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“Saggio sulla lucidità” – José Saramago

Creato il 05 marzo 2012 da Temperamente

saramagoQuand’eravamo piccoli, avevamo tutti un po’ paura del buio. Prima di andare a dormire si chiedeva alla mamma o al papà se potevamo dormire con la luce accesa, affinché il suo bagliore spaventasse i mostri notturni e dormissimo sogni tranquilli. Un classico: il bianco (simbolo di purezza e trasparenza) scaccia il nero (che indica oscurità e ignoto). Tuttavia, nel romanzo di José Saramago Saggio sulla lucidità accade il contrario: ciò che spaventa di più è il bianco, tanto che i personaggi non osano neanche pronunciare quella parola.

La storia raccontata si ricollega a quella del precedente romanzo dell’autore, Cecità, di cui consiglio vivamente la lettura. Lo stile, infatti, è lo stesso: il lettore si trova risucchiato in una dimensione spazio-temporale che non conosce nomi, ma solo parole. Quattro anni dopo le tragiche vicende dell’epidemia di cecità bianca, nella capitale si tengono delle elezioni politiche, che danno un minaccioso responso, teso a ledere la democrazia e il senso civico della popolazione. In tutti i seggi si riscontra un numero impressionante di schede bianche, la percentuale della popolazione che si è recata alle urne per esprimere la propria preferenza è bassissima. Nonostante le elezioni vengano ripetute, l’esito è ancor più catastrofico: il governo comprende subito che nascosti tra la popolazione ci sono i veri fautori di questa tacita rivolta sovversiva, che influisce negativamente sull’ordine democratico dell’intera nazione. Per costringere i capi dell’organizzazione a venir fuori, o meglio, a indurre qualche cittadino a rompere il muro di omertà che li paralizza si prende una decisione drastica: porre la città sotto assedio. Il romanzo di Saramago si trasforma così in un giallo politico avvincente, che porta il lettore a divorare le pagine avidamente, per venire a capo del mistero che ripropone nuovamente come protagonisti lo stesso gruppo di sei persone presente in Cecità.

Saramago scrive un romanzo senza nomi per i suoi protagonisti, per la città, per l’anno in cui è ambientato il suo romanzo; una storia, dunque, indefinita o che sembra appartenere a nessuno o forse a tutti, che può non avvenire mai oppure domani o che è già in atto.

Marina Mongelli

José Saramago, Saggio sulla lucidità, Einaudi , Torino 2010.


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