (Il divo, La grande bellezza). Effettivamente la pellicola è girata su un palcoscenico, l'opera comprende attori legati al mondo teatrale, come Anna Bonaiuto, Roberto De Francesco e Enrico Ianniello.
Finita la presentazione Servillo si accomiata, ed ill film inizia; e comincia anche la sorpresa. Arrivato al cinema in sordina, non mi sarei mai aspettato di trovarmi così catalizzato da un'opera mai distribuita e mai neanche sentita nominare. Ma passiamo a parlare concretamente di Sabato, domenica e lunedì.

Il plot ci porta a seguire le vicende di una famiglia napoletana, intenta a condividere con parenti e amici il giorno “sacro e intoccabile” della domenica. Nonostante l'atmosfera festiva, le forze in gioco si scatenano, e la tranquilla giornata di riposo si trasforma in una fiumana di parole ininterrotte e di persone che capitombolano senza soluzione di continuità fuori e dentro alla scena.

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Opera interessante (e probabilmente anche straordinaria) si rivela essere a tutti gli effetti questa piece di De Filippo. Fondando le sue radici in una partitura che non lascia (quasi) mai tirare il fiato, il film si rivela essere una sorprendente alchimia tra ironia e cinismo. Incredibilmente affascinanti e magnetici appaiono tutti i personaggi fin dal primo sguardo con cui la macchina da presa li colpisce. Veri, credibili e ognuno assuefacente a suo modo, riescono in inesplicabile maniera a trasfigurare una risata in un ammutolito silenzio nel giro di un battito di ciglia. Archetipizzati, essi non riescono comunque mai a perdere fascino e originalità, ritagliando quella che era negli anni '60 il tipico spaccato di famiglia medio-borghese italiana (ma che anche oggi trova i suoi numerosissimi corrispondenti nella vita quotidiana).

Nonostante sia a tutti gli affetti uno spettacolo teatrale vero e proprio, con spoglie scenografie da palcoscenico, bisogna più volte ricordarsi che l'opera è film a tutti gli effetti. Montaggio e regia sono presenti, e assumono anzi ruolo di non poco conto. E' grazie alla macchina da presa che lo spettatore non appare più distaccato dagli attori, ma si muove attorno ed in mezzo ad essi. Qui è lo sguardo di Sorrentino che seleziona le personalità più importanti da sottolineare nei diversi momenti, tagliando via più e più volte l'entrata in scena dei personaggi. L'effetto che viene a crearsi è ancora una volta catartico, nel quale i maestosi piani sequenza trovano motivo e necessità di esistere, e non solo onanistico virtuosismo estetico.

Come Servillo dice nella presentazione, questo Sabato, domenica e lunedì trova distinzione dalla sua forma teatrale principalmente perché il teatro è un qualcosa in continuo accadimento, inarrestabile come lo è il tempo, a differenza del cinema. Per questo il film assume una volta in più carica ammaliatrice, perché tiene tra le braccia allo stesso tempo il fascino del “ora e mai più” teatrale e dell'immersione che solo un opera cinematografica può regalare. 

ASSUEFACENTE

Elia Andreotti

Regia: Paolo Sorrentino – Cast: Anna Bonaiuto, Alessandra D'elia, Toni Servillo, Roberto De Francesco, Enrico Ianniello, Gigio Morra, Monica Nappo, Elisabetta Pedrazzi, Toni Laudadio, Marcello Romolo – Nazione: Italia – Anno: 2004 – Durata: 135'

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