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Sabato la "Sanremo": Cavendish favorito, ma attenzione agli outsider

Creato il 15 marzo 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra
Il 14 aprile del 1907 si correva la prima Milano-Sanremo. L'ideatore della corsa fu, per primo, Tullo Morgagni, che sottopose l'idea all'allora direttore de La Gazzetta dello Sport Eugenio Costamagna. Questi diede ad Armando Cougnet l'incarico organizzativo: ai nastri di partenza, data la giornata segnata dal maltempo, si presentarono soli 33 corridori, la metà degli iscritti. Vinse il francese Lucien Petit-Breton, che completò i 281km della corsa in più di 10 ore. Sabato, ormai 105 anni dopo quella prima, leggendaria impresa, l'elite del ciclismo mondiale affronterà di nuovo quel percorso, la cui lunghezza è stata portata a 298km.
La corsa più lunga della stagione, ma anche la Classica Monumento più adatta alle ruote veloci. Il profilo del percorso, infatti, non è neppure lontanamente paragonabile a quello di una "Liegi" o del "Lombardia", che spesso premia scalatori o scattisti con ottime capacità di tenere le ruote dei migliori nelle salite proposte. Le asperità, di certo non mancano neppure sulla riviera ligure, atte, più che altro, a stancare le gambe degli sprinter per permettere a coloro che in volata partono battuti, di provare un attacco sull'ultima ascesa: il Poggio di Sanremo, la cui vetta è posta a soli 8,2 km dal traguardo. La picchiata verso il centro città, dove è posto l'arrivo sul Lungomare Italo Calvino, è l'ultimissima occasione per tentare di fare la selezione prima di un altrimenti inevitabile sprint di gruppo.
Al momento tre corridori sembrano più favoriti di altri, ma la rosa dei possibili vincitori è ampissima. L'uomo da battere sarà l'inglese Mark Cavendish, che sogna di vincere la Classicissima con la maglia di campione del mondo. Il britannico dovrà tentare di resistere in salita, perchè in caso arrivi nel gruppo dei migliori, con la straordinaria forma attuale, è quasi imbattibile. In caso non riuscisse a fare ciò il Team Sky può puntare anche sul norvegese Edvald Boasson Hagen, talento purissimo che ancora non ha espresso tutto il suo potenziale.
Subito dietro "Cannonbal" troviamo lo slovacco Peter Sagan. Il 22enne ha appena chiuso un'ottima Tirreno-Adriatico, dove ha conquistato una vittoria di tappa, destando però un'ottima impressione sia in volata che quando la corsa si snodava su percorsi più impegnativi. Potrebbe tornargli utile, in casa Liquigas, Vincenzo Nibali, che la Tirreno l'ha vinta. Il messinese potrebbe tentare di attaccare sia sulla salita del Poggio sia sulla discesa, particolare tecnico nel quale è tra i migliori del plotone. In caso di arrivo di gruppo, per la squadra italiana, potrebbe giocarsi le sue carte anche Elia Viviani, che dopo uno scoppiettante inizio di stagione non è più riuscito a lasciare il segno.

Cancellara vince la Sanremo nel 2008

Terzo favorito lo svizzero Fabian Cancellara, che ha mostrato, come se ce ne fosse ancora bisogno, di che pasta è fatto poche settimane fa alla Strade Bianche, quando è giunto al traguardo salutando gli avversari su un tratto in salita e guadagnando più di un minuto nel successivo tratto di pianura. Spartacus, però, non può permettersi di arrivare in volata, e deve cercare un modo per portare via un gruppetto di attaccanti, per poterli poi regolare in uno sprint ristretto o con una "sparata" all'ultimo chilometro. Anch'egli, come Nibali, è uno specialista delle discese e potrebbe essere uno dei pochi a riuscire a seguire l'italiano. Anch'egli non è l'unica freccia nella faretra della sua squadra, il Team RadioShack-Nissan: anche Daniele Bennati potrebbe dire la sua allo sprint, anche se partirebbe battuto contro i migliori del lotto.
La situazione è simile anche per il belga Tom Boonen e lo spagnolo Oscar Freire. Il primo, mai vincitore della Classicissima, è un specialista delle corse del Nord, che non teme né le lunghe distanze né la corsa dura, che potrebbe favorirlo mettendo fuori gioco i gli sprinter più puri. Il secondo, già vincitore nel 2004, 2007 e 2010, ha la capacità di eclissarsi per 297km per poi apparire proprio nelle battute finali della corsa. La forma, nonostante abbia ormai sulle spalle 36 primavere, sembra buona, e Oscarito è sempre pronto per piazzare la zampata vincente. 
Impossibile, tra i migliori velocisti del gruppo, non citare il tedesco Andre Greipel, che però sembra partire sfavorito nel confronto con Cavendish, inevitabile termine di paragone per giudicare le sue possibilità di vittoria. Potrebbe sorprendere di nuovo, col numero 1 sulla schiena, il vincitore della scorsa edizione. L'australiano Matthew Goss, definibile come "velocista atipico", ha sorpreso lo scorso anno, ma dopo la conferma con il secondo posto al Mondiale di Copenhagen non può essere escluso dal lotto dei possibili vincitori.
Andrebbe aperto un capitolo, invece, per la BMC, che si presentava ad inizio anno come la squadra da battere nelle corse di un giorno. In verità, con un Gilbert ancora tentennante, lo squadrone statunitense, fatica a trovare la via della vittoria. Anche alla Sanremo saranno privi del norvegese Thor Hushovd, costretto a dare forfait, e lo stesso Greg Van Avermaet non è al meglio dal punto di vista fisico. I gradi di capitano potrebbero passare ad Alessandro Ballan, che dovrà però anticipare tutti per provare a tagliare il traguardo a braccia alzate.
Doppia opzione anche per la Garmin-Barracuda, che in un ipotetico sprint può giocarsi l'americano Tyler Farrar e l'australiano Heinrich Haussler. Difficilemente i due, date anche le ultimissime prestazioni, possono essere all'altezza dei migliori, ma su corse di un giorno potrebbero sempre tentare il colpaccio.
In Casa Italia le  poche, speranze rimaste, si dividono fra quattro alternative. Oscar Gatto, Sacha Modolo, Alessandro Petacchi e Filippo Pozzato. Il primo ha evidenziato un colpo di pedale degno di nota alla Strade Bianche e con la sua esplosività potrebbe ben figurare anche con un attacco sull'ultima salita, ma rimane un incognita su distanze così lunghe. Ha già ben figurato in questa competizione, nel 2010, un altro giovane: Sacha Modolo, che coniuga un'ottimo spunto veloce ad un'ottima tenuta anche sulle salite meno impegnative come quelle che porteranno il gruppo sino alla città dei fiori. Per ciò che riguarda Petacchi la vittoria sembra lontana, così come per Pozzato, non ancora al meglio dopo la frattura alla clavicola di un mese fa al Tour of Oman.
Gianluca Santo

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